Corriere della Sera, 28 agosto 2023
Mancini va in Arabia
Un c.t. da mille e una notte, annunciato da un video sui social ieri alle 21: «Ho fatto la storia in Europa, ora è il momento di farla in Arabia». Dopo le dimissioni dall’Italia, Roberto Mancini oggi vola a Riad per la firma e la presentazione (alle 16 italiane) come tecnico dei «Falconi Verdi» che lo renderanno uno degli allenatori più pagati: l’accordo sarà fino al gennaio 2027, da trenta milioni all’anno esentasse, bonus compresi, secondo fonti arabe.
Ma Mancini stesso smentisce l’entità di queste cifre. «Mi hanno trattato come il mostro di Firenze, sì, Pacciani...» dice all’agenzia Italpress. Per poi aggiungere via Instagram un commento più istituzionale, nel quale l’interesse arabo sembra sopraggiunto dopo le dimissioni dall’Italia, anche se non è così: «In questi giorni ho ricevuto una manifestazione di piena fiducia sulla mia persona e di apprezzamento del mio lavoro dalla Federcalcio araba che mi ha scelto per il prestigioso incarico di Head Coach della National Team. Sono entusiasta di aver accettato questo nuovo progetto che si fonda sulla condivisione della visione strategica di crescita del settore calcistico e in particolare del mondo dei giovani a cui tengo da sempre. Questo incarico è un riconoscimento del valore attribuito al calcio italiano e anche in questa esperienza porterò con orgoglio la nostra italianità nel mondo».
L’orizzonte contrattuale è quello della Coppa d’Asia 2027, che l’Arabia ospiterà e che non vince dal 1996. Ma gli obiettivi – dopo la clamorosa vittoria sull’Argentina al Mondiale in Qatar – sono tanti, anche a breve termine: Mancini e il suo mega staff di 9-10 persone (Oriali sta valutando, altri riflettono sui 183 giorni di residenza nel Paese per godere dei benefici fiscali), debutteranno l’8 settembre in amichevole a Newcastle con la Costa Rica, nello stadio del Public Investment Found (Pif) di Riad.
Gravina
Sono amareg-giato
Mancini ed io sappiamo qual è la verità.
Mi sono sentito
offeso
dalle
sue parole
Le qualificazioni al Mondiale 2026 iniziano a novembre e saranno semplici nel primo girone, con Giordania, Tagikistan e una tra Cambogia e Pakistan. Ma da gennaio con la Coppa d’Asia in casa del Qatar detentore del trofeo si fa sul serio. Perché, come ha raccontato il predecessore del Mancio, il francese Renard, «in certe partite si percepisce la tensione dei dirigenti».
L’obiettivo di Riad, che sta costruendo un campionato miliardario, è quello di diventare i migliori nell’area: il primo mondiale di lingua araba organizzato da Doha deve diventare un pallido ricordo. E Mancini, primo tecnico del City emiratino e campione d’Europa con l’Italia è considerato l’uomo giusto, per esperienza e immagine.
Balletto di cifre
In Arabia si parla di un contratto da 30 milioni netti all’anno, ma Roberto smentisce
Nei giorni scorsi, Mancini ha mandato un’altra Pec alla Figc per firmare la risoluzione del contratto, data la presenza di alcune opzioni per un nuovo impiego. La Figc non ha dato seguito alla comunicazione e il contratto resta da risolvere. Se ci sarà un contenzioso legale (ipotesi meno probabile), Mancini potrà puntare come motivazione per le dimissioni sui pezzi persi del suo staff (Evani, Sandreani) che porterà con sé in Arabia. Ma le trattative con Riad sono iniziate ben prima delle dimissioni del 13 agosto.