Corriere della Sera, 30 agosto 2023
Giambruno si difende
«Io non ho mai detto “la ragazza se l’è cercata” o che, se eviti di ubriacarti, “non ti stuprano”: questi virgolettati sono usciti su un giornale e poi dappertutto, ma sono diffamazione pura». Per far capire il tono, si dovrebbe scrivere tutto in maiuscolo. Stavolta, Andrea Giambruno non ci prova nemmeno a tenere la calma. Eppure, da quando conduce Diario del giorno del Tg4, le polemiche lo accompagnano. Come quando gli hanno dato del negazionista del cambiamento climatico perché disse che è ovvio che a luglio fa caldo o quando invitò il ministro tedesco Karl Lauterbach contrariato dal nostro meteo a starsene nella Foresta nera. Ora, primo giorno in onda dopo le vacanze e ha già scatenato un putiferio, con tanto di richieste di presa di distanze alla premier, e sua compagna, Giorgia Meloni.
Giambruno, perché è così alterato?
«Perché basterebbe sbobinare quello che ho detto: ma ai politici che mi attaccano non viene il dubbio che non posso aver giustificato uno stupro?».
Però ha detto «se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi».
«Ho premesso che era un atto abominevole compiuto da bestie, poi, siccome l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace e il direttore Pietro Senaldi parlavano di autotutela, mi sono permesso di dire ai giovani, a ragazzi e ragazze senza distinzioni di genere, di non uscire apposta per ubriacarsi e drogarsi, mi sono raccomandato di fare attenzione perché, purtroppo, il malintenzionato lo trovi. Non ho detto che gli uomini sono legittimati a stuprare le donne ubriache. Invece, certi politici vanno dietro a un titolo falso, chiedono la mia sospensione, ma per cosa? Per aver detto ai ragazzi non vi drogate?».
Che ha pensato ieri quando la ragazza stuprata a Palermo ha scritto sui social «mi state portando alla morte»?
«Che una ragazza che scrive questo è lacerata dentro. Eppure, c’è chi strumentalizza lei per attaccare me. Coi miei collaboratori, abbiamo deciso che di questa storia non parleremo più: il silenzio è l’unico modo per aiutarla a superare il trauma. Se posso aggiungere: strumentalizzano gli stessi politici che mi fanno chiamare per pietire un invito. I nomi, va da sé, non glieli dico».
Chiara Braga, Pd, ha detto: «Chiediamo che Meloni prenda le distanze». Braga pietisce?
«Ma Braga che chiede? Che il presidente del Consiglio prenda le distanze dalle idee di un giornalista? Ed è la stessa sinistra che difende Saviano? E la sinistra, quindi, vuole tutti ubriachi, drogati?».
Vuole che si educhino «i maschi al rispetto, non le ragazze alla prudenza» e qui cito Cecilia D’Elia, Pd anche lei. Pietisce anche D’Elia?
«Io non faccio l’educatore, ma il divulgatore. Le mamme diranno sempre “stai attenta” e anche io continuo a dirlo».
Oggi, questa si chiama «vittimizzazione secondaria»: questo gliel’hanno mandato a dire delle parlamentari Cinque Stelle.
«Ma si rendono conto che così colpevolizzano anche un intero gruppo di lavoro solo perché conduco io? Ripeto: quei virgolettati sono da querela. Se avessi detto qualcosa di sbagliato, avrei chiesto scusa, ma non è così e non esisterà mai un giorno in cui sarà un politico o un collega a dirmi cosa devo dire. Anche Meloni non si è mai permessa».
Come ha fatto ieri a condurre così arrabbiato?
«Anche amareggiato. Schifato. Chiedono la mia sospensione, e su frasi false, gli stessi che decantano la libertà di espressione. Piuttosto, dico io, attaccatemi perché dico cose ovvie, banali: che a luglio fa caldo o che è meglio non drogarsi».