La Stampa, 30 agosto 2023
Leonardo Vincenti, il piccolo principe degli scacchi
«Non amo perdere. Proprio non lo sopporto». A sentire lui il segreto del suo successo sarebbe proprio questo: essere nato con il demone della competizione. Non importa che si parli di scacchi, di due scambi a tennis con il fratellino Lorenzo o di una sfida con la professoressa di matematica, la sua materia preferita. Eppure a far diventare Leonardo Vincenti da Mozzo, in provincia di Bergamo, undici anni ancora da compiere, uno dei venti migliori scacchisti under 12 del mondo e uno dei più giovani della storia ad aver ottenuto il prestigioso titolo di Maestro (è successo domenica scorsa a Budapest), c’è anche molto altro.
C’è innanzitutto una famiglia che fin da quando aveva due anni lo ha cresciuto a sport e giochi di potenziamento cognitivo, con pochissimo spazio concesso a cartoni animati e film, zero alla Tv (ad eccezione delle finali degli Us Open e alle gare di automobilismo), e c’è uno dei pochi effetti positivi del Covid19. «A casa Leonardo ha sempre giocato a dama e a scacchi, era una delle tante attività che facevamo insieme al cubo di Rubik e ai giochi di strategia, alle ore passate a individuare i personaggi nascosti sui libri Dov’è Wally? e alla costruzione di piccoli robot. Ha sempre amato anche le attività all’aria aperta: calcio, tennis, nuoto, arrampicata libera» racconta Francesco, il papà, che insieme alla mamma Daniela si divide il compito di accompagnare il baby campione in giro per tornei fra Italia, Austria, Germania e Ungheria ma pure a Sharm el Sheikh, dove ad ottobre Leonardo parteciperà ai mondiali.
«Con la pandemia, non potendo fare attività outdoor, ha cominciato a giocare a scacchi online, appassionandosi molto – prosegue Francesco –. Dopo il lockdown abbiamo cercato una società a cui iscriverlo ma dato che a Bergamo, dove il Covid ha fatto disastri, le attività con i più piccoli erano sospese, ci siamo rivolti all’Accademia Scacchi di Milano». All’inizio i vertici dell’associazione hanno tentennato un po’, dato che in squadra hanno ragazzi molto forti, ma quando alla prima partita Leonardo ha battuto un istruttore non hanno più avuto dubbi. «Abbiamo sempre cercato di far divertire i nostri figli ma allo stesso tempo di sfruttare il fatto che fino ai 6-7 anni i bambini hanno il triplo delle connessioni cerebrali per migliorare le loro capacità di attenzione e concentrazione» prosegue Francesco, che di lavoro si occupa di risorse umane e oltre ad avere tre lauree (in economia, ingegneria e psicologia) ha anche un Mba alla Bocconi di Milano. «Direi che ci siamo riusciti: i nostri bimbi sono dei liberi pensatori, mettono in dubbio tutto quello che gli si dice e amano pensare con la loro testa» spiega con una punta di orgoglio.
La carriera sportiva di Leonardo è stata fulminante: ad aprile 2021, al suo esordio in una competizione e alla sua prima vera partita su una scacchiera fisica, ha sconfitto una cinquantina di avversari vincendo il campionato provinciale under 10 di Milano. Poi le battute d’arresto ai regionali e ai nazionali dello stesso anno, che invece che abbatterlo hanno avuto l’effetto di spingerlo a giocare e ad allenarsi con maggiore impegno. Più che studiare ama imparare sul campo. «Quando perdo voglio rifarmi subito, e quando scopro che c’è un giocatore forte voglio subito confrontarmi con lui per migliorarmi» ribadisce il giovanissimo campione. L’occasione si è presentata nel 2022 ai mondiali under 10 di Batumi, in Georgia, dove Leonardo si è fermato a un punto e mezzo dal campione del mondo e a un solo punto dal podio. Un risultato mai visto per un italiano. Quindi l’ultimo successo: il superamento dei 2.200 punti della scala Elo (il sistema di valutazione che sta alla base del ranking internazionale) e l’ottenimento della «norma», cioè la vittoria su un giocatore di pari valore durante un torneo a nove turni, che l’hanno consacrato Maestro.
Ora l’obiettivo è arrivare il più vicino possibile a uno dei suoi idoli, il campione del mondo cinese Ding Liren o l’ex numero uno Magnus Carlsen, norvegese classe 1990, soprannominato «il Mozart degli scacchi» per la sua precocità. Per farlo Leonardo si allena tutti i giorni, tre ore durante l’anno scolastico e il doppio del tempo in estate, alternando sessioni con il campione italiano Alessio Valsecchi e altre con il maestro internazionale Giulio Borgo, che tra le altre cose gli ha mostrato tutte le grandi partite del passato, a cominciare dalla sfida di Reykjavik del 1972 fra l’americano Bobby Fischer e il sovietico Boris Spassky. A giudicare dal video che circola su YouTube, dove Leonardo in un ottimo inglese (grazie alla scuola bilingue) spiega davanti alla lavagna la mossa che gli è valsa il «Beauty Award» al festival di Biel, uno dei più prestigiosi del mondo, è uno che anche sul fronte della comunicazione sta imparando molto in fretta.
Ma ovviamente, a dieci anni, non si vive di soli scacchi. Fra due settimane Leonardo comincerà le scuole medie e, torri e alfieri permettendo, proverà anche a disputare qualche partita di calcio con la maglia della Asd Virescit di Bergamo. «Gli scacchi sono la sua stella polare ma nella vita c’è anche altro – conferma il papà -. E poi bisogna trovare un terreno di sfida comune per tutta la famiglia: per divertirsi contro di me deve giocare bendato e suo fratello, per il momento, pensa che gli scacchi siano qualcosa di molto noioso».