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 2023  agosto 30 Mercoledì calendario

Aiwanger, il ministro dell’Economia bavarese, accusato di aver redatto in gioventù un volantino antisemita, non si dimette

Resta al suo posto, per il momento, Hubert Aiwanger, vicepremier e ministro dell’Economia bavarese, accusato di aver nutrito in gioventù opinioni antisemite. Al termine di un vertice di crisi tra la sua Csu e i Frei Wähler, i partner di minoranza guidati da Aiwanger, il ministro-presidente della Baviera, Markus Söder, si è detto insoddisfatto dei chiarimenti fin qui forniti dall’alleato, al quale ha ora chiesto di rispondere in modo completo alle 25 domande che gli sono state poste dalla Süddeutsche Zeitung, il quotidiano che ha fatto esplodere lo scandalo. «Questo non è solo uno stupido scherzo giovanile, anche il solo sospetto danneggia l’immagine della Baviera, dove non c’è posto per l’antisemitismo», ha detto Söder, subito dopo le consultazioni.
Nell’inchiesta pubblicata sabato e basata su testimonianze di persone rimaste anonime, il giornale aveva raccontato che a 17 anni, quando studiava al ginnasio di Mallersdorf-Pfaffenberg, in Bassa Baviera, Hubert Aiwanger venne punito dalle autorità scolastiche per aver scritto un volantino antisemita, nel quale lanciava un finto concorso sulla conoscenza della Storia tedesca dal titolo «Chi è il più grande traditore della madrepatria». I partecipanti avrebbero dovuto presentarsi a un colloquio «nel campo di concentramento di Dachau». Seguiva la lista dei premi: il primo, «un volo gratis attraverso il camino di Auschwitz»; il secondo, «un soggiorno a vita in una fossa comune» e altre amenità come «una visita alla Gestapo». Correva l’anno scolastico 1987/88.
Scritto a macchina, il volantino (di cui il giornale ha pubblicato una foto) era apparso nella toilette della scuola. Subito dopo, in una perquisizione, alcune copie erano state trovate nella cartella del giovane Hubert, allora nella XI classe insieme al fratello maggiore Helmut, ripetente. Nessuno parlò. La polizia non aprì un’indagine formale. E le autorità interne imposero a Hubert solo l’obbligo di scrivere una relazione sul Terzo Reich e leggerla alla classe. Domenica il ministro bavarese, che fin lì aveva negato ogni addebito rifiutandosi di rispondere alle domande poste per iscritto dal quotidiano prima della pubblicazione, ha ammesso la circostanza, ma ha detto di non ricordare se avesse distribuito qualche copia e soprattutto di essere rimasto in silenzio «perché non è da me, allora come oggi, denunciare altre persone». Come dire, non sono stato io. Poche ore dopo, il fratello Helmut ha dichiarato di essere lui l’autore del pamphlet, spiegando di averlo fatto per rabbia dopo la bocciatura dell’anno precedente e comunque «di prendere le distanze sotto ogni aspetto da quel gesto».
Aiwanger si è mosso quando già l’incendio era scoppiato. Söder ha bollato il volantino come «disumano e disgustoso». Anche il cancelliere Scholz ha definito «orribile» un testo che «mostra reale disprezzo per l’umanità», chiedendo che ci siano «conseguenze politiche». La co-presidente della Spd, Saskia Essen, ha più esplicitamente chiesto le dimissioni del politico bavarese. Mentre Charlotte Knobloch, presidente della comunità israelita di Monaco e figura storica dell’ebraismo tedesco, si è detta «senza parole» di fronte a uno scritto, «che mi ricorda l’odio dell’epoca nazista ed è collegato a un politico di primo piano»: «Già il solo sospetto è pericolosamente incendiario».
L’ipotesi che i fratelli Aiwanger avessero agito insieme rimane probabile. A evocarla è Karl Freller, direttore della Fondazione dei memoriali bavaresi e vicepresidente cristiano-sociale del Parlamento regionale: «Sembra un piano. Scrivere una cosa simile è una cosa, ma distribuirla non è molto diverso».
La vicenda potrebbe avere conseguenze traumatiche sulla scena politica della Baviera, che l’8 ottobre va alle urne, con ripercussioni anche a livello nazionale. Söder, infatti ha assolutamente bisogno di cancellare l’onta del 2018, quando con il 37,2% l’Unione cristiano-sociale ottenne il peggior risultato del Dopoguerra e fu costretto a imbarcare i Frei Wähler, formazione locale di destra populista, rompendo il tabù storico di «nessuno spazio a destra della Csu». Dopo aver ceduto controvoglia il passo a Armin Laschet nel 2021, poi sconfitto da Scholz, il premier bavarese ambisce infatti a essere lui il candidato cancelliere della Cdu-Csu nel 2025. Söder ha detto di voler continuare la collaborazione con i Frei Wähler anche dopo le elezioni di ottobre, aggiungendo che le «coalizioni non dipendono da una sola persona». Ma il partito si identifica totalmente in Aiwanger e lo scandalo può avere esiti imprevedibili.