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 2023  agosto 31 Giovedì calendario

Il ritorno della Venere di Santanché

Riecco la Venere di Santanchè. Riappare su Instagram dopo due mesi di latitanza dai social. Per un caso, poche ore dopo la notizia dell’indagine della Corte dei Conti sul progetto “Open to meraviglia”, rivelata da Repubblica.Il post vuole essere spiritoso: “So che avete sentito la mia mancanza – si legge – e mi fa piacere che vi siate così tanto preoccupati per me. Ecco la verità: avevo promesso di portare le bellezze della nostra Italia in giro per il mondo e così ho fatto”. Segue una mini gallery con 6 foto in cui la rivisitazione dell’opera del Botticelli compare in qualche aeroporto o stazione, in Danimarca, Belgio e Brasile.
L’ultimo post era di inizio estate, il 27 giugno. Poi il lungo stop, nel pieno della stagione turistica che l’operazione di marketing del Ministero di Santanchè avrebbe dovuto rilanciare. Proprio per questo la Corte dei Conti, con la Procura regionale del Lazio, ha appena deciso di aprire un fascicolo. I magistrati contabili chiederanno chiarimenti al dicastero guidato da Daniela Santanchè e potrebbero delegare gli accertamenti alla Polizia postale.
Ma quanto è costata alle casse dello Stato la Venere-influencer? Altro che 130mila euro, come era emerso finora. Molto di più. Oltre mezzo milione. Una ridda di micro- affidamenti, senza gara. Questo raccontano le carte degli appalti, sull’asse Ministero del Turismo- Palazzo Chigi. La Armando Testa Spa, la società di comunicazione che ha ideato la Venere influencer, ha ricevuto due affidamenti diretti. Entrambi quasi dello stesso importo: 136.620 euro dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. Più altri 138mila euro da parte dell’Enit, l’ex ente nazionale turismo, che fa capo al ministero di Santanchè. Occhio all’importo: la soglia per le gare europee è di 140mila euro. Dunque entrambe le commesse, per poche migliaia di euro, casualità, si sono potuteaffidare direttamente, senza passare per una procedura pubblica. Fosse stato un unico appalto, da quasi 275mila euro, il governo avrebbe dovuto bandire una gara.
Il contratto dell’Enit, siglato il 13 aprile scorso (codice 97308252D2), è stato giustificato così: “Servizi creativi di Brandidentity per il Ministero del Turismo e creazione di una campagna sul brand Italia”. Quello del dipartimento editoria di Palazzo Chigi (codice 9770741E88) invece aveva ad oggetto “il servizio di ideazione e realizzazione di un video promozionale”. Con una scadenza che va molto oltre il 27 giugno scorso, quando la Venere social ha sospeso le attività, prima di ieri: “19/04/2024”, si legge nel “dettaglio sulla procedura di affidamento” nei documenti di Palazzo Chigi.
È stata la ministra Santanchè in persona, con una lettera del 30 marzo, a chiedere alla Presidenza del Consiglio di affidare l’ordine per la realizzazione del video. Anche se la Armando Testa Spa in quel momento “non era presente sul Mercato elettronico della Pubblica amministrazione”. A queste due commesse, se ne aggiungono altre due per le spese di affissione, affidate ad altre due società, rispettivamente da 130mila e 135mila euro, sempre Iva esclusa. Totale: 540mila euro, più Iva.
Resta da capire perché la Venere di Santanchè, nonostante questo esborso, sia scomparsa dai social per oltre due mesi, poche settimane dopo l’avvio della stagione turistica. Col profilo su Twitter cancellato e irreperibile su Facebook e TikTok. Il ministero ha parlato finora di «scelta ponderata». E aRepubblica risulta che la pubblicazione materiale dei contenuti sul profilo della Venere non fosse in capo alla società esterna, ma fosse gestita direttamente dallo staff di Santanchè. Dunque da chi è dipeso lo stop?
“Nuove avventure ci aspettano”, è l’ultima promessa virtuale, nel post di ieri. E c’è chi giura che siano pronte nuove card, anche per la stagione invernale, con la Venere a Cortina, in tuta da sci.