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 2023  settembre 02 Sabato calendario

Rame, furto del secolo in Germania

Un altro caso di opacità contabile nel mercato delle grandi aziende tedesche. Ieri alla Borsa di Francoforte è caduta Aurubis, partita da un meno 17% a inizio seduta per terminare a meno 7,2%. L’azienda, che produce circa 1,1 milioni di tonnellate di cavi di rame all’anno che vengono utilizzati nell’industria mondiale, ha dichiarato di aver trovato «serie indicazioni di carenze del metallo» nei dati sulle scorte e di sospettare che un’organizzazione criminale abbia rubato parte del metallo. Aurubis ha un fatturato di 18,5 miliardi di euro all’anno e opera con i più grandi stabilimenti europei per la fusione e il riciclo del rame vicino ad Amburgo. Sebbene il danno non sia stato ancora quantificato esattamente l’azienda pensa sia nell’ordine «delle centinaia di milioni» e ciò significa che la società ha dovuto lanciare un allarme utili avvertendo che non sarà in grado di raggiungere profitti prima delle tasse tra i 450 e i 550 milioni di euro nell’anno fiscale che termina a settembre.
Il rame, che costa 8000 dollari a tonnellata, insieme ad altri metalli per uso industriale, come il nickel, sono stati spesso al centro di casi di truffe o ruberie da parte della criminalità organizzata. All’inizio di quest’anno Trafigura, società di trading di materie prime, ha accusato un trader originario dell’India di aver condotto una frode sul nickel del valore di 590 milioni di dollari.
Ma ci sono anche altre ragioni per cui il rame è così ambito. Il rame è infatti considerato “il metallo dell’elettrificazione” essendo essenziale in tutti i piani di transizione energetica. Per questo motivo tutti i grandi centri studi prevedono che nei prossimi anni si possa manifestare un sostanziale divario tra la domanda mondiale di rame e la sua produzione, fatto che spingerà i prezzi verso l’alto. La domanda di rame raffinato è previsto che salga dai 25 milioni di tonnellate nel 2021 a 49 milioni di tonnellate nel 2035, secondo uno studio di S&P Global. Alcuni economisti si sono spinti a dire che la scarsità di rame nel 21 esimo secolo può rappresentare un elemento di destabilizzazione della sicurezza internazionale, provocando strozzature nelle catene dell’offerta. Un ruolo geopolitico paragonabile al petrolio del 20esimo secolo. Il divario tra il livello di produzione e la domanda di rame inizierà a metà di questa decade e i suoi effetti andranno a impattare la tempistica per il raggiungimento delle zero emissioni di CO2 nel 2050.
Ecco perché il prezzo del rame, oggi a 3,85 dollari al grammo, fortemente correlato al ciclo economico mondiale, è salito del 47% negli ultimi cinque anni ma ha tenuto nelle ultime settimane nonostante i vistosi segnali di rallentamento dell’economia cinese, che ha una posizione preminente nella fusione (47%), raffinazione (42%) e utilizzo (54%) del rame a livello mondiale.