Corriere della Sera, 30 agosto 2023
Intervista a Ilaria D’Amico
«Non riavvolgerei il nastro. Sono felice di essere qui e ora e più che quello che è stato, mi interessa quello che sarà». A partire da oggi, quando Ilaria D’Amico scoprirà come festeggiare i suoi cinquant’anni. «Non lo so ancora – racconta divertita – ma mi pare di aver capito che Gigi (Buffon, suo compagno da quasi dieci anni) stia organizzando una serie di celebrazioni a sorpresa con amici e parenti... io faccio finta di non sapere nulla, ma sia io che lui siamo un po’ pasticcioni e ci facciamo beccare».
Vive il presente. Quindi non è una da bilanci?
«Tendo a vivere nel presente, non ho nostalgie se non per gli affetti che non ci sono più. È un tratto che penso di aver ereditato da mia madre, che a 85 anni è un monumento alla vita, nonostante la scomparsa di mia sorella (nel 2020, per un tumore) abbia pesato come cento anni su di lei. Però, con una forza incredibile, mantiene una fiducia vitale nel futuro che è impossibile non assorbire. Da genitore mi accorgo che, in fondo, non è tanto quello che dici ma l’esempio che gli trasmetti ogni giorno».
Definisce la sua famiglia allargata una tribù.
«Non capisco chi non concepisce le famiglie allargate: la vita stessa è una comunità allargata. Rispetto a quelle con un unico nucleo la nostra è una factory: i genitori hanno un ruolo chiaro e c’è rispetto, ma se ami una persona non puoi che amare tutto di lei. Per me questo ha significato accogliere i figli di Gigi sentendoli parte del mio mondo come lui ha fatto con mio figlio, prima che ne avessimo uno nostro. Questo non toglie nulla agli altri genitori, ma una calda accoglienza è la parola chiave per amalgamare una famiglia allargata. Almeno per me».
Ricetta perfetta per la famiglia, non sempre semplice però per la coppia.
«È molto impegnativo, perché è un investimento di tempo e di energie rivolto ai bambini. La trascuratezza che ogni tanto puoi avere verso i tuoi figli naturali non può esserci verso chi deve sentirsi costantemente incluso. È una missione diversa, serve attenzione continua nel ribadire ai figli dell’altro il messaggio: io sono felice che tu sia qui. Poi avere quattro maschi, di cui tre vicini d’età, ci aiutato. Loro sono felici di stare insieme, fanno comunità. Gigi poi è molto “giocoso”: le nostre tavolate sono vivaci e chiassose».
Quando ha conosciuto Buffon, avrebbe mai immaginato la vita che poi avete costruito?
«No, intanto perché non avrei mai ipotizzato di potermi innamorare di lui... ero un po’ prevenuta, pensavo stupidamente ai ruoli: il calciatore, la giornalista che si occupa di sport. Poi, a un evento benefico, ho iniziato a parlargli in modo approfondito e tutto è diventato molto veloce. Le cose succedevano in modo naturale, eravamo nello stesso momento emotivo, con un gran bisogno di ascolto reciproco delle crisi vissute, delle solitudini trascorse. Dopo un mese era come se ci conoscessimo da anni e i progetti sono venuti naturalmente. C’è stata subito la voglia di fondere i nostri due mondi, di unire i pezzi».
A sua mamma lui piace?
«Molto. La prima volta si sono incontrati a un parco e mia mamma, che all’epoca era un po’ sconvolta da tutto quel cambiamento, mentre gli andava incontro ripeteva: “Un passo io, un passo tu”. È diventata una frase che da allora ci ripetiamo spesso».
Avete dovuto gestire anche una grande attenzione mediatica, vero?
«I primi sette anni sono stati allucinanti, specie per due persone riservate come noi. Non siamo mai più stati soli: avevamo i paparazzi tutti i giorni sotto casa. I bambini dicevano che a volte le macchine fotografiche sembravano delle pistole, era un po’ complicato. Poi, quando si è capito che non avrei fatto più l’ennesimo figlio, non c’erano amanti dietro le siepi, la cosa è migliorata».
Lei usa pochissimo i social.
«E li uso male, li attivo per comunicare i miei progetti se penso possano essere funzionali. Racconto la mia vita privata con poca generosità ma non giudico chi lo fa, semplicemente non è nelle mie corde».
Stava studiando per diventare avvocata, poi è arrivata la tv.
«La mia doveva essere tutta un’altra storia, studiavo diritto internazionale. Poi Renzo Arbore, amico di cari amici, mi lasciò un messaggio in segreteria: cercava un volto che rappresentasse l’italianità per Rai International, in particolare per la trasmissione La giostra del gol. Mi disse: “So che non ti passa manco per la capa...”».
I paparazzi
I primi sette anni
con Gigi sono stati allucinanti, avevamo
i paparazzi sotto casa
I bambini dicevano che
le macchine fotografiche sembravano pistole
E invece...
«Mi sono ritrovata dai banchi universitari alla tv, attraversando un mese e mezzo di colite da stress. Ad essere sinceri, avevo una certa fascinazione per il giornalismo. A scuola mi dicevano che leggevo come se fossi al telegiornale. Poi amavo Oriana Fallaci, Natalia Ginzburg, Miriam Mafai... soprattutto narratrici donne. Ma mai avrei pensato di iniziare una carriera nel giornalismo. Invece dopo la Rai è arrivata Sky, un’altra azienda dove ho imparato moltissimo: se devo fare un bilancio, questi 26 anni di lavoro sono stati un susseguirsi di incontri che mi hanno lasciato un sacco di cose belle».
Il suo ultimo programma però, «Che c’è di nuovo», su Rai 2, è stato chiuso prima del tempo. Era il suo ritorno nella tv pubblica dopo anni. Come l’ha vissuto?
«È stato scioccante. Ero intenzionata a vivermi un anno di stacco per dedicarmi alla mia famigliona e invece sono stata cercata e con una certa insistenza dalla Rai, in particolare da Mario Orfeo. Tutti dicono di non andare mai in Rai quando un governo è traballante ma mai avrei pensato di ritrovarmi ad essere Paperino, specie dopo tutte le rassicurazioni avute. Mi era stato detto che sarei andata in una sera affollata come il giovedì e per questo avrei avuto tutto il tempo per far crescere il programma. Un mese dopo, Orfeo litiga con l’ad e cambia ruolo, e poi cade il governo. Lì, in Rai, non è che Meloni alza il telefono e dice metti questo o quello, ma parte una sorta di stallo militare e succede a prescindere dagli schieramenti in carica. Improvvisamente, eravamo vissuti come intrusi, senza il minimo pudore o rispetto per me come professionista».
Una grande delusione.
«Dopo la prima puntata avevo ricevuto i complimenti dall’editore per le inchieste. Alla terza ci dicono “abbiamo ricevuto pressioni, dobbiamo chiudere”. Attenzione, se avessi fatto il 9% di share non lo avrebbero chiuso mai, lo so. Serviva tempo: settimana dopo settimana i numeri erano saliti, anche a costo di snaturare il programma per fare più ascolti. Cosa che ho fatto per non lasciare a casa a stagione iniziata il mio gruppo di lavoro. Le promesse andavano mantenute, specie perché erano stati loro a cercare me. Invece c’è stata solo sciatteria e bisogno di liberare spazi. Non ho mai pensato di impostare la mia carriera su un apprezzamento di matrice politica. Sono veramente scioccata per come sono stata trattata: mi sono sentita in trappola».
In passato ha espresso apprezzamenti per Meloni, no?
«A 50 anni mi godo la mia libertà d’espressione, sia che si tratti di destra o sinistra. Apprezzavo Draghi e apprezzo anche Meloni ma come animale politico: veniva nei miei talk ma non ho mai preso un caffè con lei. Non apprezzo invece l’80 per cento del mondo che le gira attorno, penso non sia alla sua altezza. Ma lei mi suscita simpatia, intanto perché è una donna: nelle sue occhiaie a volte scorgo la fatica di tenere assieme tutti i pezzi, per lei che è anche una mamma».
Tornerà con altri programmi in Rai?
«Non penso che la Rai sia il posto giusto in questo momento e, lo ripeto, non è un tema di governi. Ma le logiche delle poltrone non voglio siano le mie. Fare accordi di buon senso e non vederli mantenere è stato allucinante. Per fortuna in tutto questo anno orribile ho avuto sempre Gigi al mio fianco. È meraviglioso sapere che anche nella tempesta hai sempre un sostegno, un approdo sicuro. Arrivo da lui e si placa tutto».
Si diceva che dopo il suo ritiro vi sareste sposati... e ad agosto si è ritirato...
«Ha più impegni di prima – ride —. Però devo ammettere che a gennaio ho ricevuto la fatidica proposta: sono rientrata a casa, a Parma, e ho trovato il caminetto acceso, la musica, le lucine ed è arrivata la sua dichiarazione... finalmente fatta come si deve, dopo anni in cui me lo chiedeva nei modi meno romantici possibili. Tipo, a cena, di punto in bianco, diceva: “Ma come mai io e te non ci siamo ancora sposati? Lo facciamo?”. Una volta me lo ha chiesto con un messaggio via Whatsapp da Parigi... ma alla nostra età le cose vanno fatte come si deve...».
Ora la proposta romantica è arrivata. Quindi vi sposate?
«Sì, anche se serve almeno un po’ di tempo per organizzare. Ci eravamo detti di farlo a giugno 2024, con calma, poi è arrivato il nuovo impegno di Gigi con la Nazionale e quindi rischieremmo, con gli Europei, di sposarci in una birreria bavarese... scherziamo e diciamo che siamo come Renzo e Lucia. Vedremo, magari anticiperemo, ma sarà di certo un momento intimo, senza clamore».
Intanto pensiamo a quella di oggi. Un regalo che vorrebbe ricevere?
«Una maggiore stabilità dopo così tanti anni in movimento tra tante città sarebbe un grande regalo. L’idea di costruire un centro di gravità permanente anziché averne due o tre. Per il resto, non pensavo di riuscire ad essere così felice e completa nella mia vita privata come lo sono oggi. Gigi rappresenta questo per me: completezza e serenità».
Non sarà una da bilanci, ma questo ci somiglia molto...
«Vero. Allora posso dire che sono contenta di essere arrivata così a questo compleanno. I dolori che ho vissuto, tra tutti la perdita di mia sorella, mi hanno insegnato quanto la vita sia un dono ma anche caduco. Per questo cerco di onorare ogni giorno, senza stress inutili».