il Fatto Quotidiano, 27 agosto 2023
La Fifa sospende Rubiales per 3 mesi
Va aggravandosi di ora in ora lo scontro tra la Federcalcio spagnola e la Nazionale di calcio femminile neo campione del mondo dopo la scelta del presidente Luis Rubiales di non dimettersi, come richiesto da più parti, dopo il bacio “a stampo” dato senza consenso (secondo quanto appare dalle immagini) alla calciatrice Jenni Hermoso in occasione della premiazione del Mondiale. Rubiales venerdì si era dichiarato vittima di un “assassinio sociale” di fronte a un bacio “consensuale” dato in un contesto “euforico”, suscitando un domino di conseguenze con pochi precedenti nel calcio spagnolo e globale. Dopo le prime reazioni, tra la sera del 25 e la mattina del 26 agosto, prima l’intera Nazionale di calcio femminile (23 giocatrici) ha pubblicato un comunicato congiunto in sostegno della compagna e delle “incontestabili immagini” annunciando che non avrebbero più giocato in Nazionale senza le dimissioni degli attuali dirigenti. Poi Hermoso sui suoi social ha pubblicato un comunicato molto duro chiarendo di non accettare che le sue parole siano messe in discussione (aveva sempre negato la consensualità del bacio) e spiegando di essersi sentita “vittima di un’aggressione” impulsiva e maschilista. A quel punto, la Federcalcio ha fatto quadrato intorno al suo presidente, smentendo la versione di Hermoso con una serie di foto che dovrebbero dimostrare la consensualità, e minacciando azioni legali contro le 23 calciatrici.
L’arrocco della Federazione intorno a Rubiales – di cui il ministero dello Sport aveva già chiesto formalmente le dimissioni – ha però esacerbato gli animi. Il Consiglio Superiore dello Sport, organo governativo, ha denunciato Rubiales ai tribunali sportivi per abuso di autorità e atti contro il decoro. Poche ore più tardi la Fifa, organo mondiale del calcio, lo ha sospeso per 90 giorni da ogni attività calcistica. La Federazione ha risposto nominando ad interim il suo vice e spiegando che Rubiales si difenderà dimostrando la “verità” e la sua “completa innocenza”. Sono seguite le dimissioni di 11 membri dello staff tecnico della nazionale femminile (ma non dell’allenatore), mentre tra gli altri anche Luis De la Fuente, allenatore degli uomini, ha censurato “senza sconti” il comportamento del suo presidente. I vertici della Federcalcio appaiono sempre più isolati.