la Repubblica, 28 agosto 2023
La conferma dal test. Il Dna è di Prigozhin
La commissione d’inchiesta russa ha confermato la morte di Evgenij Prigozhin e delle altre nove persone a bordo del jet. La certezza è arrivata dopo il test del Dna. «Mi uccideranno» aveva profetizzato in un video il capo della Wagner.
Era una risposta attesa: la commissione d’inchiesta russa ha confermato la morte di Evgenij Prigozhin e delle altre nove persone a bordo del jet. Una certezza raggiunta dopo il confronto del Dna.
Il timbro degli investigatori dovrebbe mettere fine, nelle intenzioni di Mosca, ai sospetti su una finta morte del fondatore della Wagner. Dopo giorni la tesi ha ancora dei sostenitori. Perché non credono alle versioni veloci delle autorità, non escludono un trucco di uomo abituato all’inganno, ritengono che sia stato sempre molto scaltro per finire in una trappola. Il comunicato, però, ha un suo valore ufficiale, è la verità governativa, è un primo punto fermo. Almeno sulla carta.
Andiamo al secondo. Gli inquirenti hanno annunciato di avere recuperato le scatole nere, fondamentali per ricostruire le condizioni dell’aereo, i contatti radio, il momento del disastro, i parametri tecnici. Possono «parlare», fornire indicazioni per scoprire cosa abbia provocato l’evento catastrofico. Ma anche qui, come per il Dna, bisogna fidarsi di quello che diranno i funzionari chiamati ad esaminare le tracce. Interrogativo ulteriore: gli esperti dell’Embraer, la compagnia che ha prodotto il velivolo, saranno consultati? Avranno accesso ai file? Un loro parere non sarebbe secondario.
Quindi il terzo elemento. I rottami. Una verifica dei reperti può rilevare presenza di esplosivo a bordo, segni di un impatto esterno – ovvero un missile —, eventuali manomissioni. Anche qui servono volontà, impegno e trasparenza.
C’è un precedente interessante. Nel 2015 un aereo passeggeri russo è esploso nel Sinai, 217 le vittime. Per lungo tempo gli egiziani, preoccupati per le conseguenze sul turismo, hanno sostenuto la teoria dell’avaria nonostante che le intelligence occidentali avessero indicato con decisione la pista terroristica. Infatti ci sarà la rivendicazione da parte dello Stato Islamico che fornirà anche la prova di come fosse riuscito a far passare un ordigno all’interno di un passeggino. La strage spingerà la Russia a sospendere a lungo i voli per Sharm el Sheikh, con forti tensioni.
I due punti insieme – se sfruttati – dovrebbero permettere di avere un’idea più precisa sui possibili responsabili. Individui in grado di sabotare il velivolo durante una sosta, sfruttando la manutenzione, piazzando qualcosa a bordo. In primavera ci fu un po’ di allarme per la presenza di un operaio sull’aereo, caso poi rientrato. Non sarebbe una sorpresa se tra qualche giorno venisse rivelato un «colpevole». Tanto gli esecutori sono sacrificabili, i mandanti possono restare nell’ombra.
C’è l’attenzione internazionale per gli sviluppi e c’è quella dei wagneriti. Da comprendere dove sarà sepolta la salma di Prigozhin, in quanto la tomba può diventare un simbolo, un riferimento per chi cova vendetta sentendosi tradito.
Intanto in rete i mercenari ricordano un’intervista rilasciata dal loro leader in aprile. Vedeva nero. Un passaggio sembra rappresentare una premonizione di quello che sarebbe accaduto: «La Russia è sull’orlo del disastro. E se questi ingranaggi non verranno aggiustati oggi, allora l’aereo andrà in frantumi mentre è in volo». E, ancora: «Parlo con troppa onestà. Meglio uccidermi». Parole.