Corriere della Sera, 3 settembre 2023
Generazione Guppies
Sono passati a trovarci due amici inglesi e hanno lasciato dietro di sé, come da tradizione, una scia di giornali e settimanali. Tra questi un numero di agosto del Magazine di The Times. L’ho sfogliato e ho scoperto i Guppies, una tribù che non conoscevo. Il termine sta per Given Up on Property. In sostanza: quelli che hanno rinunciato a comprarsi una casa, e hanno meno di quarant’anni.
Inglesi e americani sono bravi a coniare sigle e creare classificazioni. Il termine Yuppies (Young Urban Professionals) è stato usato per la prima volta a Chicago nel 1980. Che ne è stato di loro? Considerato che i «giovani professionisti urbani» avevano, allora, una trentina d’anni, oggi si concentrano su altri valori: quelli dei colestorolo. All’acronimo Yuppies ne sono seguiti altri, tra cui Yaps (Young Aspiring Professionals), Dinkies (Dual Income No Kids, due stipendi niente figli). Guppies, mi mancava.
Il lungo articolo di The Times racconta l’odissea di Lucy, una trentatreenne che, dopo l’università, ha cambiato undici alloggi. Per lei, come per milioni di inglesi di quella generazione, acquistare casa è un miraggio: stipendi troppo bassi e prezzi troppo alti, soprattutto a Londra e dintorni.
In Italia è diverso? Sì, probabilmente è peggio. Se non ne abbiamo la percezione, c’è un motivo. La generazione dei genitori – la mia generazione – spesso ha ricevuto case in eredità, o le ha acquistate, e può dare una mano a figli e nipoti al momento di trovare una sistemazione. Questo soccorso familiare, nell’Europa del nord, è meno frequente. Per quanto può reggere il meccanismo italiano? Ed è giusto che studio, impegno e lavoro non consentano a una trentacinquenne di comprarsi la casa che vuole?
Il super-bonus del 110%, che quest’anno potrebbe costare allo Stato italiano tra 20 e 30 miliardi, è destinato – ovviamente – a chi una casa ce l’ha già. Esiste una dimostrazione migliore di quanto poco c’importi del futuro collettivo? Con uno stipendio di 2mila euro al mese non si acquista un immobile; e una retribuzione del genere, per molti trentenni, è già un sogno. «Things fall apart; the centre cannot hold» (ogni cosa crolla, il centro non può reggere), scriveva W. B. Yeats. Che non era un’agente immobiliare, ma due o tre cose le aveva capite.