il Fatto Quotidiano, 8 settembre 2023
Gli anti Bergoglio fanno coincidere il secolo demoniaco col pontificato di Francesco
Le corna in Vaticano. In senso diabolico, non umanamente pecoreccio. Ad “avvistare” Satana e legioni di demoni cornuti in San Pietro fu addirittura il Vicario di Cristo: Leone XIII, il papa “sociale” della Rerum Novarum, che regnò per un quarto di secolo, dal 1878 al 1903. Era il 13 ottobre del 1884. Leone XIII si trovava nella Cappella Paolina, alla fine di una santa messa, e stava conversando con alcuni cardinali. All’improvviso il papa si bloccò, alzò la testa fissando qualcosa sull’altare e divenne pallido, il viso deturpato dal terrore. Quando torno in sé, salutò distrattamente e corse verso il suo studio. Ai cardinali che lo inseguirono rivelò: “Ho visto i demoni e ho sentito i loro bisbigli, le loro blasfemie, le loro denigrazioni. Ho sentito la voce raccapricciante di Satana sfidare Dio, dicendo che poteva distruggere la Chiesa e portare tutto il mondo all’inferno se gli dava abbastanza tempo e potere. Satana ha chiesto a Dio il permesso di avere 100 anni per influenzare il mondo come mai era riuscito a fare prima”.
Cent’anni anche per distruggere la Chiesa, dunque. Secondo questa “visione” profetica di Leone XIII, il secolo della distruzione di San Pietro è terminato nel 1984, ma con il concorso di successive apparizioni mariane e altre visioni di beati, la destra clericale che odia Bergoglio ha rifatto i calcoli per far coincidere il compimento del secolo satanico con il pontificato di Francesco, eletto nel 2013. Ed è per questo che don Alessandro Minutella va ripetendo da anni: “Bergoglio è l’emissario di Satana in Vaticano, dove comandano la lobby massonico-satanista e quella Lgbt”. Don Minutella è un sacerdote di Palermo con un discreto seguito fra i tradizionalisti ed è stato dapprima scomunicato per eresia e scisma (2018) e poi “dimesso dallo stato clericale”, l’anno scorso. Tuttavia ancora celebra in latino e riconosce come unico papa Benedetto XVI. Non solo. Qualche tempo fa, Magdi Allam, giornalista già europarlamentare della destra, postò sui suoi social un articolo di Silvana De Mari, controversa psicologa che scrive per La Verità e che chiama “sodomiti” gli omosessuali (è stata anche condannata per la sua omofobia), in cui si affermava che Francesco aveva “fondato una religione assolutamente opposta” al cattolicesimo. Tra i commenti al post spiccava questa certezza: “Lui (Francesco, ndr) è il Vicario di Satana”.
Insomma, tra “emissario” e “Vicario” siamo lì: per la destra clericale, che ama la dottrina e la tradizione, la Chiesa della misericordia di Francesco – quella ecumenica, non sorda ai diritti civili e impegnata nell’emergenza ambientale e sul fronte dei migranti – è la prova lampante della presenza di Satana (o Lucifero, altro suo nome) in Vaticano.
L’accostamento tra il papa argentino e il diavolo è universale fra gli anti-bergogliani, dal continente americano fino alla vecchia Europa. Gli Araldi del Vangelo (vedi Fq millennium n. 59) sono una filiazione di Tfp, Tradizione, famiglia e proprietà, un movimento brasiliano fondato dal “dottor Plinio”, credente antidemocratico e controrivoluzionario morto nel 1995.
(…) In questi due lustri di pontificato, Bergoglio è stato affiancato anche all’Anticristo, cioè alla massima rappresentazione della Bestia nel libro dell’Apocalisse. Il paragone infernale lo fece il cardinale Raymond Leo Burke, uno dei punti di riferimento della destra clericale.
(…) Il sospetto di Francesco apostata, per i tradizionalisti, avrebbe poi una conferma celeste nel presunto quarto segreto di Fatima, laddove in Portogallo la Vergine apparve a tre pastorelli nel 1917. Il segreto diviso in tre parti è stato ufficialmente reso pubblico, ma un libro di Antonio Socci nel 2006 ha ipotizzato l’esistenza di 25 righe che nessun papa ha avuto il coraggio di divulgare perché contenenti la profezia della fine della Chiesa.
(…) Ovviamente una “falsa Chiesa” governata da un papa al servizio di massoni, gay e satanisti merita comunque qualche castigo, in attesa della distruzione apocalittica. E qui s’incrocia la voce più forte degli antibergogliani, che martella a cadenza settimanale Francesco: monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Usa nel 2011 scatenò il Vatileaks I. Oggi Viganò è l’antipapa dei clericali di destra, che abbina alla fede un innamoramento politico per Trump e Putin. L’ex nunzio ha tuonato decine e decine di volte contro la Chiesa di Francesco, soprattutto quando è scoppiata la crisi globale del Covid.
Viganò spiegò che la pandemia era un castigo divino contro “la sodomia e l’eutanasia” e da fanatico no vax avvertì che la vaccinazione era un atto diabolico voluto dal Great Reset mondiale. Un’ossessione per gli antibergogliani. Il complottismo che diventa dogma. Ecco come, alla vigilia delle Presidenziali del 2020, Viganò descrisse il complotto in una lettera indirizzata a Trump, spaziando dai vaccini al reddito di cittadinanza universale (…) dandogli il ruolo di baluardo: “Attorno a Lei si riuniscono con fiducia e coraggio coloro che La considerano l’ultimo presidio contro la dittatura mondiale. L’alternativa è votare un personaggio (Biden, ndr) manovrato dal Deep State, gravemente compromesso in scandali e corruzione, che farà agli Usa ciò che Bergoglio sta facendo alla Chiesa, Conte all’Italia, Macron alla Francia, Sanchez alla Spagna, e via dicendo. Il nemico ha dalla sua parte Satana, che non sa che odiare. Noi abbiamo dalla nostra parte il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti schierati in battaglia, e la Santissima Vergine, che schiaccerà il capo dell’antico Serpente”. Purtroppo per Viganò (e non solo) Trump le elezioni le perse. Ma la battaglia contro il Serpente del Great Reset satanico va avanti.