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 2023  agosto 31 Giovedì calendario

Il festival dei centenari

Il tronco scolpito dal tempo a creare contorsioni, cavità e convessità. I rami, che sembrano “scompigliati” dal vento. “Ozzastru”, è così che in Sardegna chiamano l’ulivo selvatico. Un arbusto millenario il più antico, nel comune di Luras, in provincia di Sassari avrebbe oltre quattromila anni che si fa simbolo del tempo che passa e della Sardegna stessa con il suo misterioso elisir di lunga vita. L’isola, infatti, è terra di centenari, come la descrive la tradizione e la conferma la scienza. E ha il suo cuore più longevo nell’Ogliastra, da Arzana, dove si registravano casi di over 100 già nel Settecento 700 il segreto all’epoca fu indicato nel grande consumo di formaggio locale a Perdasdefogu, che lo scorso anno è entrato nel Guinness World Record come «paese più longevo del mondo», fino a Villagrande Strisaili, che ha la maggiore concentrazione al mondo di ultracentenari in proporzione alle nascite.
BLUE ZONE
L’area è una delle “Blue Zone”, definizione coniata a inizi del 2000 dagli studiosi Michel Poulain e Gianni Pes per indicare quei luoghi dove la speranza di vita è sensibilmente più alta della media. Sono cinque in tutto il pianeta: la Sardegna appunto – picchi di longevità sono documentati anche in Barbagia e Sud Sardegna – l’isola di Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya in Costa Rica, Icaria in Grecia e Loma Linda in California. Il fenomeno sarà oggetto di riflessione proprio in Sardegna. Sarà un confronto diretto all’insegna di qualità e durata della vita tra le blue zone di Sardegna e Giappone ad essere proposto nell’edizione 2023 del Longevity Fest, oggi a Porto Cervo, nell’ambito di Insula Sardinia Quality World. Ideatore e produttore dell’evento, il regista Pietro Mereu con Ilex Production e il coordinamento di Consorzio Costa Smeralda e divisione Agrifood e Marketing Territoriale del Cipnes. In primo piano, il primato della durata di vita nei due luoghi, così distanti sulla carta, ma molto più vicini per consuetudini ed evidentemente benessere. «Nel 2021 ho organizzato a Milano l’evento Ogliastra, l’isola della longevità, presentando il mio docufilm Il club dei centenari  racconta Mereu  ha avuto successo e da lì ho avuto l’idea di farne un format, portando in piazza centenari e scienziati».
IL CONFRONTO
Nel programma di quest’anno, la proiezione del documentario sull’isola di Okinawa Kentannos di Victor Cruz e, a seguire, la tavola rotonda Okinawa e Sardegna: così lontane, così vicine, su affinità e differenze tra le due Blue Zone. Al talk, con Mereu parteciperanno Giovanni Mario Pes, ricercatore dell’ateneo di Sassari e co-fondatore Blue Zone, Giovanni Scapagnini, medico ricercatore Blue Zone; e per la prima volta in Sardegna, Craig Willcox, gerontologo dell’Università di Okinawa. «Le basi della longevità sono antropologiche, sociologiche e scientifiche, tra genetica e alimentazione. Abito nella Zona Blu della Sardegna, sono tornato qui dopo la pandemia. Dopo aver incontrato tanti centenari per il documentario, penso che il segreto della longevità in questi luoghi sia nella vita molto sana che vi si conduce. Ascoltando le loro storie, si scopre che hanno avuto tutti vite difficili, gioventù faticose, hanno lavorato molto, sempre all’aperto, mangiando cibi perlopiù di propria produzione, comunque a chilometro zero. Non hanno però vissuto lo stress che conosciamo oggi, hanno seguito il ritmo naturale e hanno applicato nelle comunità il principio del mutuo soccorso, aiutandosi e sostenendosi». Ed è così, secondo gli studiosi, in tutte le zone blu. La “routine” prevede attività fisica costante ma moderata, una rete sociale che dia sostegno e faccia sentire socialmente utili, un ampio consumo di verdure. Sotto i riflettori, quindi, anche il cibo, dalla dieta sardo-mediterranea a ricette sardo-giapponesi. «Lo stile di vita che hanno tenuto i centenari, modello di lunga vita, paradossalmente sembra non essere più accettato dalla nostra società. Non esiste più il contrasto generazionale, il consumismo uniforma, l’età avanza, ci sono sempre meno nascite, ma il mercato è giovanilistico. C’è molto su cui riflettere».