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 2023  settembre 01 Venerdì calendario

Tre italiani su quattro si fidano di Mattarella

In Italia, un Paese per molti versi diviso, c’è un riferimento con-diviso. Oltre ogni distinzione. Politica, sociale, territoriale. È il Presidente Sergio Mattarella. In un recente sondaggio, condotto da Demos per Repubblica, ha raggiunto un grado di consenso, fra i cittadini, ben più che maggioritario. Quasi 3 italiani su 4, per la precisione: il 73%, infatti, esprimono nei suoi confronti “molta-moltissimafiducia”. Un sostegno larghissimo. Che non ha conosciuto flessioni significative, dopo la prima elezione, avvenuta nel 2015. Al contrario: è cresciuto. Soprattutto negli ultimi anni, fino a raggiungere il livello attuale. Fra i più elevati, non solo fra i predecessori, ma da tutti i leader politici. Una soglia che appare difficile superare.
Perché “oltre” c’è solo l’unanimità. Così è interessante – e utile – interrogarsi sulle ragioni di un consenso tanto ampio. In tempi, peraltro, segnati da divisioni profonde. Di segno diverso. Interne e internazionali. Che rendono importante un riferimento comune. Una figura nella quale riconoscersi. Al di là delle differenze che separano i cittadini. Sul piano politico e pubblico. D’altra parte, in Italia è, da tempo, diffusa la domanda di un(a) “leader forte”. Che dia un volto e un’identità alla politica. In tempi nei quali la politica è confusa. Senza veri riferimenti. O, al contrario, con troppi riferimenti. Troppi leader e troppi partiti, che vanno e vengono. Basta ricostruire quanto è avvenuto nell’ultimo decennio. Dopo il declino di Berlusconi e l’irruzione del M5S. L’anti- partito che ha occupato lo spazio dell’anti-politica.
È, però, molto difficile delineare il percorso dei governi, dei partiti. E dei loro leader. Nel corso degli anni, ci sono figure di primo piano che sono scomparse. Talora, insieme ai partiti che guidavano. Perché i partiti, in molti casi, si affermano e scompaiono. Insieme al “Capo”. Non sorprende, dunque, che oltre la metà degli italiani si dica d’accordo con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Una pratica che alcuni leader e partiti vorrebbero estendere al Presidente del Consiglio. Istituendo il cosiddetto “premierato”. Come ha fatto Matteo Renzi, che, insieme a Italia Viva, nelle scorse settimane, ha presentato al Senato un progetto di legge per l’elezione diretta del premier.
Tuttavia, il grado di consenso registrato da Mattarella, in questa fase, assume significati diversi. Risponde, anzitutto, alle divisionifra le parti e i partiti. Tra maggioranza di governo e opposizione. Ma anche al loro interno. Nel “campo largo” dell’opposizione, in particolare, le distanze sono talmente “larghe” che è difficile trovare punti di incontro. Fra il Pd e ilM5S, soprattutto. Mentre appaiono evidenti anche i contrasti nel Pd e nel M5S. Tuttavia, nella maggioranza ci sono distanze anche fra FdI e Lega. Ma sono evidenti anche le divisioni interne. In particolare, nella Lega. Così diventano più chiare le ragioni della fiducia verso il Presidente Sergio Mattarella. Cresciuta, negli ultimi anni, quando la “paura del virus” ha spinto i cittadini alla ricerca di un riferimento comune. Per affrontare la sfida della pandemia, infatti, gran parte del Paese ha ri-scoperto la fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni. E si è stretta intorno al Presidente. Anche perché Mattarella ha sempre dimostrato disponibilità. Ed è intervenuto in modo esplicito, sui temi di attualità. Come di recente, a Rimini, dove ha esortato al«rispetto delle diversità». Sottolineando come «l’immigrazione non si cancella con i muri». Mentre ieri, in Piemonte, commentando la morte di 5 operai investiti da un treno, a Brandizzo, ha scandito che «morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza». È significativo, perfino sorprendente, in tempi di divisione e spaesamento, quanto la fiducia nei confronti del Presidente sia estesa e trasversale. Sul piano della posizione politica e di partito. Infatti, come emerge dal sondaggio di Demos per Repubblica, raggiunge i massimi livelli fra gli elettori del Pd e di FI. Nonostante la candidatura di Mattarella abbia prodotto lo strappo fra Berlusconi e Renzi. Ma il Presidente raccoglie circa due terzi del consenso anche nella base degli altri partiti.
Inoltre, è significativo come “attragga” componenti lontane e pressoché opposte, sul piano dell’età. Raggiunge, infatti, il grado di fiducia più elevato – quasi il 90% – fra coloro che hanno 65 anni e oltre. Seguono gli ultra 50enni. Ma, subito dopo, a distanza, ci sono i più giovani. Con meno di 30 anni. Fra i quali la popolarità di Mattarella supera – di poco – il 70%. Piace, dunque, ai più anziani e ai più giovani.
Insomma, in un Paese diviso, per certi versi, frammentato, il Presidente costituisce un riferimento. Di fronte ad ogni problema. Ad ogni emergenza. Senza protagonismo. Senza alzare la voce. E, probabilmente, la principale ragione della sua popolarità è proprio