Corriere della Sera, 3 settembre 2023
Le ambizioni dell’India nello spazio
L’India è ormai una potenza spaziale. Il 23 agosto, quarta nazione al mondo dopo Stati Uniti, Russia e Cina, l’India ha posato un «lander» sul nostro satellite e, ieri, come se non bastasse, ha lanciato nello spazio una sonda destinata allo studio del Sole. Questo è un evento doppiamente memorabile. Un Paese che fu per molti anni una colonia britannica, amata e ammirata, ma pur sempre soggetta agli ordini del governo imperiale inglese, ha riconquistato dal secondo dopoguerra il pieno controllo delle sue terre ed è diventata una delle prime potenze protagoniste di una nuova storia umana: il «neocolonialismo». Conoscevamo gli anni in cui i nuovi Stati europei, sorti dalla disintegrazione del Sacro Romano Impero, creavano nuovi Stati e poi nuovi imperi in Africa e in Asia, dove le terre conquistate divenivano colonie di diverse potenze euro-atlantiche (la Francia, la Spagna, il Portogallo, l’Italia e la Germania). Assistemmo allora alla nascita di un impero coloniale britannico e di imperi meno grandi, ma estesi in Asia sino alle terre che non erano state assorbite dalla Cina. Da oggi in poi assisteremo a un altro fenomeno non meno interessante. Le terre colonizzate dall’Europa e divenute indipendenti non sono meno ambiziose e sono protagoniste di un fenomeno che potremmo chiamare neocolonialismo, seppure di natura tecnologica ed economica. Neocolonialisti saranno molto probabilmente anche i russi che, dopo avere dovuto rinunciare ai loro satelliti comunisti, cercano una terra e un impiego in Africa.