Il Messaggero, 29 agosto 2023
Chiude il traforo del Monte Bianco
Il conto alla rovescia è iniziato. Ancora sei giorni e poi, dal 4 settembre, il traforo del Monte Bianco resterà chiuso al traffico per 15 settimane. E non è escluso che tutto questo si ripeta ogni autunno fino al 2040. A 60 anni dalla realizzazione del tunnel che collega Italia e Francia, infatti, è arrivato il momento del rinnovo. Dalle 17 di venerdì prossimo fino al 18 dicembre 2023, saranno eseguiti i lavori di rifacimento di due porzioni di volta da 300 metri ciascuna, rendendo l’infrastruttura la prima tra i grandi tunnel europei ad essere sottoposta a profondi interventi di risanamento. L’unico modo per farlo - come conferma la società stessa che gestisce il traforo - è il blocco totale. I lavori riguarderanno un nuovo sistema di drenaggio delle acque e la ricostruzione della volta con elementi prefabbricati e resistenti al fuoco. Inoltre si procederà anche alla sostituzione dell’illuminazione. Una serie di operazioni che hanno come obiettivo quello di allungare la vita utile dell’infrastruttura e che prevede lo smontaggio di tutti gli impianti di sicurezza presenti sulla volta. Impossibile immaginare di rimontarli ogni giorno, consentendo una chiusura del tunnel soltanto nelle ore notturne.
IL CANTIERE
Ma il futuro resta un’incognita: oltre ai timori di Confindustria per le ricadute sul Pil di questo stop, ora aleggia anche un altro spettro: il rischio paralisi per i trasporti internazionali su gomma ai due lati delle Alpi occidentali. Dopo il crollo di rocce nella valle francese della Maurienne, da ieri molti veicoli si sono riversati al Bianco. Risultato: tre ore di attesa sia a Courmayeur (Aosta) sia a Chamonix (Francia). Le previsioni del Geie-Tmb, il gestore italo-francese del tunnel, si fermano però al 4 settembre quando è fissata la chiusura. Costo totale del cantiere: 50 milioni di euro. Ma quello di quest’anno non sarà altro che una sorta di test per verificare se sia possibile replicare gli interventi anche in futuro. In caso di esito positivo, infatti, il risanamento sarà ripetuto anche l’anno prossimo su altri 600 metri di tunnel. Se le tecnologie di intervento dovessero funzionare, ecco che si apre la possibilità di continue chiusure per i prossimi 18 anni, fino a completare tutti gli 11.600 metri del traforo. Un’opzione che inevitabilmente porterà con sé gravi disagi di tipo logistico e pesanti ricadute economiche. Le due concessionarie Stimb e Atmb, che gestiscono il traforo, spiegano che si sta lavorando «con le autorità dei due Paesi per proporre, in occasione della realizzazione di questi importanti lavori, le migliori soluzioni alternative di collegamento tra l’Italia e la Francia».