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 2023  agosto 28 Lunedì calendario

Piloti psicpatici che mentono pur di volare

 Sono un pericolo pubblico o sono solo dei furbetti disonesti? Dopo venti anni di guerra, in Afghanistan e in Iraq, molti piloti delle Forze Armate Usa, tornati civili, hanno trovato lavoro nelle linee aeree private, sia quelle di linea, che le linee di trasporto merci, o di jet aziendali o turistici. Almeno un terzo dei 110 mila piloti americani ha imparato a volare da militare. E fra questi, molti hanno volato in combattimento, e sono tornati con disturbi di vario genere, soprattutto PTSD, post-traumatic stress disorder. Però quando hanno fatto domanda di assunzione alle linee aeree civili, questi disturbi li hanno tenuti nascosti. Secondo una inchiesta esclusiva del Washington Post, quasi 5 mila piloti non hanno rivelato ai loro datori di lavoro di essere beneficiari di pensioni di disabilità dal Veteran Affairs, il dipartimento federale incaricato di assistere a vita i veterani militari.
I CONTROLLI
Uno studio sulla reale idoneità dei piloti è cominciato nel 2019 proprio nel VA, che ha chiesto un controllo incrociato con i dati della Faa, l’agenzia federale che controlla l’aviazione civile. E così sono venuti a galla numerosi imbrogli. Sessanta piloti sono stati temporaneamente «messi a terra», col timore che «possano rappresentare un chiaro pericolo per la sicurezza», ma un numero imprecisato e a quanto pare molto esteso rischia di essere denunciato per frode. Dopo i 20 anni di guerra infatti il VA ha grandemente allargato le pensioni di disabilità, e il numero di veterani che ne godono è passato da 3,3 milioni nel 2011 a circa 6 milioni oggi. Ogni anno le casse federali sborsano più di 130 miliardi di dollari per ripagare con pensioni di disabilità gli uomini e le donne che hanno combattuto ma riportato in guerra qualche danno.
Senonché pare che la nuova larghezza di manica del VA abbia invogliato molti a approfittare il più possibile. I piloti dunque ottengono pensioni per disturbi che o hanno senz’altro inventato o hanno ingigantito, che poi però al momento dell’assunzione come piloti civili tralasciano di citare. La Faa sta studiando tutti i casi, uno per uno, per accertarsi che i piloti siano in condizioni sicure per pilotare aerei. Ma dal canto suo l’ispettore generale del VA sta cercando di appurare quanti di questi siano solo dei furbetti da denunciare per frode ai danni del governo federale.
Tutti i piloti civili hanno l’obbligo di superare visite mediche periodiche, più frequenti per i piloti di linee commerciali, meno per quelli che lavorano a ingaggio. Le linee guida per queste visite sono state irrigidite molto dopo l’inchiesta VA, ma i medici confermano che molto si basa sull’onestà dell’individuo, poiché le loro schede mediche militari rimangono protette dalla legge sulla privacy. E se l’aviazione civile americana non registra incidenti mortali dal 2009, la storia recente ci ha dimostrato in altri Paesi come disturbi mentali possano generare terribili catastrofi.
IL JET
Il caso del giovane pilota tedesco Andreas Lubitz, che portò il suo jet della Germanwings a schiantarsi sulle Alpi perché voleva suicidarsi è di certo ancora vivo nella memoria dei nostri lettori. Tre anni fa, qui negli Usa, un pilota ha dovuto interrompere un decollo con un piccolo Cessna. Nel corso delle indagini sulle cause del decollo abortito senza danni la Faa ha scoperto che il pilota stava ricevendo una pensione di 2900 dollari mensili dalla VA per PTSD. L’uomo è stato condannato per frode, perché nella sua domanda di rinnovo della patente di pilota aveva omesso di rivelarlo.
Lo scorso dicembre un ex pilota che aveva servito in Iraq ha portato un elicottero a schiantarsi su una montagna del Tennesse, uccidendo la sua compagna di volo. Matthew Jones è rimasto paralizzato dalla vita in giù, ma è stato incriminato per frode per aver anche lui mentito al rinnovo, non rivelando di ricevere una pensione di disabilità militare per epilessia.