Corriere della Sera, 30 agosto 2023
De Angelis s’è dimesso
ROMA La resa dei conti sarebbe arrivata venerdì nel consiglio straordinario convocato su richiesta delle opposizioni, ma Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione della Regione Lazio, ha anticipato i tempi: ieri il giornalista, ex militante di Terza posizione, ha rassegnato le dimissioni, «irrevocabili» e «con effetto immediato». Dopo un breve colloquio con il governatore, Francesco Rocca, si è sfogato in una lunga lettera nella quale punta il dito contro «la mostruosa macchina del fango» che si è scatenata dopo le sue frasi sulla strage di Bologna («Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza»). Parole per le quali si è scusato pubblicamente, pur continuando a rivendicare «il diritto al dubbio».
Le sue esternazioni hanno infastidito la premier, Giorgia Meloni, che ne ha discusso con Rocca. De Angelis ha provato a sedare le polemiche, riesplose pochi giorni dopo per altri aspetti controversi del suo percorso politico: dall’immagine del candelabro Yule, simbolo caro ai nazisti, pubblicata su Instagram lo scorso 21 dicembre, alla canzone dal contenuto antisemita in cui gli ebrei vengono definiti «razza di mercanti». Tra i motivi che lo hanno spinto a lasciare vi sarebbe proprio il brano firmato come autore e frontman della band 270bis (l’articolo del Codie penale che riguarda le associazioni sovversive con finalità di terrorismo): «L’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile è aver composto in passato un testo di una canzone che considero un messaggio di odio insensato nei confronti di esseri umani senza colpa, molti dei quali sono oggi miei amici e perfino miei familiari – ha ribadito nella lettera – Non so se potrò mai perdonarmi per questa cosa e non mi aspetto che lo facciamo altri. Non posso consentire che le mie responsabilità passate possano macchiare lo straordinario lavoro che tante persone migliori di me stanno compiendo per il bene comune». E però, secondo le indiscrezioni che filtrano dalla Pisana, ora il passo indietro sarebbe dovuto alle tensioni provocate dalla scelta, della quale Rocca non era stato informato, di assumere nel proprio staff il fratello della compagna come consulente per «le questioni istituzionali».
Le tensioni
Il passo indietro dopo le tensioni per l’assunzione del fratello della compagna
Nel prendere atto delle dimissioni, Rocca lo ha ringraziato per «aver messo al riparo l’istituzione dalle inaccettabili strumentalizzazioni di queste settimane, pagando il prezzo per una canzone scritta 45 anni fa e rispetto alla quale ha manifestato tutto il suo imbarazzo». Dalle opposizioni la leader del Pd, Elly Schlein, commenta: «Ci viene da dire: “Finalmente”. Chiedevamo le dimissioni fin dalle sue prime, gravissime dichiarazioni sulla strage di Bologna che negano sentenze che attestano la verità. È certo che sia stata una strage di matrice fascista». Duro affondo anche da parte del leader di Azione, Carlo Calenda: «Le dimissioni erano assolutamente doverose, non possiamo avere nei ruoli istituzionali gente che inneggia... agli antisemiti. Non doveva essere nominato e si doveva dimettere quando queste cose sono emerse. Ha fatto bene, tardi».