La Stampa, 7 settembre 2023
Scuola, intervista a Valditara
Anche i supplenti di sostegno potranno rimanere nella stessa scuola per il ciclo scolastico dello studente con disabilità. È una delle principali novità che il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara vorrebbe introdurre. Ma sul tema del sostegno, il lavoro da fare è molto. Ridurre il precariato e il turnover, aumentare i posti per la specializzazione sul sostegno (che nel prossimo anno accademico saliranno a 30 mila), bandire un nuovo concorso per oltre 13mila posti. E ancora: investire nelle tecnologie informatiche che oggi sono un potentissimo aiuto in particolare per i ragazzi con disabilità, rendere possibile la partecipazione degli studenti disabili a più iniziative extrascolastiche. E provvedere alla rimozione delle barriere architettoniche. In queste ore frenetiche, alla vigilia della riapertura delle scuole, al ministero dell’Istruzione e del Merito in viale Trastevere a Roma questi sono i punti principali del dossier “sostegno”.
Nello scorso dicembre, il ministro Giuseppe Valditara ha partecipato al congresso Fish (Federazione Italiana per il superamento dell’handicap), l’occasione era la Giornata Internazionale delle persone con disabilità. Sul quel palco a Roma ha annunciato «la riforma dei docenti di sostegno». Partendo da tre punti principali. Primo: aumentare il numero complessivo degli insegnanti di sostegno. Secondo: perfezionare la loro preparazione professionale. Terzo: dare continuità al rapporto psicologicamente ed educativamente importante tra ogni singolo allievo disabile e il suo insegnante di sostegno.
Ministro, uno dei punti critici resta la continuità didattica non garantita al 59% degli studenti disabili. Cosa si possono aspettare le famiglie alla ripresa delle lezioni?
«Stiamo lavorando alla modifica del regolamento per le supplenze, in modo da consentire la conferma dei docenti precari sui posti ricoperti per tutta la durata del ciclo scolastico frequentato dagli studenti con disabilità che sono loro affidati, nel pieno accordo fra le famiglie e le istituzioni scolastiche. Su questo apriremo un confronto con i sindacati. Mentre gli insegnanti di ruolo reclutati quest’anno sono già vincolati a mantenere la cattedra per almeno tre anni».
Restano vacanti 13.780 posti di sostegno: rispetto allo scorso anno il trend è positivo, c’è una copertura in organico di 3.802 cattedre in più rispetto al 2022. Ma non basta.
«C’è un miglioramento netto anche grazie alla “mini call veloce”, un istituto introdotto da noi. La call veloce, utilizzata nell’ambito della procedura di reclutamento straordinario per lo scorrimento delle graduatorie provinciali per le supplenze di prima fascia, ha permesso di nominare in ruolo 2.444 docenti su posti disponibili in regioni diverse da quelle di inserimento in graduatoria, massimizzando così le nomine dei nuovi specializzati. Abbiamo beneficiato di una netta semplificazione grazie a una procedura informatizzata e rapida che ha permesso di reclutare il 20 per cento delle nomine totali».
Docenti non qualificati, docenti non sempre in grado di accogliere la complessità del ruolo: quello della specializzazione resta un problema macroscopico che investe non solo la professionalità ma anche l’attitudine. Su questo cosa si sta facendo?
«Tutti i docenti messi in ruolo con assunzioni a tempo indeterminato sono specializzati. Abbiamo sicuramente bisogno di incrementare in modo significativo i Tfa, cioè la formazione specialistica dei giovani sul sostegno. Arriviamo nel nuovo accademico a quota 30 mila. Va incrementato l’organico di diritto per dare più qualità all’insegnamento di sostegno e per aumentare la continuità didattica».
Nel 2022-23 290mila iscritti con certificazioni hanno richiesto un insegnante di sostegno. La forbice tra i docenti a disposizione e gli aventi diritto resta alta. Il numero dei docenti va incrementato?
«Non vi è dubbio che abbiamo la necessità di incrementare il numero dei docenti sul sostegno. Le nomine di ruolo autorizzate dal ministero sono 18.023. Le nomine andate a buon fine sono state quest’anno il 74% a fronte del 53,2% del 2022. Abbiamo poi assunto 68.269 supplenti fino al termine delle attività didattiche, con nomina fino al 30 giugno. Se il numero delle certificazioni dovesse aumentare durante l’anno, aumenterà anche il numero delle supplenze per garantire il diritto allo studio».
I gifted children in Italia sono circa il 5% della popolazione scolastica, secondo i dati del Lab Talento dell’Università di Pavia. Gli studenti plusdotati rientrano tra i Bes (bisogni educativi speciali). Esperti e dirigenti lamentano la mancanza di linee guida e di prassi comuni per la presa in carico a scuola. Un vuoto da colmare?
«Un ruolo importante potrà svolgerlo il docente tutor: penso che possa essere utile la personalizzazione didattica al fine di potenziare le loro competenze. Un percorso che possa individuare i loro talenti e li valorizzi con il contributo degli altri docenti della classe».
Chi è per il ministro Valditara l’insegnante di sostegno?
«È una figura centrale che va valorizzata anche perché la società attuale è una società sempre più consapevole della necessità di farsi carico dei disagi che emergono. L’insegnante di sostegno sarà sempre più importante in una scuola che vorrà farsi carico di promuovere le diverse abilità di tanti giovani che hanno straordinarie potenzialità e che devono essere aiutati ad esprimerle al meglio». —