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 2023  settembre 02 Sabato calendario

Giorgia zittisce Giambruno

La decisione di Andrea Giambruno di chiarire in televisione il contenuto delle sue parole sullo stupro di Palermo e di smettere improvvisamente di parlarne è stata presa su consiglio della compagna e premier Giorgia Meloni, dice una fonte qualificata, al corrente dei colloqui tra i due. Il conduttore di Rete 4, nella puntata di martedì pomeriggio, infatti, era andato in onda spiegando che le sue parole sugli stupri riportate quella mattina dal Fatto (“Se eviti di ubriacarti, eviti di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi”) erano state “strumentalizzate” precisando che “nessuno in questo luogo ha giustificato l’atto, anzi sono stati utilizzati dei termini molto precisi come ‘abominevole’ per quanto riguarda l’atto e sono stati definiti ‘bestie’ gli autori”. Il giorno successivo, in un’intervista concessa al Corriere della Sera, Giambruno aveva annunciato che non avrebbe più parlato di quella violenza, nonostante i casi di cronaca nera siano al centro della sua rubrica quotidiana Diario del Giorno ma escludendo pressioni della premier: “Non si è mai permessa di dirmi cosa dire”. Mercoledì pomeriggio l’anchorman ha deciso di dedicare tutta la puntata ai problemi della sanità, mentre giovedì e ieri è stato sostituito dalla collega Elena Combini.
La strategia difensiva gli sarebbe stata caldamente consigliata da Meloni: dopo le sue parole in diretta e la polemica da parte dell’opposizione, infatti, i giornali italiani e internazionali hanno iniziato ad associare le parole del conduttore al governo e questo non è piaciuto alla presidente del Consiglio. Così sarebbe stata lei a chiedergli di andare in onda senza scusarsi (sarebbe stata un’ammissione di colpa troppo evidente) ma condannando nettamente le violenze e attaccando i propri nemici di voler “strumentalizzare” il suo pensiero. Così facendo Meloni avrebbe chiesto espressamente a Giambruno di “chiudere il caso”. Ed è per questo che il conduttore ha smesso di parlare delle violenze sessuali di Napoli e Palermo dal giorno successivo, cambiando tema nonostante gli spunti di cronaca fossero ancora molti.
La premier non è voluta intervenire pubblicamente sulla questione –­evitando anche le inevitabili domande nella trasferta di giovedì a Caivano­– perché, nonostante non voglia mostrare alcuna ambiguità sulla condanna delle violenze sessuali nei confronti delle donne, ritiene il “caso Giambruno” diverso da quello che aveva riguardato il presidente del Senato Ignazio La Russa, che a luglio aveva firmato un comunicato in cui sembrava colpevolizzare la vittima della presunta violenza sessuale di cui è accusato il figlio Leonardo Apache (“lascia molti interrogativi il racconto di una ragazza che aveva assunto cocaina” e “denunciato 40 giorni dopo”). La premier dal vertice Nato di Vilnius aveva spiegato che, al posto di La Russa, non sarebbe intervenuta mostrandosi “solidale con la ragazza”. Su Giambruno invece la premier non ha detto niente. Il motivo, spiegano due persone vicine a Meloni, è che il primo è presidente del Senato, il secondo è un giornalista di un’azienda privata. Perciò il chiarimento è stato riservato.
L’ordine del silenzio è stato dato anche ai parlamentari e dirigenti di Fratelli d’Italia: nessuno, tranne la senatrice rampelliana Lavinia Mennuni, è intervenuto in difesa di Giambruno. “Non è esponente di Fratelli d’Italia”, è la linea ufficiale. La volontà, insomma, è quella di chiudere il caso il prima possibile. A breve, intanto, Giambruno si trasferirà da Milano a Roma per continuare a condurre Diario del Giorno ma stando più vicino alla famiglia. A Mediaset sperano che non faccia più parlare di sé per le sue sparate.