il Giornale, 29 agosto 2023
Intervista a Caterina Murino
Come ogni anno, oggi è il giorno in cui la madrina della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica scenderà all’imbarcadero dell’hotel Excelsior del Lido di Venezia per le foto di rito. Domani dovrà condurre la serata di apertura dell’edizione numero 80 e bisogna prepararsi bene. Caterina Murino, 45 anni, sarda di Cagliari ma da vent’anni residente a Parigi, è stata scelta dal direttore Alberto Barbera per aprire e chiudere (il 9 settembre) il più antico festival del mondo. Arrivata quinta a Miss Italia del 1997, ha lavorato con registi come Luis Sepúlveda, Dino Risi, Pappi Corsicato, Álex de la Iglesia e, nel 2006, è stata la Bond Girl Solange, accanto a Daniel Craig, nel film Casino Royale di Martin Campbell. Da poco ha finito di girare The Opera! di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco: «Un film fuori di testa, superpop ci racconta ci saranno Vincent Cassel e Fanny Ardant e i costumi di Dolce&Gabbana. Tutto quello che noi diciamo è tratto da opere, pezzi di canzoni, pezzi da diversi film».
Invece a Venezia che madrina sarà?
«Una brava padrona di casa però, non lo posso negare, ho tanta paura di non essere all’altezza del ruolo, di impappinarmi. È strano, è una sensazione che non mi è successa neanche per l’ultimo spettacolo che ho fatto a Parigi».
Ieri la pre-apertura della Mostra è stata dedicata a Gina Lollobrigida. C’è una diva del passato che l’ha ispirata?
«Non ce n’è una in particolare. Ma Lollobrigida, Loren, Cardinale, Magnani, Vitti sono state delle attrici iconiche e straordinarie. Non credo che oggi ci sia qualcuna come loro, perché è cambiato lo star system».
Che Italia si vede da Parigi?
«I francesi sono pazzi per il nostro Paese, per la nostra cultura. Appena torno a Parigi, sarò sul palco in una nuova pièce teatrale con tutti colleghi che amano Venezia, Roma, Firenze. Io sto cercando di fare un ponte teatrale di co-produzioni tra Italia e Francia, portando commedie francesi in Italia e viceversa».
Il suo è un po’ un ritorno a Venezia, dove è stata per il film in concorso di Pappi Corsicato Il seme della discordia. Che ricordo ha?
«Una grande emozione perché il film di Pappi era tra i primi miei da protagonista. L’unica cosa è che andammo alla Mostra senza aver visto il film. Fu una doccia fredda perché il film era molto diverso da come lo avevamo girato. Ricordo che ho pianto tutte le mie lacrime. Solo un anno dopo ho avuto il coraggio di rivederlo e mi sono riconciliata».
Niente male per un’attrice nata per caso.
«In effetti sognavo di fare la pediatra e mi sono trovata a fare questo mestiere. Qui in Francia vedo tanti colleghi che hanno il fuoco sacro e hanno difficoltà a lavorare. Ci vuole talento ma anche tanta fortuna. Come per questo ruolo che mi viene regalato. È un punto importante della mia carriera, una pietra miliare ma non un traguardo».
A proposito di attori, quelli statunitensi quest’anno saranno assenti per via dello sciopero a Hollywood.
«Uno dei temi che toccano è quello dell’Intelligenza artificiale e io sono d’accordo con loro. Se le diamo spazio, noi attori non esisteremo più. Abbiamo già disumanizzato tutto, ora tocca all’arte con la creazione artistica, tipica dell’essere umano, asfaltata da computer».
In questi mesi stanno scegliendo il nuovo Bond. Qualcuno pensa che sia giunto il momento per una donna.
«Mi auguro di no, Ian Fleming si rivolterebbe nella tomba. Il personaggio è stato scritto per un uomo».
Che ne pensa di Miss Italia, che negli anni più recenti non è andato in tv?
«Le dirò una cosa che non si sa, ma io sono l’esclusivista di Miss Italia per la Sardegna con una società che ho creato con le mie migliori amiche. Sono convinta che questo concorso non debba morire e che debba tornare su Raiuno. È un concorso pulito, incentrato sulla bellezza e sul talento, da dove tante di noi penso ultimamente a Miriam Leone sono uscite».
C’è chi pensa che i concorsi di bellezza sminuiscano le donne.
«La verità è che non siamo tutte uguali, c’è chi ha avuto un dono come la voce, chi la bellezza, chi il cervello per diventare Nobel della fisica. Io per esempio sognavo di cantare ma sono una campana e mia madre, che è soprano, mi ci ha fatto mettere una pietra sopra».
Parlando di bellezza, lei è per quella naturale?
«Ho cercato sempre di nutrire più l’interno che l’esterno e sono contro qualsiasi ritocco. Le lacrime, i sorrisi, le gioie e i dolori ce li abbiamo sul viso. Però certo, ora che mi ci fa pensare, le persone si ritoccano perché magari vogliono cancellare tanti dolori».