La Stampa, 29 agosto 2023
Il ricordo di Evola divide le due Gressoney
In Valle d’Aosta, a sei chilometri di distanza, ci sono due Gressoney. La prima che si incontra salendo verso il Monte Rosa è Gressoney Saint Jean e la seconda Gressoney La Trinité. Tra i due comuni si sta creando in questi giorni una polemica culturale di fine estate. Tutto nasce perché La Trinité ha concesso la sala consiliare comunale per sabato alle 18 all’incontro Filosofia e alpinismo a Gressoney: Julius Evola. L’evento viene pubblicizzato anche dal sito della Regione Valle d’Aosta, che riporta i contatti del Comune per informazioni ed elenca i relatori: Angelo Parrella, laureato in Filosofia; Luca Siniscalco, professore di Estetica; Andrea Scarabelli, vicesegretario della Fondazione Julius Evola.
L’iniziativa ha indispettito non poco l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), che si è sentita in dovere di organizzare nella vicina Gressoney Saint Jean un altro appuntamento dal titolo La Storia tra Memoria e Futuro per oggi pomeriggio alle 17,30 al Teatro Wonplatz con il giornalista Gad Lerner e Alberto Cavaglion, docente di Storia dell’ebraismo all’Università di Firenze.
Se non si trattasse di una questione drammaticamente seria verrebbe da suggerire di scambiare i due eventi, perché una delle lamentele dell’Anpi è che la conferenza su Evola venga ospitata non in una sala qualunque ma in quella comunale. C’è però dell’altro, come lamenta Nedo Vinzio, presidente dell’Anpi Valle d’Aosta: «Il nostro incontro serve a ricordare l’impegno antifascista del nostro territorio, mentre l’altro è stato inserito senza avere ben coscienza di cosa si tratti. In particolare, pare strano unire aspetti filosofici all’alpinismo. Non dubito che Evola fosse un amante della montagna, ma se bastasse questo allora piaceva anche a Hitler. Quello che disturba insomma è che un evento tanto discutibile venga introdotto surrettiziamente e addirittura nella sala comunale. Tra l’altro se si voleva parlare di alpinismo non è che in Valle d’Aosta manchino le persone per farlo. Evola invece è un filosofo da trattare con le molle per la sua vicinanza al fascismo, al nazismo e all’eversione neofascista. Spero che il Comune possa trovare una collocazione meno istituzionale per l’evento. In generale però noto che fino a qualche anno fa c’era più ritrosia da parte dei fascisti a mostrarsi, mentre da quando c’è un governo di destra vengono avanti in maniera lineare. È il discorso della fiamma della Repubblica sociale che non si vuole spegnere. E i simboli hanno il loro valore».
Quello che sciocca Gad Lerner invece è la definizione di Evola, nella locandina dell’evento, come di «uno dei maggiori pensatori del Novecento italiano»: «Sono saltato su perché se si accetta questa idea allora perché non fare un convegno su Mussolini come grande politico? Mi ritengo un ammiratore di autori come Céline o Pound, di livello superiore a Evola pur portando anche loro la macchia dell’antisemitismo, ma credo sia giusto leggerli accompagnati da una certa consapevolezza. In questo caso, al contrario, si prova a celebrare un pensatore antisemita eludendo il suo ruolo principale di teorico del razzismo. Credo tutto parta dall’ignoranza, da una svista, da una sottovalutazione: "Ma chi sarà questo Evola su cui ci propongono una conferenza?", si saranno domandati a Gressoney La Trinité. Solo per dirne una gli va imputata la prima traduzione di quel testo antisemita e falso che è i Protocolli dei savi di Sion. Nonostante questo Evola è stato il filosofo di riferimento di Ordine nuovo e viene ancora venerato dall’estrema destra. Pare incredibile ricordarlo nella stessa valle dove, poco più giù, a Issime, si trova la statua dei due fratelli Raimondo e Ruggero Jona, deportati a 7 e 12 anni ad Auschwitz».
Il sindaco di Gressoney La Trinité, Alessandro Girod, risponde così sulla questione: «L’incontro non è stato organizzato dall’amministrazione comunale ma dal dottor Angelo Parrella, che ha richiesto di poter ospitare in un luogo pubblico comunale una conferenza da lui organizzata dedicata al tema dell’alpinismo e della filosofia ad esso connessa, garantendo che l’evento sarà di natura impolitica ed esclusivamente letteraria. Non essendoci motivi ostativi e nel rispetto delle norme l’amministrazione ha concesso l’uso di una sala per lo svolgimento dell’evento». Sul tema è intervenuto anche Luciano Caveri, ex presidente della Valle d’Aosta e ora assessore regionale all’Istruzione: «Ricordare Evola? Fosse vivo mio zio Ulrico Masini, capo partigiano di Giustizia e libertà nella valle del Lys, si farebbe sentire. E io per lui!».
Proprio da quelle parti però, in un crepaccio del Monte Rosa, venne calata una delle due urne cinerarie di Evola, mentre l’altra si trova nella tomba di famiglia al cimitero del Verano a Roma. Luoghi impervi e di confine, dove la stessa guida alpina, Eugenio David, che nel 1974 sparse le ceneri del filosofo nel 1943 aiutò tre famiglie ebree a fuggire in Svizzera. Evola sul letto di morte lasciò precise disposizioni: «Le ceneri, raccolte in un’urna, dovranno essere deposte in un crepaccio del ghiacciaio del Monte Rosa, verso la vetta. Spargerle dalla cima sarebbe troppo "romantico"». Aggiunse altri particolari: da quel crepaccio, rigorosamente in territorio italiano, si sarebbe dovuta vedere la parete Nord del Lyskamm Orientale. Una montagna che fa parte della catena del Rosa e che nel 1930 aveva scalato sempre con Eugenio David, come ricordò nel libro Meditazioni delle vette.
Per il resto, come ha osservato lo storico Sergio Romano, Julius Evola ebbe due vite: nella prima fu pittore, futurista e dadaista, ma nel 1921 dopo una crisi personale si dedicò all’elaborazione di un idealismo magico influenzato da Nietzsche, dal pensiero razziale di Gobineau e dai culti esoterici asiatici. Aderì intellettualmente al fascismo e al nazismo, pur senza iscriversi, vedendo in quei movimenti la nascita di un neopaganesimo e l’avvento di un’era eroica dominata da razze che avrebbero difeso i loro popoli dai flagelli della modernità. Uno dei suoi libri più noti è, per l’appunto, Rivolta contro il mondo moderno. A Vienna nell’aprile del 1945 fu ferito durante un bombardamento alleato e perdette l’uso delle gambe. Quando rientrò in patria nel 1948 fu accusato di aver contribuito ad un organizzazione fascista rivoluzionaria, ma venne assolto e occupò da allora una posizione simile a quella di Céline, lo scrittore antisemita di cui vengono riconosciute, tuttavia, grandi qualità letterarie.