1 – IL RAPPORTO COOP INDICA IL PROSSIMO NEMICO DI LOLLOBRIGIDA: I DISCOUNT, 8 settembre 2023
DITE A LOLLOBRIGIDA CHE IL SUO VERO NEMICO È IL DISCOUNT – IL “RAPPORTO COOP 2023” DICE CHE, MENTRE I CONSUMI DEGLI ITALIANI SONO IN FORTE CONTRAZIONE PER COLPA DELL’INFLAZIONE GALOPPANTE, LA DISTRIBUZIONE LOW-COST SI PRENDE UNA FETTA DI MERCATO SEMPRE PIÙ GRANDE (OGGI È GIÀ AL 23%) – E QUESTO STA MINANDO L’IDENTITÀ ALIMENTARE ITALIANA: IL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA SI È RIDOTTO DEL 15,2% IN DUE ANNI – MENTRE LOLLO CONTINUA CON I SUOI PROCLAMI SULL’INTEGRITÀ DELLA DIETA MEDITERRANEA, NON SI È ACCORTO CHE I BUOI SONO SCAPPATI DALLA STALLA… -
Estratto dell’articolo di Dario Di Vico per “il Foglio” Discount uber alles, recita la slide proiettata a Milano nell’affollata presentazione del Rapporto Coop 2023 sui consumi e gli stili di vita degli italiani. Il riferimento […] è non solo alla forza commerciale della grande distribuzione low cost ma anche ai riflessi che la penetrazione di un format come quello del discount decisamente targato Germania (si pensi a Lidl o Aldi) può avere nel breve e medio periodo sulla cosiddetta identità alimentare dei nostri connazionali.
[…] In quattro anni la quota di mercato dei low cost è cresciuta in Italia di 4,1 punti toccando quota 23 per cento ma secondo i dati Coop-Nomisma 8 italiani su 10 nei prossimi 12/18 mesi si rivolgeranno con maggiore continuità ai discount per mitigare l’effetto dell’inflazione.
E secondo la stragrande maggioranza dei manager del food and beverage interpellati, lo stesso discount sarà il canale distributivo con la crescita migliore nello stesso periodo di previsione. Se prendiamo l’ultimo dato di agosto, il più fresco, troviamo la conferma: tutta insieme la distribuzione scende di 0,2% in volumi e i discount invece in un solo mese segnano +1,7%. Ergo quel 23% di quota di mercato dell’oggi è destinato a salire.
E secondo i dirigenti della Coop ciò sta avvenendo senza che né la grande industria italiana né nel suo complesso il sistema paese abbiano tematizzato la discontinuità e i pericoli che contiene. “Il discount cambia l’assetto produttivo italiano” è il claim di chi suona l’allarme […]
Il contesto è ovviamente quello di una contrazione secca dei consumi, soprattutto dei ceti meno abbienti, causata dal combinato disposto tra livelli di inflazione ai quali fortunatamente non eravamo più abituati e una perdita del potere di acquisto che Coop stima (polemicamente) non inferiore al 15%.
[…] Ma l’ascesa dei discount, secondo i promotori della ricerca, mina la stessa identità alimentare italiana che consideravamo saldamente imperniata sulla dieta mediterranea. Un elemento-chiave di questa perdita di identità è il calo in soli due anni di 15 punti nei consumi dell’ortofrutta (con un prezzo medio salito invece di 16 punti). Resistono mele e kiwi, crolla tutto il resto.
[…] più in generale il popolo della dieta mediterranea arretra e sono raddoppiati coloro che dichiarano di aver perso ogni riferimento identitario abbandonando i dettami della cultura tradizionale, delle tipicità e del territorio. Se aggiungiamo la paventata germanizzazione della grande distribuzione il quadro si completa. E introduce una variante in quello che fino a oggi è stato il dibattito sull’identità alimentare, sostenuto con continuità dalla Coldiretti e sponsorizzato a piene mani dal governo e dal ministro Francesco Lollobrigida.
Il messaggio che arriva dalla ricerca “discount uber alles” è che a furia di perder tempo in roboanti comizi sull’integrità della dieta mediterranea e sull’impossibile autosufficienza nazionale in campo agro-alimentare in realtà non si è visto che i buoi stavano scappando. Il peso che l’inflazione sta avendo nel rimodellare i consumi e il ruolo che la grande distribuzione ricopre come gate di accesso alle scelte alimentari sono fattori di trasformazione così potenti che ridicolizzano le sagre di paese, i mercatini a km zero e tutte le trombonate sull’autarchia territoriale. […]
2 – DALLA FRUTTA E VERDURA AL TELEFONINO SI CONSUMA DI MENO E TORNA L’USATO Estratto dell'articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”
Tagliano sui pasti fuori casa, ma anche sulla frutta e sulla verdura. Comprano poco per volta, per non sprecare, e sempre più al discount. […] Le difficoltà economiche delle famiglie per la grande distribuzione si traducono in un calo delle vendite a prezzi costanti del 3% nei primi sette mesi di quest’anno, rileva il Rapporto Coop 2023. Nonostante il conto alla cassa lieviti nello stesso periodo del 10%, per via dell’inflazione.
[…] Tra le strategie di risparmio torna l’usato: 33 milioni, oltre la metà della popolazione, nell’anno passato hanno venduto o comprato beni di seconda mano. Mentre per il cibo «un italiano su cinque dichiara di aver perso ogni riferimento identitario, abbandonando anche i dettami della cultura tradizionale, delle tipicità o del territorio». Il consumo di frutta e verdura si è ridotto del 15,2% negli ultimi due anni, e per il 16% degli italiani si ridurrà ancora. Gli smartphone registrano un calo del 10% delle vendite negli ultimi dodici mesi, significa oltre 1,3 milioni di telefoni venduti in meno.
[…] la Coop lancia un appello ai produttori: «C’è la necessità di un confronto serio e costruttivo per dare una risposta a larga parte della popolazione italiana in difficoltà», dice la presidente Coop Italia Maura Latini.
E un appello al governo, perché se non si interviene sui salari i consumi di larga parte della popolazione sono destinati a ridursi ancora: «Il salario minimo non è un fatto solo economico, è una questione anche morale, un fatto economico e di giustizia: fatelo! – dice il presidente Ancc-Coop Marco Pedroni – È possibile che in un Paese come il nostro ci siano tre milioni e mezzo di persone che guadagnano 4, 5 o 6 euro l’ora?». […]