la Repubblica, 30 agosto 2023
Biden pubblica i documenti sul golpe di Pinochet
NEW YORK – «La cosa più sorprendente di questi documenti è quanto poco rivelano. La verità è che la Cia era coinvolta nei piani per rovesciare Allende e tutti lo sanno. I rapporti consegnati al presidente però sono scritti, e quindi chi li ha redatti è stato prudente». È rilevante questo commento di Gabriel Guerra Mondragon sui President’s Daily Brief dell’8 e 11 settembre 1973, desecretati e pubblicati dal dipartimento di Stato in occasione del cinquantesimo anniversario del golpe contro il presidente Allende. Perché lui era l’ambasciatore americano in Cile durante l’amministrazione Clinton, e oggi rivela: «Uno dei primi ospiti che vennero a trovarmi fu l’ex capo della Cia Gates, e mi disse apertamente che l’agenzia era stata coinvolta nel golpe».
Il presidente Obama aveva deciso la pubblicazione dei documenti americani sul golpe di Pinochet. Ora l’ambasciatrice Bernadette Meehan ha dato seguito al suo ordine, desecretando i rapporti che la Cia fa ogni mattina al capo della Casa Bianca.
Tre giorni prima del colpo di Stato, l’intelligence consegna questa informativa a Richard Nixon: «Diversi rapporti sono stati ricevuti dal Cile, indicando la possibilità di un prossimo tentativo dei militari di condurre un colpo di Stato. La sollevazione si concentra nella Marina, il cui personale è in allarme per l’imminente nomina di un nuovo capo del servizio. Ora i membri della Marina che complottano per rovesciare il governo sostengono di avere il supporto anche di Esercito e Aeronautica». Dunque la Cia sa cosa sta per succedere, ma non lascia una traccia scritta del proprio coinvolgimento: «Non ci sono prove di un golpe coordinato delle tre armi. I generali dell’esercito, in realtà, hanno parlato di recente della necessità di costruire l’unità fra i servizi, con l’obiettivo di aumentare l’influenza dei militari sul governo. Se le teste calde nella Marina decidessero di agire, nella convinzione che riceverebbero automaticamente il sostegno degli altri servizi, potrebbero ritrovarsi isolate». La Cia sembra quasi frenare: «Ci sono indicazioni che gli ufficiali della Marina potrebbero pianificare un’azione contro il governo congiunta con oppositori militanti civili del regime. Il movimento di estrema destra Patria e Libertà ha bloccato le strade e provocato scontri con la polizia nazionale, accrescendo la tensione causata dai continui scioperi e dalle mosse dell’opposizione politica». Il rapporto prosegue così: «Il presidente Allende all’inizio della settimana ha detto di credere che le Forze armate chiederanno le sue dimissioni, se non cambierà le politiche economiche. Ha sollevato la prospettiva di un “confronto armato” tra i propri seguaci e i militari. Ha detto che i suoi sostenitori non hanno abbastanza armi per prevalere, e non sarebbe utile distribuirle ora, dato che i militari non lo permetterebbero. Ha concluso che l’unica via d’uscita è “una soluzione politica”. Allende sembra cercare di convincere che la situazione è seria e richiede una gestione cauta, e alcune ritirate politiche tattiche potrebbero essere utili. È preoccupato per la forte pressione dell’opposizione contro di lui, e per le intenzioni dei militari». La mattina dell’11 settembre, poche ore prima del golpe, la Cia manda questo rapporto a Nixon: «I piani degli ufficiali della Marina di lanciare un’azione militare contro il governo Allende avrebbero il supporto di alcune unità dell’Esercito. La Marina conta anche sull’aiuto di Aeronautica e polizia nazionale». Quindi aggiunge: «Nonostante i militari siano sempre più determinati a ristabilire l’ordine politico ed economico, potrebbero ancora non avere un piano coordinato per capitalizzare la diffusa opposizione civile. Socialisti, estremisti di sinistra e i comunisti, sono ugualmente determinati a non fare compromessi. Stanno scommettendo sul fatto che l’opposizione politica e militare non possa portare a termine le mosse per far cadere il governo, o anche solo imporgli limiti. Allende, da parte sua, spera ancora che temporeggiare allontani lo scontro finale». Poco dopo l’Aeronautica bombarda il palazzo della Moneda, e Allende si suicida col mitra AK-47 che gli aveva regalato Castro.
«Io – commenta Guerra Mondragon – ho sempre pensato che sia stato un errore, perché è vero che il Cile si avviava a diventare una nuova Cuba, ma l’insurrezione sarebbe avvenuta anche senza il nostro intervento. Quindi gli Usa avrebbero fatto meglio a tenersene fuori, usando poi la nostra influenza per moderare gli effetti ed evitare le derive più violente avvenute».