La Lettura, 27 agosto 2023
Nicholson e Vannacci
Il record è assoluto. Nessun libro ha mai suscitato in Italia il clamore suscitato da Il mondo al contrario del generale Roberto Vannacci (curriculum più che ragguardevole) che espone a ruota libera predilezioni e idiosincrasie. Forse il generale pensava a un monologo come quello di Jack Nicholson (il colonnello Nathan R. Jessep processato nel film Codice d’onore). Ma non gli è venuto bene. Nel monologo Nicholson, rivolto a Tom Cruise, bellino come non mai, il suo accusatore, diceva: «Tu non puoi reggere la verità. Figliolo, viviamo in un mondo pieno di muri e quei muri devono essere sorvegliati da uomini col fucile. Chi lo fa questo lavoro, tu? (...) Voi piangete per Santiago e maledite i Marines. Potete permettervi questo lusso. Vi permettete il lusso di non sapere quello che so io. Che la morte di Santiago nella sua tragicità probabilmente ha salvato delle vite, e la mia stessa esistenza, sebbene grottesca e incomprensibile ai vostri occhi, salva delle vite! Voi non volete la verità perché è nei vostri desideri più profondi che in società non si nominano, voi mi volete su quel muro, io vi servo in cima a quel muro. Noi usiamo parole come onore, codice, fedeltà. Usiamo queste parole come spina dorsale di una vita spesa per difendere qualcosa. Per voi non sono altro che una barzelletta. Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco e poi contesta il modo in cui gliela fornisco. Preferirei che mi dicesse la ringrazio e se ne andasse per la sua strada. Altrimenti gli suggerirei di prendere un fucile e di mettersi di sentinella. In un modo o nell’altro io me ne sbatto altamente di quelli che lei ritiene siano i suoi diritti». Allora (1992) alla fine del film eravamo tutti con Cruise contro Nicholson. Ma Pasolini, che a Valle Giulia stava con i poliziotti e non con i contestatori figli di papà, si sarebbe schierato con Cruise o con Nicholson?