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 2023  settembre 04 Lunedì calendario

L’autunno caldo dell’editoria

Questa lunga estate può essere ribattezzata con il titolo più fortunato del momento: Il mondo al contrario. Non solo perché il libro autoprodotto del generale Vannacci su Amazon continua a macinare migliaia di copie a dispetto di tutte le strategie di promozione dei colossi dell’editoria. Ma perché, questi ultimi, tallonati da un’emorragia di lettori e di ricavi, provano a tamponare rimescolando le figurine dei propri organigrammi. Una rentrée con un valzer di poltrone che a conti fatti ridisegna il nostro comparto librario.
Sotto l’ombrellone editor e direttori editoriali hanno fatto e disfatto bagagli per traslocare da un ufficio all’altro. Sono soprattutto le donne, professioniste di lungo corso, a reggere il timone. Soffia un vento nuovo da tempo. A dirigere per il prossimo triennio il Salone del libro di Torino sarà non a caso la ferrarese Annalena Benini, autrice per Einaudi del recente Annalena, memoir su un’omonima cugina missionaria. L’effetto domino è stato avviato all’inizio dell’anno dal cambio di casacca in Guanda. A scegliere i titoli italiani è subentrata, reduce dalla direzione didattica della Scuola Holden, Federica Manzon, scrittrice e già editor in Mondadori. Proprio a Segrate si registra il passaggio di consegne più rilevante. Marilena Rossi, classe 1977, editor che da tre lustri affianca autori noti come Teresa Ciabatti o Alessandro Piperno (oggi alla guida della prestigiosa collana dei Meridiani), si guadagna la promozione sul campo e va a dirigere la narrativa italiana. Rossi succede a Giovanni Francesio che lascia Mondadori per Neri Pozza. Chissà che non riesca a strappare qualche autore alla sua ex collega e traghettarlo nel catalogo di una casa editrice che annovera pezzi da novanta come Romain Gary o Eskhol Nevo. Giuseppe Russo, colui che ha diretto Neri Pozza per vent’anni e che gli ha portato in dote due anni fa il premio Strega grazie a Due vite di Emanuele Trevi, sgombra la sua scrivania per dare vita a un nuovo progetto in casa Feltrinelli. Coadiuvato da Roberto Cotroneo nel ruolo di editor per la narrativa italiana, Russo si intesta Gramma, marchio di qualità con l’obiettivo di una trentina di titoli all’anno spaziando dalla fiction alla saggistica.
Rizzoli, per tornare alla galassia Mondadori, dopo avere centrato due best-seller di area destrorsa come Il sistema di Sallusti-Palamara e Io sono Giorgia della premier Meloni, si affida alla friulana Federica Magro, solida esperienza nei tascabili prima negli Oscar e poi in Bur. Probabile all’orizzonte anche la sfida, sul fronte della narrativa italiana, di riportare al centro del dibattito autori e autrici di una Rizzoli che, eccetto il nome di punta Walter Siti, non indovina più casi letterari delle proporzioni di Acciaio firmato da Silvia Avallone. Il suo pigmalione di allora, Michele Rossi, è dirottato dal gruppo Feltrinelli alla guida della sua controllata Sem, casa editrice fondata da Riccardo Cavallero (le modalità della sua fuoriuscita sono state al centro di polemiche) che ha in catalogo tra gli altri David Leavitt e Antonio Moresco. Sempre il gruppo Feltrinelli – che dal 2017 annovera tra le sue sigle di proprietà anche Marsilio – promuove il responsabile dell’area marketing Fabio Ferlin a nuovo direttore editoriale della casa editrice veneziana amministrata dagli eredi di Cesare De Michelis e guidata, sul fronte della narrativa di casa nostra, da una editor nota al grande pubblico come la scrittrice Chiara Valerio.
Cambio della guardia anche per Sperling & Kupfer, Piemme e Frassinelli. Marchi che annoverano soprattutto autori stranieri di genere del calibro di Stephen King, Danielle Steel, Micheal Connelly. A capitanarle Martina Donati, classe 1967. Nel suo curriculum la narrativa Young Adult per Giunti e lo scouting per Newton Compton. Fatalmente proprio da Sperling e Piemme trasloca l’editor Grazia Rusticali, la quale va a dirigere Nord, la casa editrice (merito soprattutto l’ex direttrice, ora in pensione, Cristina Prasso) che ha portato in cima alle classifiche la trilogia della Saga dei Florio di Stefania Auci. E che da settimane bissa con la fresca vincitrice del premio Bancarella Francesca Giannone con il suo romanzo di emancipazione femminile La portalettere.
C’è spazio pure per una nuova scommessa, in barba alla crisi e alle iniezioni di sfiducia. Da ottobre approdano in libreria i primi due titoli di un editore indipendente con sede a Torino. Ago edizioni si propone di recuperare traduzioni inedite o capolavori dimenticati del Novecento. Si comincia con Confessione di mezzanotte di Georges Duhamel e I condannati dell’Escambray di Norberto Fuentes. Chissà se questi gioielli d’autore troveranno spazio in Go Giunti Odeon, nuovo concept di libreria che aprirà i battenti in autunno a Firenze nei locali dello storico cineteatro Odeon. Uno spazio multiculturale innovativo la cui direzione artistica è stata affidata a Gabriele Ametrano, anima di quella Città dei lettori che, oltre che un festival, speriamo sia una felice profezia per la nostra editoria in affanno.