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 2023  agosto 31 Giovedì calendario

Caro scuola, uno zainetto da 1.200 euro

Il ritorno in classe è ormai imminente e sulle famiglie si abbatte la mannaia del “caro scuola”, come se già non bastassero i rincari della benzina e del carrello della spesa (oltre al rischio di una nuova impennata dell’elettricità in autunno). Certo, era difficile che i beni scolastici rimanessero immuni agli aumenti generalizzati dei prezzi, ma quest’anno l’inflazione “scolastica” è eccezionalmente alta. A quanto scrive Assoutenti, il costo di libri e corredo per ogni alunno salirà in media fra l’8% e il 10% rispetto all’anno scorso, mentre il tasso di inflazione complessivo è molto più basso (5,9%). Stima simile a quella del Sindacato librai (Sil) Confesercenti, secondo cui da settembre le famiglie affronteranno aumenti dall’8% al 12%.
Per Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, “se si scelgono solo prodotti di marca e testi di nuova edizione, la spesa può facilmente raggiungere i 1.200 euro a studente”. Non va meglio a chi cerca il risparmio e i libri usati: anche in questo caso la spesa rischia di sforare i mille euro. Ovviamente, il problema si moltiplica per le famiglie numerose.
A trainare il “caro scuola” sono tutti quegli oggetti apparentemente banali, ma in realtà fondamentali per lezioni e studio: diari, quaderni, penne e via dicendo. Il prezzo di questi prodotti è balzato del 9,2% in un anno, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione. Basti pensare che il prezzo alla produzione della carta è cresciuto negli ultimi tre anni del 23% (tanto quanto era salito nei 16 anni precedenti). Oggi, secondo Assoutenti, la spesa per il materiale scolastico completo si aggira tra i 500 e i 600 euro a studente. Così, una famiglia che deve comprare da zero tutto il corredo finirà per spendere circa 50 euro in più rispetto all’anno scorso. Se si scelgono prodotti di marca o sponsorizzati dagli influencer, l’aggravio è ancora più alto. Sui siti specializzati, uno zaino griffato può costare più di 200 euro, mentre gli astucci firmati possono raggiungere i 300. Per i diari, il tetto è più basso: 50 euro.
L’altra grande voce di spesa sono i libri. Secondo l’osservatorio nazionale Federconsumatori, l’esborso medio a studente per i testi obbligatori (e due dizionari) è pari quest’anno a circa 502 euro. In questo caso la variazione rispetto all’anno scorso è più contenuta (+4%), ma il rincaro si fa comunque sentire. E si porta dietro le usuali polemiche sulle ri-edizioni da parte delle case editrici scolastiche, considerate da molte famiglie “troppo frequenti”, tanto che molte si stanno spostando verso l’acquisto di volumi usati, dove, secondo Federconsumatori, si risparmia oltre il 26%.
Con il rientro dalle ferie e l’infittirsi degli acquisti, i prezzi (in particolare quelli del corredo scolastico) potrebbero aumentare ancora. Secondo Furio Truzzi di Assoutenti “il governo deve intervenire (…) creando in collaborazione con produttori e commercio kit scuola con prodotti a prezzi calmierati”, mentre “sul fronte dei libri è necessario sanzionare pesantemente le scuole che sforano i tetti ministeriali, e avviare una approfondita indagine per capire come sia possibile che di anno in anno un libro subisca incrementi di prezzo pur presentando gli stessi identici contenuti dell’anno precedente”. Per Massimiliano Dona dell’Unione nazionale consumatori, bisogna modificare “il vergognoso e scandaloso articolo 8 della legge 2020 che, in barba alla libera concorrenza, vieta alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina” mentre “nel 2019 i ribassi arrivavano anche al 25%”.
Immediata la reazione dei librai: per Cristina Giussani di Sil Confesercenti, i tetti agli sconti sono necessari perché permettono a molte librerie di continuare a lavorare e di reggere la concorrenza di Grande distribuzione e piattaforme. Piuttosto, per alleggerire le famiglie, bisognerebbe lavorare a soluzioni con tutta la filiera ed è per questo, dice Giussani, che “stiamo lavorando con il ministero affinché si possano prevedere dei bonus per tutte le famiglie fino all’età dell’obbligo, con maggiore attenzione alle meno abbienti”. Fra le varie ipotesi, l’Associazione librai italiani di Confcommercio propone un aumento di 40 milioni di euro ai fondi per il diritto allo studio. Idea condivisa pure da Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. Che suggerisce anche di rendere detraibili le spese per l’acquisto dei libri.
La questione è arrivata anche al governo, tanto che Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione in quota Fratelli d’Italia, già il 9 agosto faceva sapere che erano in corso valutazioni: “Si tratta di una priorità per noi e stiamo lavorando per dare risposte concrete al problema”. Nella prima metà di agosto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, aveva incontrato il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al fine di concertare misure economiche a sostegno delle famiglie. Ma a più di 20 giorni di distanza non ce n’è ancora traccia. Ed è un problema, visto che a settembre manca appena un giorno.