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 2023  settembre 07 Giovedì calendario

Intervista ai Rolling Stone

LONDRA –  A volte ritornano. Altre volte, non se ne sono mai andati. Come nel caso dei Rolling Stones: rieccoli, gli intramontabili ottantenni, a presentare alla stampa internazionale un nuovo album, Hackney Diamonds, in uscita il 20 ottobre, preceduto da un singolo, Angry, disponibile da ieri, un nuovo logo e una campagna promozionale iniziata su un giornaletto gratuito di Hackney, quartiere di East London, una sorta di East Village londinese.
“Don’t get angry with me”, non arrabbiatevi con me, recita il ritornello della canzone lanciata mercoledì. È il primo album registrato in studio da materiale originale da diciotto anni a questa parte: un avvenimento epocale, anche se nel frattempo il gruppo ha continuato a esibirsi in concerti in mezzo mondo. Oltre ai tre membri originali della band ancora in vita, Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood, contiene contributi musicali di Charlie Watts, il batterista morto nel 2021 poco prima del tour per il sessantesimo anniversario della leggendaria rock band. Contiene anche le voci di svariate guest star, da Stevie Wonder a Lady Gaga: per sottolineare che sarà l’ultimo, un addio? Chissà. A vederli all’Hackney Empire, il teatro art déco in cui apparvero Duke Ellington e Charlie Chaplin, scelto per incontrare i giornalisti (con il conduttore tv americano Jimmy Fallon a porre le nostre domande), viene in mente un post circolato di recente su Facebook che mostra Jagger, 80 anni, accanto all’81enne Mitch McConnell, leader repubblicano del Senato Usa, con questo commento: i benefici di una vita di sesso, droga e rock-and-roll non vanno trascurati.
Da dove viene il titolo Hackney Diamonds?
Jagger: “È un’espressione gergale per indicare il finestrino dell’auto ridotto in pezzi quando vai a riprenderla dopo avere parcheggiato ad Hackney. I diamanti, ad Hackney, sono quei pezzetti di vetro fracassati. Ma è anche un omaggio a questo incredibile quartiere”.
 
Quanto tempo ci avete messo a produrre l’album?
Wood: “Qualche mese, abbiamo cominciato a registrarlo in studio a Los Angeles lo scorso dicembre e a febbraio era pronto”.
Jagger: “Ma si può anche dire che ci abbiamo messo diciotto anni, quanti ne sono passati dal precedente album di materiale originale. Siamo un po’ pigri, ammettiamolo”.

E dove avete cominciato a pensarlo?
Jagger: “In Giamaica, dove Keith ed io abbiamo trascorso un po’ di tempo insieme iniziando a scrivere i testi. Poi ci siamo trovati con Ronnie a New York, siamo andati avanti, e a Los Angeles c’è stato il lavoro in studio”.

C’è anche il contributo di Charlie Watts, che non è più con voi?
Richards: “Charlie ci manca terribilmente. In due dei dodici pezzi dell’album c’è lui alla batteria, perché abbiamo usato brani registrati nel 2019. Negli altri il batterista è Steve Jordan, che Charlie ci aveva raccomandato come suo erede: “se mi succede qualcosa”, aveva detto” (gli occhiali scuri impediscono di vedere se è commosso, ndr.)

Quale è il messaggio del singolo Angry?
Jagger: “La rabbia, come suggerisce il titolo. Il disgusto, perfino, verso un certo conformismo. Ma nessuno può rimanere arrabbiato per diciotto anni di fila, per cui nel complesso i dodici brani dell’album hanno temi eclettici, un misto di cose, anche canzoni d’amore”.

È vero che preferite suonare di notte?
Jagger: “Sì, ma questo è un album che si può ascoltare a qualsiasi ora!”

Qui ad ascoltarvi ci sono un migliaio di giornalisti da tutto il mondo: vi ricordate la vostra prima conferenza stampa?
Jagger: “Come no, era in un pub di Denmark Street (la strada di Londra dei negozi di articoli musicali, ndr.), c’erano due giornalisti, abbiamo dato loro l’album, abbiamo bevuto una birra ed è finita lì”.

Preferite esibirvi ai concerti o registrare in studio?
Jagger: “Sono entrambe due esperienze da Santo Graal, ma differenti”.
Richards: “Suonare dal vivo è il massimo per una band, ma è bello passare molte ore insieme in uno studio, è il modo per sentirci uniti”.

Quando scrivete una nuova canzone, pensate al pubblico che la ascolterà?
Jagger: “Più di tutto la suoniamo per noi stessi, per il piacere di suonarla”.
Richards: “Pensiamo che, se piace a noi, forse piacerà anche al pubblico”.

Avete un vostro brano preferito che vi piace ascoltare?
Richards: “A dire la verità, no”.
Jagger: “Non mi pare”.
Wood: “Jumping Jack Flash!” (e si mettono a cantarla tutti e tre, ndr.)

Vi è mai capitato di vedere una delle vostre fan tra il pubblico di un concerto e pensare: vorrei sposarla?
Wood: “Sì, certamente! E l’ho anche fatto! Nei miei sogni, s’intende”.
Richards: “Oh, io le sposerei tutte!”

Voi che state insieme da più di sessant’anni, avete un consiglio per chi vuole avere un lungo matrimonio?
Jagger: “Non parlare troppo. Ma, scherzi a parte, siamo davvero felici dei nostri sessant’anni insieme”.