Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  settembre 01 Venerdì calendario

Intervista a Joe Bastianich

«Per me è la prima volta a una festa di partito», racconta Joe Bastianich. E che festa: quella dell’Unità, kermesse rossa per eccellenza, falci e martello appese alle pareti delle cucine, pugni chiusi, un archivio di foto con cantautori impegnati, da Guccini a De Gregori.
Stavolta ci sarà lui, Bastianich, ex stella di MasterChef Italia, imprenditore americano di ristoranti blasonati e musicista genere american country. Sul palco del PalaDeAndrè di Ravenna, dove Schlein ha voluto portare la sua prima festa da segretaria, in omaggio alla Romagna alluvionata, Bastianich salirà giovedì 7 settembre, subito dopo una carrellata di dibattiti con Rosy Bindi e Paola De Micheli.
Bastianich, come mai a una festa di partito?
«Non ci avevo mai suonato. È interessante, vediamo che succede.
È strano, perché in America se suoni ad una festa di partito significa che tifi per quella parte. In questo caso invece non c’entra niente».
Non c’entra niente col Pd?
«Non mi appartiene personalmente».
In passato ha attaccato Trump. Si definirebbe almeno di sinistra?
«Io mi definisco un hippy, un figlio dei fiori. Sono cresciuto nel mondopeace & love & music. Vengo da quella cultura, la country culture degli anni ’70 americani. Non è solo uno stile musicale, ma anche di vita. I ragazzi con cui suono, la band La Terza Classe, invece immagino che siano molto di sinistra».
Schlein la conosce?
«Non so chi sia. So invece chi è Giorgia Meloni. Ma per me è un palco come un altro. Poi adoroRavenna, città bellissima, sono stato lì per una puntata di MasterChef molti anni fa, adoro i cappelletti al ragù».
Vuol dire che andrebbe anche a una festa di Fratelli d’Italia?
«Certo. Se paga, ci vado. La musica trasmette emozione, non è sempre politica. Anche se ci sono cantanti che lanciano messaggi politici. Ma noi portiamo la musica come festa,emozioni personali, l’amore, la vita, le cose che mi appartengono.
Veniamo dalla tradizione americana del folk-blues, il country. Ci saranno tanti pezzi inediti, del nuovo disco che è uscito, che si chiama Silverado, e che parla di un viaggio americano, un viaggio sonico».
Dal Pd come l’hanno contattata?
«Tramite lo staff. E partecipiamo volentieri, ma per noi è una data musicale, non ha un significato politico. Le dico la verità, essendo americano, ho già le palle abbastanza piene della politica Usa, non mi immischio molto in quella italiana».
Però dieci anni fa disse qualcosa su Berlusconi. E fece scalpore: “Lo caccerei dal mio ristorante”. Lo direbbe di nuovo?
«Quella frase era presa un po’ fuori dal contesto. Io dicevo che la ristorazione è di base democratica e dobbiamo servire tutti i clienti, a prescindere dall’orientamento politico che hanno. Però se le persone si comportano in moto presuntuoso, allora no, perché infastidiscono i clienti. Ma non c’era un riferimento a Berlusconi. Poi ora non c’è più, lasciamolo riposare».