Corriere della Sera, 31 agosto 2023
Il banchetto del premier del Giappone con il pesce di Fukushima
«È un pesce sicuro e squisito». Poi un boccone dopo l’altro il premier del Giappone, Fumio Kishida, divora sashimi di sogliola e polpo pescati a largo di Fukushima. Il tutto accompagnato da riso, carne di maiale, verdure e frutta di stagione.
Il video del «rassicurante» banchetto, in cui i commensali erano altri tre ministri, è stato pubblicato dal governo sui social e ha fatto il giro del mondo perché arriva a stretto giro dalle polemiche e dalle controversie nate dopo che, lo scorso 24 agosto, è iniziato il riversamento nell’Oceano Pacifico dell’acqua utilizzata per raffreddare i reattori danneggiati della centrale elettrica di Fukushima Dai-ichi dallo tsunami che si abbattè nel marzo del 2011 nel Nord-Est del Giappone.
Il settore della pesca del Sol Levante è preoccupato sia per le proteste della Corea del Sud sia, soprattutto, perché la Cina – prima importatrice di pesce giapponese – da giorni ha sospeso tutte le sue importazioni di prodotti ittici oltre a minacciare di presentare un reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio.
Il primo ministro Fumio Kishida è corso ai ripari per tutelare il settore e ha dichiarato che, entro la fine di questa settimana, presenterà un piano di sostegno per le associazioni di pescatori penalizzate dal bando, dopo aver già approvato due fondi separati, uno da 30 miliardi di yen (188 milioni di euro) e l’altro da 50 miliardi di yen (oltre 313 milioni di euro), per compensare anche al danno di immagine dell’industria ittica.
Di certo lo sversamento sarà lento e durerà a lungo.
«La procedura è stata valutata attentamente dalla comunità scientifica mondiale e approvata dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) – spiega Stefano Amalfitano, primo ricercatore Istituto ricerca sulle acque (Irsa-Cnr) – e gli elementi radioattivi principali e potenzialmente più pericolosi vengono rimossi con un avanzato processo di trattamento. Inoltre le acque trattate vengono ulteriormente diluite prima dello sversamento. Ecco perché con i dati disponibili a oggi, non c’è motivo di pensare a possibili rischi per la salute umana e per la qualità delle acque costiere». C’è di più: «I livelli di radioattività sono monitorati costantemente e, a oggi, sono bassi per cui non vedo problemi nel consumo di pesce catturato in quelle acque».