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 2023  agosto 31 Giovedì calendario

Biografia di Rocky Marciano

The Rock. La Roccia. Oggi sarebbe Iron Man. Nacque un secolo fa. Quando le fragilità non erano di moda, quello che contava era restare in piedi. Lui ci riuscì: 49 incontri, 49 successi, 43 prima del limite. Invincibile. «Bisogna sapere perdere» lui non l’avrebbe mai cantata. Ancora adesso si discute su cosa renda un campione imbattibile. Il talento? Lui non lo aveva. Il fisico? Non ci poteva contare. Lo stile? Meglio lasciar perdere. Però non andava giù. Duro, selvaggio, senza grazia. Rocky era così, non veniva a patti con la sconfitta. Non la concepiva, non sarebbe mai tornato a fare la fame. La povertà quando forgiava, l’immigrazione quando segnava, il lavoro in fabbrica quando faceva ammattire. «Vidi mio padre Pierino incatenato al banco, mani e piedi si muovevano allo stesso ritmo, mi dissi: “Io lì dentro mai”». Era una fabbrica di scarpe.
A Brockton, Massachusetts. Francesco Rocco Marchegiano nasce il primo settembre ’23. Padre di origine abruzzese, di Ripa Teatina, madre di San Bartolomeo in Galdo, provincia di Benevento, poi il bastimento per l’America. Due buoni libri, diversissimi, inquadrano la sua vita: Dario Ricci con Rocky Marciano. Sulle tracce del mito per Dfg Lab e Marco Pastonesi con Rocky Marciano blues. Una storia in quindici round e dodici battute per 66thand2nd.
Rocco lascia la scuola, fa lavoretti (pesanti), si arruola, va in guerra, torna e prova con il baseball, ma non va. Allora pensa ai cazzotti, si confida con Goody Petronelli, che sarà l’allenatore di Marvin Hagler, che lo scoraggia: «Hai 25 anni, non hai possibilità, sei troppo vecchio, corto e leggero». Appunto. Unico campione dei pesi massimi imbattuto. Difese sei volte il titolo, si ritirò a 31 anni nel ’56. Non era adatto per la boxe: piccolo, senza allungo, né equilibrio. Ma ci lavorò su: correva in allenamento con degli scarponi pesantissimi, mangiava verdure, beveva poco, addolciva il caffè con il miele, masticava la bistecca sputando i pezzi di carne, esercitava le pupille seguendo un pendolo appeso sopra il letto. Prima di un match non si distraeva mai, si allenava 250 round per un solo combattimento. Umiltà e devozione, braccia che erano clave. La classe operaia quando va in paradiso. Molto sudata. Il giornalista Red Smith scrisse che il diretto destro di Marciano era un terremoto, «nono grado della scala Richter». Un martello al posto dei pugni, non te la dava mai vinta, offriva il suo meglio quando era in difficoltà (come contro Walcott). Gli mandarono lettere di minaccia (l’Fbi ha desecretato i documenti), lui non si addomesticò. «Keep him clean, don’t get him dirty», ordinò la mafia. Rocky doveva restare pulito. Era il loro idolo: macho, guerriero, paisà.
Marciano era rispettoso, baciava i padrini sulle guance. Andò anche a trovare Vito Genovese, ormai in fin di vita, nel carcere di Leavenworth. Don Vito gli chiese il favore di vedere i filmati dei suoi incontri. La mafia gli consigliava i sarti, ma non si doveva azzardare a farlo perdere.
Oggi Marciano non la passerebbe liscia. Grande sul ring. E nel ricordo. Statue ovunque. Ma da (ex) povero non voleva assegni, per lui erano solo pezzi di carta, preferiva il verde, sempre e solo bigliettoni. Anche se di soldi ne aveva, depositati in cassette di sicurezza: a Cuba, in Florida, a New York, in Alaska. Aveva anche prestato (o investito) centomila dollari a un mafioso che faceva lo strozzino. Non pagava mai nulla, se chiamava da un telefono a gettoni diceva di essere stato derubato e voleva i soldi indietro. Si faceva rimborsare i biglietti aerei e chiedeva passaggi a piloti da turismo. Aveva un altro vizio, le minorenni. Erano il suo cachet. Il cash e il sesso compulsivo gli costarono la vita. Il 31 agosto del 1969 andò a Des Moines a inaugurare una compagnia di assicurazioni del nipote di un suo amico mafioso. A casa, a Fort Lauderdale, lo aspettavano per festeggiare il suo compleanno. Ne avrebbe fatti 46. Il Cessna 127 pilotato da un inesperto decollò nonostante la minaccia di nubi e temporale e si schiantò in Iowa contro una quercia in un campo di grano. Quando la polizia di sera suonò a casa Marciano, la moglie Barbara andò ad aprire con la torta piena di candeline da soffiare. Rocky, quello troppo basso per la boxe. Vinto dalla vita, mai sul ring.