Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  settembre 04 Lunedì calendario

Vendere online la sabbia della Sardegna

 I ladri di sabbia sono sempre più un esercito di predoni, in Sardegna. Alla fine delle vacanze, su ogni dieci turisti almeno quattro infilano in valigia un “ricordino” raccolto nelle spiagge, da Caprera fino alle dune di Chia. Nonostante dal 2017 una legge regionale punisca i furti di granelli, conchiglie e ciottoli con una sanzione amministrativa da minimo 500 euro, massimo 3.000. Come se non bastasse, anche il Codice della navigazione è severissimo, con all’orizzonte addirittura sei mesi di carcere per i trasgressori.
Neanche questi spauracchi, però, hanno fatto arretrare i villani dell’estate. L’altro giorno, al porto di Olbia, due turisti modenesi sono stati intercettati dalla Forestale con 11 barattolini etichettati a seconda della spiaggia da dove avevano portato via la preziosa refurtiva. Ladri seriali, dunque, come confermato dalla pagina Facebook “Sardegna rubata e depredata”, con oltre 80mila seguaci, che quasi ogni giorno aggiorna il registro dei furti. Il sequestrato alla “frontiera” è solo una minima parte del bottino stagionale: 72 i chili intercettati nel 2021, quasi il doppio l’anno successivo. Basti pensare che, nel 2019, i magazzini dell’aeroporto di Olbia sono stati svuotati da oltre 10 tonnellate di sabbia, rocce, conchiglie sequestrati allora negli ultimi dieci anni. I nascondigli escogitati dai predoni per superare i controlli sono molto simili a quelli praticati dai trafficanti di droga: nei sottofondi delle valigie, all’interno della ruota di scorta delle auto, nell’intercapedine di camper e roulotte.
C’è chi ruba i granelli come souvenir, ma altri trasformano il saccheggio in un vero affare, rivendendo la merce appena rientrati a casa. Il sindaco di Cabras, Andrea Abis, lo ha denunciato di recente, dopo essersi imbattuto in un annuncio commerciale sulla piattaforma eBay: «Vendesi – scriveva un turista d’origine tedesca – “chicchi” di quarzo della spiaggia di Is Arutas, nell’Oristanese, a 27 euro a pacchetto». Il venditore è stato identificato dalla Polizia postale e denunciato. Proprio le spiagge dell’Oristanese sono fra i luoghi preferiti dai predoni: i “brillanti” di quarzite sono fra i più ambiti, stando ai post che girano su Internet. Poi ci sono le spiagge della Gallura, con l’isola di La Maddalena considerata una miniera. Per fortuna, ogni tanto, qualche ladro di sabbia si ravvede e restituisce il maltolto. Come una turista lombarda che pochi mesi fa, a quarant’anni dal furto, ha restituito 10 chili sabbia che aveva rubato fra Is Arutas e Torre dei Corsari, sempre nell’Oristanese, con allegato al pacchetto un bigliettino di scuse.