la Repubblica, 27 agosto 2023
L’esordio dei Talk
«Non ricordare ti dà due gioie: la sorpresa di rivedere certe cose e di non commemorarti. La sfida mia» dice Maurizio Costanzo a Pierluigi Diaco «è quella di domani».
Da quando, ragazzino, usava un portasapone come microfono, sognando la radio, Costanzo, padre del talk show, tra tv, teatro, cinema ha guardato al futuro. Lo specialeL’altro Costanzo che andrà in onda su Rai 1 in seconda serata domani, giorno in cui avrebbe compiuto 85 anni, realizzato da Diaco con Luca Martera (regia di Salvatore Perfetto), racconta l’anchorman prima delMaurizio Costanzo show. Con Bontà loro,anno 1976, nello studio in cuiprima di intervistare gli ospiti, apriva la famosa finestra, spiazza gli spettatori. Lo seguono in dieci milioni, la formula – domande di ogni tipo, tono confidenziale – appassiona il pubblico. Per Costanzo (scomparso il 24 febbraio), che aveva debuttato in Rai nel 1964 come autore radiofonico grazie a Luciano Rispoli, conCanzoni e nuvole condotta da Nunzio Filogamo, un successo.
Caustico, sornione, ironico, l’ironia in cui mescola giudizio e affetto, capace come pochi di far confessare all’ospite l’inconfessabile, incontra attori, cantanti e politici. Un “come eravamo” che fotografa un’epoca. La genialità di Raimondo Vianello, anche nel momento più difficile, quando parla del tumore: «Ora devo essere umano, no? Devo parlare della malattia. L’ho avuta anni fa e sì, era quella famosa. Ho dei testimoni: ho riso quando me lo hanno detto. C’era stato una diagnosi che escludeva il male, poi con altre analisi, hanno detto: “È questo”. Ho pensato: ora chi glielo dice a quello che lo escludeva?». Ineffabile, Giulio Andreotti rivela di aver chiesto alla moglie Livia di sposarlo, al cimitero. «Una cosa buffa perché credo che raramente ci sia stata una dichiarazione di volontà matrimoniale fatta al cimitero, il collegamento era un mio compagno di scuola. Ero molto impacciato, non avevo grande esperienza e mi sono appoggiato allo scomparso». Meraviglioso Marcello Mastroianni confessa che il maggior rimpianto è «non aver peccato veramente fino in fondo. Sono stato vigliacco, adoro i peccatori. Peccare a metà è orrendo». Gabriella Ferri, lo sguardo tagliente, spiega a Costanzo, incuriosito da tutta la chincaglieria che indossa: «A causa delle “scioccaglie” quando non c’erano gli hippies prendevo più pomodoriio: io sono india, beduina, araba, testaccina». «Sono timido», dice Vittorio Gassman, «in teatro o si muore o parzialmente si supera. Non mi dispiace, perché sono un antipatico, la timidezza attenua, aiuta, viviamo in un paese pieno di simpatici. Ho pensato che c’era più mercato perun antipatico». Tra gli ospiti anche il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, a cui Costanzo chiede conto della lettera in cui invitava la redazione a tenere puliti i bagni. «Gabinetti a misura d’uomo, sì» sorride il direttore. «Mi ricordai di Arrigo Benedetti che aveva trovato le maniglie delle porte poco pulite. Allora poco tempo fa ho fatto osservazioni analoghe sui gabinetti, ho pensato che fosse dover mio ma certo non mi compete. Poi la mia nota l’ho riletta su Lotta continua ma non mi è dispiaciuto affatto». Negli anni il talk show si evolve, arrivano Acquario,con l’ospite a sorpresa (bello lo scambio sull’Italietta tra Susanna Agnelli e Rino Gaetano), Grand’Italia(1979-1980), mix tra informazione e intrattenimento. IlCostanzo showavrebbe debuttato nel 1982 su Rete4, un altro capitolo da scrivere, stessa curiosità.