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 2023  settembre 07 Giovedì calendario

Stadiod’emergenza

Alla gente è tornata la voglia di andare allo stadio, perché in definitiva il calcio vive per gli umori, i colori, gli odori e rumori che t’avvolgono a vederlo dal vivo. Ma allo stadio quale? Come? Dove? L’unico vantaggio dei nostri impianti fatiscenti è che i prezzi restano in molti casi moderati e il risparmio compensa la scomodità. Però che invidia per le meraviglie altrui di ultimissima generazione come il nuovo Bernabeu, che verrà inaugurato a dicembre e che intanto il Real sta presentando con filmati fantasmagorici che illustrano il nuovo aspetto esterno, il tetto retrattile e soprattutto il prato scomponibile: se deve essere allestito per altri eventi (concerti o partite di sport diversi come football americano, tennis o basket), il campo viene letteralmente fatto a fette e interrato nei sotterranei. Anche il Barcellona sta rendendo meraviglioso il Camp Nou, che verrà abbattuto e rifatto, con la capienza portata a 110 mila posti. Nel frattempo i blaugrana giocheranno nello stadio Olimpico del Montjuic almeno fino al novembre del 2024. Chiaramente la meraviglia costa: il Real ci ha investito un miliardo (i costi sono cresciuti di 300 milioni rispetto al preventivo e i tempi di realizzazione si sono dilatati di un anno) e cifre analoghe serviranno per il Camp Nou. A Madrid è da qualche estate che tirano la cinghia sul mercato per pagarsi le spese, ma la prospettiva di guadagno è smisurata: in fondo è per questo che si ammodernano gli impianti, mentre da noi la situazioneè stagnante come sempre.
Il calcio italiano spera che un impulso arrivi da Euro 2032: siamo i candidati unici assieme alla Turchia, è scontato che l’Uefa ce li assegni e l’occasione potrebbe tornare buona per le cinque o sei città che saranno sede di gara (potranno aumentare se la competizione passerà da 24 a 32 squadre), ma anche per le altre. Al momento, però, sembra difficile che piova denaro pubblico, come invece capitò per Italia 90: il Comitato tecnico per gli stadi, costituito dal ministro Abodi e di cui fanno parte anche Figc, Lega e Mef, si è riunito una sola volta, il24 luglio a Palazzo Chigi. La Federcalcio spera almeno nello snellimento degli iter burocratici e nell’accesso a crediti agevolati, ma resta il fatto che in Italia esiste da dieci anni una legge sugli stadi senza che da allora nessun impianto sia stato costruito da zero. Figurarsi con il tetto retrattile o il prato affettabile. In Francia, Spagna e Inghilterra sono stati investiti 2,5 miliardi negli ultimi anni per 13 progetti. Da noi, poche decine.
Certo, Milano e Roma sono pronte a partire. In particolare il Milan, che vorrebbe traslocare a San Donato Milanese tra il 2028 e il 2029, e la Roma, anche se nella capitale siamo ancora nella fase delle parole: oggi in Campidoglio (ci sarà ancheil sindaco Gualtieri) verrà presentato il dibattito pubblico sul progetto del nuovo stadio a Pietralata. È ancora lunga. Di stadi hanno parlato vis-à-vis sabato Friedkin e Cardinale, i padroni americani giallorosso e rossonero. E ne ha parlato ieri Lotito: «Stiamo lavorando con l’assessore all’Urbanistica per dare alla Lazio uno stadio. Prima di quello della Roma? Non è questo il punto. Il Flaminio? È un’opzione».
Fare presto è essenziale: chi prima arriva meglio alloggia, perché si troverebbe in vantaggio nella corsa ai finanziatori. In questo senso l’Inter sembra più indietro, condizionata dalle incertezze economiche del club: i nerazzurri hanno comunque individuato un’area, a Rozzano, e un orizzonte temporale, lo stesso del Milan: il campionato 2028/2029. Cosa sarà di San Siro, non si sa. In Serie A, intanto, ci sono soltanto tre stadi davvero moderni, quelli di Juventus, Udinese e Frosinone. L’Atalanta, che in questa stagione completerà i lavori al Gewiss, ci sta arrivando. Il Cagliari da sei anni gioca in una struttura provvisoria e confida di avere il via libera per il nuovo Sant’Elia a ottobre e la Fiorentina spera che il Comune ottenga, dopo il ricorso al Tar, i fondi del Pnrr per il nuovo Franchi. Ci sono nazioni (inclusa la Turchia con cui condivideremo Euro 2032) che sono nel futuro, noi stiamo faticosamente tentando di arrivare al moderno.