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 2023  settembre 02 Sabato calendario

Il vino palestinese di Sari Khoury

Niente Cabernet Sauvignon e Chardonnay, che hanno bisogno di una diversa irrigazione, ma piuttosto vitigni autoctoni come Dabouki e Jandali, capaci di resistere al sole anche con poca acqua, un bene molto prezioso. È la scelta dell’architetto palestinese Sari Khoury, nato e cresciuto a Gerusalemme, che ha lasciato Parigi, dove lavorava, ed è rientrato in patria per fondare a Betlemme nel 2015 un’azienda vinicola battezzata Philokalia, parola greca che significa «amore della bellezza» e può richiamare, se vogliamo, la raccolta di testi di ascetica e mistica della Chiesa cristiana ortodossa pubblicata in greco a Venezia nel 1782 da Nicodemo l’Agiorita. Su un’etichetta, insomma, sono nascosti secoli di storia.
Sami Khoury produce 10.000 bottiglie all’anno nel suo angolo di terra, accerchiato dagli insediamenti ebraici di Gush Etzion. Nonostante, scrive The Economist, la difficoltà di trovare lavoratori e gli ostacoli imposti dalle autorità israeliane. «Non posso nemmeno costruire un capannone per i miei attrezzi, che devo portare con me in macchina ogni volta», ha detto al settimanale britannico. Un altro impedimento è la presenza dei checkpoint che complicano i movimenti delle persone e delle merci. Viene in mente lo splendido cortometraggio The present della palestinese Farah Nabulsi, dove il viaggio di un padre e della figlia per comprare un frigorifero diventa la discesa in un inferno che non sarebbe mai dovuto esistere, ricordandoci che il diritto di proteggere la sicurezza e bloccare le infiltrazioni terroristiche non obbliga a compiere violazioni dei diritti più elementari.
«Voglio creare la più alta qualità di vino possibile ed essere giudicato nel merito», dice ancora l’ex architetto, aggiungendo che questa è la sua «resistenza». Una parola-chiave, resistenza, mentre in Israele le strade si riempiono ogni sabato sera, da trentaquattro settimane, di decine di migliaia di persone che protestano contro la riforma del primo ministro Benjamin Netanyahu che riduce i poteri di controllo della Corte suprema a vantaggio del governo, minando le fondamenta della democrazia. Una folla immensa che ama la pace, come Sari Khoury.