Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  agosto 27 Domenica calendario

Biografia di Alberto Arbasino

Alberto Arbasino nasce a Voghera, in provincia di Pavia, nel gennaio del 1930, da una famiglia benestante, proprietaria di una farmacia. Frequenta il liceo classico, dopo la guerra si iscrive a medicina all’Università di Pavia, ma dopo pochi anni passa a Giurisprudenza, alla Statale di Milano. Si laurea nel 1955 con il vigevanese Roberto Ago, che segue quando si trasferisce alla Sapienza di Roma, e di cui sarà assistente fino al 1965 (per poi abbandonare ogni velleità di carriera universitaria). Intanto alimenta la propria dimensione internazionale: va a Parigi per corsi di diritto alla Sorbona, all’Aia frequenta l’Accademia di diritto internazionale, ad Harvard partecipa a seminari tenuti da Henry Kissinger. E sta già scrivendo e pubblicando: Distesa estate, il suo primo racconto, esce nel 55 sulla rivista Paragone; gira per il mondo e pubblica articoli e reportage per Il mondo, L’illustrazione italiana, Tempo presente; nel 57 esce il suo primo volume, la raccolta di racconti Le piccole vacanze, per Einaudi; nel 59 esce per Feltrinelli la raccolta di racconti L’Anonimo Lombardo, che comprende anche quanto già uscito nelle Piccole vacanze, però con modifiche. Sarà la prima di una lunga serie di ripubblicazioni con revisione, riscrittura, accrescimento, che riguarderà tutta la vita editoriale di Arbasino.Nel 1960, sempre per Fetrinelli, ecco Parigi o cara, la prima raccolta di articoli e saggi, un tipo di scrittura che inizialmente viaggerà in parallelo a quella narrativa ma che in pochi anni prenderà il sopravvento, diventando l’unica. Non c’è solo questo: Arbasino frequenta il demi-monde dello spettacolo e del cinema, è amico di Franca Valeri, Laura Betti, Giancarlo Cobelli, con Mario Missiroli scrive per il cabaret e con lui, nel 1961, collabora al vaudeville Amate sponde! e, nel 1962, al film La bella di Lodi (entrambi poi diventati anche scritti in volume). Tra la fine del 1962 e il 1963 l’affaire Fratelli d’Italia.Scrive Arbasino, quarant’anni dopo: «Mentre scrivevo Fratelli d’Italia, nei primi anni Sessanta, scoppiarono cabale atroci e ridicole, perché il vecchio Establishment (o sistema di potere) letterario si sentiva minacciato nei posti e negli stipendi dal Gruppo 63, e si offendeva per le mancanze di rispetto ai vecchi di riguardo nelle cronache culturali che tenevo sul Mondo e sul Giorno». Il romanzo, proposto in Feltrinelli, viene rifiutato (guarda caso) da Giorgio Bassani, allora direttore della collana Biblioteca di Letteratura, non solo, dice Arbasino, per «le pressioni del gruppo di potere Moravia-Morante», ma anche perché «gli sembrava non un vero romanzo “ben fatto”, ma piuttosto un pacco di scritti vari. E poi, temeva molto che qualcuno avrebbe potuto riconoscersi fra tanti episodi e personaggi, andando poi a lamentarsi con lui». Ma un anticipo è già stato pagato e per intervento diretto di Giangiacomo Feltrinelli, il libro esce ne «I narratori», collana più sperimentale della casa editrice milanese, diretta da Valerio Riva. Ci saranno pochissime altre uscite narrative, come Super Eliogabalo nel 1969 e l’ultima, nel 1974, Specchio delle mie brame, mentre si succederanno, innumerevoli, le pubblicazioni saggistiche e le riscritture di quelle narrative. Volto televisivo con Match per Rai 2 (1977), deputato del Partito Repubblicano (83-87), collaboratore di La Repubblica, Arbasino non smetterà mai di scrivere e riscrivere, accasandosi negli anni 90 con Adelphi, con cui rimase fino alla triste scompara del marzo 2020, in piena emergenza Covid.pie.pal.