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 2023  agosto 31 Giovedì calendario

L’amicizia tra Diana e Pavarotti

Il sole a Londra è come un borseggiatore in metropolitana. Tempo di alzare gli occhi, e ti ha già fregato. Anche in un pomeriggio d’estate, come quello del 30 luglio 1991. Tuoni, fulmini e secchi d’acqua si rovesciano dal cielo sui 120mila melomani accorsi ad Hyde Park. Bel problema: il recital di Pavarotti con la Philarmonia Orchestra è per beneficenza, e in prima fila ci sono Carlo & Diana, oltre al premier John Major. Gli ombrelli aperti impediscono la visione a quasi tutto il pubblico. Dal palco interviene l’impresario Harvey Goldsmith: “Potreste chiuderli? Siete già bagnati!”. La principessa del Galles è la prima a dare l’esempio. Dai maxischermi scrosciano applausi. L’evento è salvo. Luciano, il cuore colmo di gratitudine, chiede al principe del Galles di poter dedicare una romanza alla consorte: la soave Donna non vidi mai, dalla pucciniana Manon Lescaut. Dopo il concerto, Diana passa a salutare il tenore in camerino. La sua permanente è un ricordo lavato dalla tempesta, i capelli sensualmente attaccati alla testa. Felice come una bambina, bagnata come un pulcino. “Che ne dice del mio nuovo hair style?”, ride. La lady ultrapop era diventata amica del mito della lirica l’anno prima a Verona, una fuga da Buckingham Palace con mamma e coniuge per il Requiem di Verdi: Maazel sul podio, Big Luciano un mantice per aerei incantesimi. E non era la prima volta che Diana assisteva a un recital dell’italiano: ne era già rimasta affascinata nell’84 alla Royal Opera House. Le due star erano legate da affinità elettive: il gusto per la vita, le birichinate innocenti, l’istinto per aiutare i meno fortunati. Il 12 settembre ’95, dopo un piatto di lasagne nella suite del Baglioni a Bologna, la regina in pectore arriva a Modena per il Pavarotti & Friends. La buona causa è creare un centro di assistenza a Mostar per i bimbi bosniaci traumatizzati dalla guerra. Il cast artistico vede tra gli altri Bono, The Edge, Brian Eno, Michael Bolton, Zucchero, Jovanotti, Dolores O’Riordan. Big Lu prende sottobraccio la principessa, di bianco vestita come l’aurora. Stavolta l’omaggio sarà, inevitabilmente, la Mattinata di Leoncavallo. Quando il 31 agosto ’97 lo schianto sotto il ponte dell’Alma si porta via Diana, Pavarotti trova appena le forze per andare al funerale. Ma non la voce per cantare. Non vorrà mai parlarne nelle interviste. Troppo dolore per l’amica scomparsa. “Era insostituibile”, riuscirà solo a dire. “Il più bel simbolo di umanità”.