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 2023  agosto 31 Giovedì calendario

Elly Shlein tiene botta

Gli arredi – in legno riciclato – sono quelli del JovaParty. «Alcuni li abbiamo fatti risistemare – racconta una volontaria – altri sono proprio quelli dei concerti». A Ravenna l’estate addosso diventa l’estate militante. Elly, lo spettacolo dopo il Big Bang della sinistra. Il Pd, l’ombelico del mondo, che prova a guardare oltre il suo ombelico, vecchio vizio della ditta. È la prima festa dell’Unità targata Schlein. La prima con una donna segretaria. La vecchia guardia, l’esercito di oltre 800 volontari, anagraficamente quasi tutti ampiamente negli “anta”, lo sa bene. E tributa alla neo-leader coretti, ovazioni, applausi. Soprattutto avvertimenti: «Occhio, che nel Pd hai tutti contro», le dice Canzianilla Pessi, 68 anni, ex addetta alle pulizie, mentre è in fila alla friggitoria. «Non tutti – replica Schlein – Ma tengo botta».
Stando all’applausometro, il nuovo corso spopola tra gli stand. Certo, Schlein gioca in casa, ma è comunque un test. Anzi, chi le muove una critica, lo fa per dirle che dovrebbe essere di sinistra ancora di più. Chissà se ai riformisti del Pd suonerebbero le orecchie, passeggiando tra le cucine con la falce e martello e i compagni che davanti Schlein si mettono in posa col pugno chiuso. «Ci tenevamo a farlo davanti a te». Ecco due ragazzi arrivati da Bologna: «Segretaria, ma quando svoltiamo a sinistra?». Risposta: «Più di così? Anzi, mi dicono che esagero». «Basta con questi liberali!».
«Nei momenti di difficoltà, il Pd viene sempre a Ravenna», confida il sindaco, Michele De Pascale. «Qui abbiamo avuto già due feste dell’Unità, nel 2018, dopo la sconfitta alle Politiche. E nel 2019, prima del governo giallorosso». Più che per scaramanzia, Schlein peròha messo qui la X sulla mappa per dare un segnale, sull’alluvione. Il claim della campagna mediatica è chiaro: il governo ha abbandonato la Romagna e dopo tante promesse non è arrivato un euro. «Quest’anno la festa è un po’ diversa», racconta Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd di Ravenna, il padrone di casa. «Più sobria». Schlein, che non dovrebbe andare al forum degli industriali a Cernobbio ma video-collegarsi (Letta l’anno scorso era in presenza), sembra a suo agio da queste parti, tra centinaia di volontari che spillano birre, grigliano insaccati, smistano tagliatelle sui vassoi (ma sul menu c’è anche la paella valenciana, perché Schlein «è una federalista europea», precisa la cuoca). Gli strozzapreti vanno a ruba. «Il Pd? Noi siamo qua per i cappelletti», ammettono due ragazze, Giada Frasson e Gaia Duraccio, 24 anni. Votate almeno a sinistra? «Il voto è segreto».
Il popolo della festa è grosso modo come quello degli anni passati, a occhio. Distese di capelli grigi. Qualche under35. Rapporto: dieci a uno. Ma molti, anche fra i militanti storici, sembrano rimotivati. C’è chi non metteva piede alla festa da un po’ e ora è tornato all’ovile.«Mio padre e mio nonno hanno sempre avuto in tasca la tessera del Pci. Io ora ci sto pensando, di iscrivermi al Pd. Vediamo», racconta Rossana Rava, 72 anni, ex fornaia di Godo. «Io il Pd l’ho sempre votato, ma la smettano di allearsi con i 5 Stelle», strilla a Schlein un altro militante agée,Bruno Castagnoli, anni 79. Lei sorride, ma non annuisce.
Gli oltre 50 stand mettono in mostra, in perfetta par condicio, le tradizioni da cui il Pd è nato. Banchetti dei pensionati della Cgil e stand sulla democristiana Tina Anselmi. Spazio per l’Anpi, dove a Schlein regalano un anellino con “la rosa del partigiano”, e forum sui cento anni di Don Minzoni con Pierluigi Castagnetti (che dopo le primarie aveva detto: resto nel Pd solo a certe condizioni).
Nonostante i mugugni di qualche militante, il format della festa è all’insegna del campo largo. Almeno negli inviti. Carlo Calenda avrebbe dovuto dialogare domani con Pier Luigi Bersani, ma non ci sarà: «Impegni familiari», spiega il leader di Azione. Anche se il suo nome è sui depliant. Ci sarà però Giuseppe Conte, faccia a faccia col presidente Pd Stefano Bonaccini. E poi Mariastella Gelmini e Angelo Bonelli, Maria Elena Boschi (unica renziana) e Riccardo Magi, Maurizio Landini e don Ciotti. Mercoledì prossimo è in calendario il ritorno di Walter Veltroni, per parlare di “I have a dream”, sessant’anni dopo. Sabato Paolo Gentiloni sarà intervistato dal direttore di Repubblica,Maurizio Molinari. Domenica ci sarà la spagnola Yolanda Diaz, che piace molto anche ai grillini. Enrico Letta invece è il grande assente: durante l’estate militante è stato in Nuova Caledonia.