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 2023  agosto 30 Mercoledì calendario

Uccidere una capretta per divertimento

ROMA Prende la rincorsa e scaglia una serie di calci contro una capretta, colpendola alla testa così forte da sollevarla da terra. Dopodiché, in due, raccolgono quello che resta dell’animale, lo caricano su una carriola e lo gettano da un parapetto. Tutto mentre gli altri urlano divertiti, incitano a infierire sulla piccola capra bianca e marrone, a non fermarsi. Le immagini fanno impressione. Appartengono a due video postati sui social e diventati subito virali, sui quali adesso stanno indagando i carabinieri.
Il fatto risale a domenica sera, quando nell’agriturismo Sant’Isidoro, alla periferia di Anagni, si festeggia il diciottesimo compleanno di una ragazza, figlia di un esponente delle forze dell’ordine locali. Tra gli invitati c’è anche il figlio dell’assessora alle Politiche educative, servizi per l’infanzia, sport e giovani del Comune di Fiuggi, Laura Latini. La quale, contattata, precisa che il figlio «non era presente mentre i video venivano girati e non sarà denunciato».
Durante la festa ci si diverte, si ride e si scherza tra ragazzi e adulti, tutti di famiglie molto conosciute in paese, finché la situazione degenera. I genitori di alcuni dei presenti danno la colpa all’alcol, per altri si tratta di una «bravata di fine estate» compiuta da ragazzi «su di giri». Qualcuno sostiene che la capra fosse già morta prima dei calci, cosa però smentita dagli investigatori.
I video, in ogni caso, raccontano di una violenza inaudita. Il primo, quello dei calci in testa alla capretta, è girato nel piazzale vicino all’agriturismo mentre tutto intorno è buio. Un ragazzo, che poi si saprà essere un minore, camicia e pantaloni neri, sneakers bianche, rifila calci all’animale mentre la comitiva lo incita a continuare, senza desistere, senza pietà. Il secondo video, invece, è ambientato sotto il porticato della struttura dove, ad assistere alla scena, ci sono una decina di persone. Insieme a un amico in camicia bianca, anche lui minore, il ragazzo vestito di nero corre spingendo una carriola: dentro c’è la carcassa della capretta che viene scaricata al di là di un muretto, come se con la morte dell’animale fosse finito anche il divertimento.
«Era una comitiva di una trentina di ragazzi – racconta il titolare del locale —. Sul tardi cominciano a far baccano, ma nessuno era ubriaco. Fanno confusione, dico loro di calmarsi. Ma della mia capretta mi sono accorto solo la mattina dopo, quando l’ho vista massacrata. Ho fatto denuncia ai carabinieri che hanno identificato i ragazzi».
L’appello
Brambilla: «Ora pene severe, sia per l’autore del gesto sia per chi ha ripreso tutto»
I carabinieri procedono per il reato di maltrattamenti agli animali. L’informativa dei militari alla procura del tribunale dei minori di Roma ha consentito l’iscrizione nel registro degli indagati, per il reato di «uccisione di animali», del giovane che ha colpito la capra e dell’altro che ha diffuso il video. Gli altri, una ventina, rischiano di essere indagati per aver incitato i due a non fermarsi. Il pm, dopo la visione dei filmati e l’ascolto degli audio, nei prossimi giorni inizierà ad ascoltare tutti i presenti alla festa. Il reato di «uccisione di animali» è disciplinato dall’articolo 544 bis del codice penale e prevede una reclusione da quattro mesi a due anni per chi causa «per crudeltà e senza necessità» la morte di un animale.
Rabbia e indignazione fanno il giro del web, come i video. Sulla vicenda intervengono Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) e Lav: chiedono la «massima pena» e si dicono pronte a dichiararsi parte civile nel processo. Anche la presidente dell’Associazione italiana Difesa animali e ambiente, Michela Vittoria Brambilla, presenterà una denuncia contro i due giovani di Fiuggi: «Questa è un’azione criminale di una violenza inaudita che deve essere punita severamente e che non deve passare sotto silenzio – dice Brambilla —. Per questo abbiamo deciso di denunciare sia l’autore dell’uccisione della capretta sia il suo amico che ha ripreso tutto quanto. Devono pagare caro!».