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 2023  settembre 01 Venerdì calendario

Pinault fa rotta su Hollywood: vuole l’agenzia di Brad Pitt e Zendaya

I sogni son desideri e quelli di celluloide diventano realtà solo sulle colline di Hollywood. Il trionfo di critica all’ultimo festival di Cannes del primo corto della neonata Saint Laurent Productions, quello di Pedro Almodovar con Ethan Hawke e Pedro Pascal, deve aver convinto François-Henri Pinault a osare di più e proprio nella terra del cinema. È così che ieri è trapelata l’operazione architettata dal magnate francese del lusso per rilevare la maggioranza della Creative Artists Agency (Caa), agenzia di stanza a Beverly Hills dal 1975, specializzata nella gestione artistica e nel management di attori come Brad Pitt, Zendaya e Bradley Cooper nonché della stessa moglie di Pinault, Salma Hayek, oltre che di Beyoncé.
Il patron di Kering sarebbe vicino ad acquisire la talent agency dal fondo Usa Tpg Capital per un valore che si aggirerebbe intorno ai 7 miliardi di dollari, riporta Bloomberg. La valutazione rappresenta un aumento rispetto ai 5,5 miliardi di dollari incassati dall’agenzia lo scorso anno per lo shopping della rivale Icm Partners. Temasek Holdings Pte, la società di investimento del governo di Singapore, potrebbe invece aumentare la propria partecipazione in Caa acquistando quote dalla cinese Cmc Capital. Come parte dell’accordo gli agenti titolari di azioni avranno la facoltà di venderne una piccola parte mentre a un ristretto numero verrebbe chiesto di rinegoziare i contratti per continuare a garantirsi la loro collaborazione nei prossimi anni.
Al di là dei dettagli tecnici, l’operazione, nel caso fosse perfezionata, assicurerebbe l’accesso a celebrità che potrebbero dare ulteriore smalto ai marchi in portafoglio nella holding di Pinault. Con la cassaforte Artemis, infatti, la famiglia Pinault controlla Kering e i suoi brand (Gucci, Balenciaga, Saint Laurent, Bottega Veneta), la casa d’aste Christie’s, la compagnia di crociere Ponant, le pregiate tenute vinicole Château-Grillet, Eisele Vineyard e Le Clos-de-Tart, oltre alle riviste Le Point e Point de Vue e al Rennes che gioca in Ligue 1 nel campionato francese.
Un bouquet di gioielli del lusso del valore di 33,7 miliardi di dollari e incorona la dinastia francese al 33esimo posto della classifica dei multimiliardari di Forbes. A far lievitare il patrimonio del capostipite François, ex commerciante bretone di legno e zucchero, proprio il primogenito François-Henri presidente di Artemis e ceo di Kering che con questo deal allarga il portafoglio di famiglia alla settima arte anche se in un momento alquanto turbolento, segnato dagli scioperi degli sceneggiatori americani per uno stipendio più adeguati mentre sullo sfondo nuovi player come Netflix e Disney insidiano gli studios.
Il blitz, va notato, arriva in un’estate particolarmente calda per Pinault, impegnato a ridefinire l’assetto manageriale di Kering e ad aggiungere perle al suo filo. Prima infatti la riorganizzazione ai vertici, con l’addio a sorpresa dell’ad di Gucci, Marco Bizzarri, otto mesi dopo l’uscita del direttore creativo Alessandro Michele, e la promozione di Francesca Bellettini, numero uno di Ysl, a vicepresidente di Kering. Poi lo shopping del 30% di Valentino da Mayhoola per 1,7 miliardi, con l’opzione di salire al 100% del brand italiano. Infine l’acquisto delle fragranze di Creed finanziate da un bond da 3,8 miliardi.
La strategia fa pensare a una virata radicale, imposta per lasciarsi alle spalle i malumori di mercato: il titolo infatti non ha più visto il picco dei 758 euro del luglio 2021 e viaggia intorno ai 500 euro mentre il rivale Lvmh nello stesso periodo si è rivalutato del 16%. E per diradare le nubi su Gucci, le cui vendite rappresentano la metà di quelle di Kering e quasi i due terzi del suo utile operativo. I ricavi sono scesi dell’1% a 5,1 miliardi nel primo semestre mentre l’utile operativo ricorrente è calato del 4% a 1,81 miliardi. Lo stesso Pinault ha riconosciuto che il fatturato annuale dovrebbe essere ben diverso: «Il potenziale di Gucci è superiore ai 15 miliardi di euro», ha candidamente ammesso a Vogue Business. C’è bisogno di una nuova narrazione, insomma. Gli attori intanto ci sono.