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 2023  settembre 02 Sabato calendario

Dal Reddito di cittadinanza al Siisl il nuovo portale è un percorso a ostacoli

Ventisette settembre 2018. Uno scatenato Luigi Di Maio si affacciava su piazza Colonna dal balcone di Palazzo Chigi annunciando trionfante: «Abbiamo abolito la povertà!».
Erano i tempi del primo governo Conte e quella frase un po’ mitomane malcelava tutto l’orgoglio del Movimento Cinque Stelle per essere riuscito a inserire nel Def il cavallo di battaglia del welfare alla grillina: il reddito di cittadinanza.
Dopo nemmeno un lustro si è già voltato pagina con la partenza della prima misura post Rdc targata Giorgia Meloni. Ieri hanno debuttato il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) e il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), la piattaforma per l’incrocio tra domanda e offerta di formazione e lavoro. Sono i principali strumenti che danno gambe della misura «anti assistenzialismo» voluta dall’esecutivo a sostegno delle persone occupabili in situazione di povertà e che prevede la partecipazione a un percorso formativo durante il quale, per un massimo di dodici mesi non rinnovabili, chi è coinvolto riceverà un contributo di 350 euro mensili, a condizione che si frequentino corsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale o altra misura di attivazione lavorativa, per la loro durata. Possono farne richiesta i componenti tra i 18 e i 59 anni dei nuclei familiari con Isee non superiore a 6 mila euro.
Dalla fine di luglio l’Inps ha fatto partire circa 188 mila comunicazioni di stop ai nuclei familiari che hanno raggiunto il limite di sette mensilità nel 2023, che non hanno tra loro componenti minori, disabili o over-60 e non sono stati presi in carico dai servizi sociali. Si stima che fino a fine anno saranno in tutto 229 mila le famiglie coinvolte dalla nuova misura che manda in pensione in reddito.
La nuova piattaforma
Per accedere alla nuova piattaforma non bisogna certo possedere le capacità di un hacker o di un qualsiasi esperto di informatica, però il meccanismo di accreditamento è tutt’altro che intuitivo. Come spiegato nelle Faq sul sito dell’Inps per accedere al portale Siisl bisogna essere in possesso di Spid o di carta d’identità elettronica. Già questo può essere considerato un primo scoglio, soprattutto se si considera la platea alla quale ci si rivolge e il fatto che meno di un italiano su due (il 46%) ne è dotato. Tant’è.
A quel punto il richiedente deve affrontare tutta una serie di passaggi caratterizzati da sigle piuttosto scoraggianti. Dopo aver compilato il curriculum bisogna sottoscrivere il “Pad”, che sta per patto di attivazione digitale. Un’operazione che comporta la compilazione della “Did”, dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, e poi la scelta di un “Cpi”, centro per l’impiego, la selezione di almeno tre Agenzie per il Lavoro, e infine l’autorizzazione al trattamento dei dati. Senza dimenticare l’inserimento di tutta una serie di comunicazioni come la cittadinanza, la residenza, il documento di riconoscimento, i recapiti per le comunicazioni, l’autodichiarazione sulla situazione reddituale.
Il percorso sul sito dell’Inps, va detto, è guidato. Però piuttosto macchinoso, lungo e dunque logorante. Una volta arrivati alla fine del procedimento i dati vengono inviati ai centri per l’impiego (oltre che alle Agenzie per il lavoro indicate) dove il beneficiario deve sottoscrivere il Patto per il servizio personalizzato e quindi aderire a un programma di politica attiva. Proprio con l’avvio di una qualsiasi delle politiche attive, inclusi formazione, tirocini, progetti utili alla collettività o altro, ha anche inizio l’erogazione del beneficio mensile per la durata del corso o dell’attività, per un massimo di 12 mesi.
I primi riscontri dell’Inps
A meno di 24 ore dal debutto on line della piattaforma, l’Inps ha fornito i primi numeri sugli accessi. Ieri nel tardo pomeriggio erano state processate oltre 8 mila domande. Un flop? Un successo? Forse è troppo presto per dirlo.
Quel che è certo è che si ascolta la campana dell’esecutivo tutto sembra filare alla perfezione. «Ce l’abbiamo fatta, abbiamo poggiato la prima pietra» ha detto ieri la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, durante la sua visita alla direzione generale dell’Inps. «Questo è il punto di partenza per uno sviluppo e una integrazione di una piattaforma tecnologica che può e deve diventare molto di più» ha aggiunto la ministra, rivendicando poi l’efficacia del nuovo sistema. «La piattaforma si prefigge di dare una risposta ai fabbisogni di formazione e di riqualificazione e di lavoro. Mette in rete sistemi che non si sono mai parlati in questi anni». Secondo Calderone «negli ultimi 20 anni i sistemi dei vari soggetti del mondo del lavoro hanno camminato parallelamente senza mai toccarsi, in questo momento invece stanno facendo confluire le informazioni, che si rendono disponibili ad una massa importante di soggetti che si trovano in una condizione particolare, quella di non avere lavoro».
Una «massa», così l’ha definita la ministra, che secondo la Cgil rischia di pagare cara la scelta del governo di archiviare il reddito. «Il taglio delle misure contro la povertà non solo acuisce una questione sociale già drammatica, ma risulterà controproducente anche per la stessa crescita del Paese» ha commentato il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.