La Stampa, 26 agosto 2023
La giornata mondiale del cane
Da 19 anni il 26 agosto l’uomo celebra l’amore per il suo amico più fedele con la Giornata mondiale del cane. Nel 2004 Colleen Paige, comportamentalista animale e attivista, decise di istituire questa giornata speciale facendola coincidere con la data dell’adozione da un canile della sua Sheltie. Un modo per incentivare ad andare a scegliere gli animali da compagnia nei canili, scoraggiandone l’acquisto in negozio e invogliando le persone a effettuare delle donazioni per i rifugi. Questa tradizione americana è stata poi ripresa da diversi Stati e ora è considerata una celebrazione a livello mondiale. Ma nozioni storiche a parte, questo è il giorno in cui il cane viene messo sul piedistallo e tutti parlano di lui. Come se si dovesse fare un punto della situazione e dar risposta a tante domande su un legame che per alcuni sembra inspiegabile. L’orgoglio per chi li considera membri di famiglia.
I numeri
Gli italiani amano avere un animale nella loro vita. A dircelo è il rapporto Eurispes 2023 secondo il quale quasi 4 connazionali su 10 ne ha almeno uno in casa e in cima alla lista c’è il cane: il 42 per cento degli italiani vive con uno di loro. In valori assoluti, secondo la Banca dati dell’Anagrafe Animali d’Affezione, al febbraio scorso nelle case del Bel Paese ci sarebbero 13. 863. 734 cani microchippati, per una media di un cane ogni 4 persone.
Un rapporto che per alcuni diventa quasi eterno: secondo Eurispes un italiano su cinque (20, 2%), tra chi ha almeno un animale domestico, ha preso in considerazione l’ipotesi di destinare una parte della propria eredità a quest’ultimo ma anche di trovare sepoltura insieme al proprio compagno. Che gli animali da compagnia facciano parte della famiglia ce lo ricorda anche l’Istat che nel 2022 ha inserito il trasportino nel suo paniere perché considerato un «prodotto di consumo consolidato».
Una fedeltà unica
Ma perché il cane è considerato il miglior amico dell’uomo? La risposta risale alla notte dei tempi quando il quattrozampe, per opportunità, ha accettato di diventare “domestico": vivere a fianco dell’uomo significava avere facile accesso a fonti alimentari, certo non elaborate come quelle di oggi, ma pur sempre cibo a costo zero. Per l’uomo il cane è diventato un amico perché capace di proteggere lui e il suo bestiame come animale da guardia. Insomma, un rapporto di mutuo-opportunismo che nel corso degli anni si è però trasformato in una relazione: l’uomo ha capito che quell’animale non era una “bestia”, ma un essere senziente capace di provare emozioni e legarsi profondamente al suo compagno umano.
«Chi non ha mai avuto un cane non può sapere che cosa significhi amare ed essere amato» diceva il filosofo Arthur Schopenhauer. Parole che si leggono chiare e forti nelle tante storie di fedeltà che le cronache quotidiane raccontano: a Desulo, nel Nuorese, Snoopy, un simil Pastore tedesco di 8 anni, da settimane resta coricato, giorno e notte, nel vicolo di fronte alla casa di quello che era il suo compagno umano morto prematuramente. E ora i vicini si prendono cura di lui e cercano, con carezze e attenzioni, di colmare il vuoto che si è creato nel suo cuore. Rapporti così forti da portare a gesti estremi come quello di Rosa e Veronica, le inseparabili amiche morte nel tentativo di salvare il loro cane finito in balia delle acque di un torrente in alta Valmalenco.
Il patto tradito
Se il cane può considerarsi il miglior amico dell’uomo, non sempre si può dire la stessa cosa per il bipede che gli sta accanto. Se infatti sono tanti i cani che entrano nelle case degli italiani, sono tantissimi quelli che vengono abbandonati tradendone quella fiducia che tanto elogiamo: i dati del Ministero della Salute, che purtroppo risalgono al 2021, parlano di oltre 100 mila ingressi annui nei canili (cioè il numero di cani vaganti catturati sul territorio) contro “solo” circa 34 mila adozioni. I dati, come detto, risalgono a due anni fa, quando l’Italia era ancora in piena pandemia e improvvisamente tante persone avevano sentito il bisogno di avere un quattrozampe al proprio fianco mentre eravamo confinati nelle nostre case (qualcuno lo ha anche preso per avere la scusa della “libertà condizionata” dalla passeggiata con il quattrozampe).
Ma, in attesa di aver i dati ufficiali, quelli raccolti dalle associazioni animaliste parlano di un boom di abbandoni, con i canili e rifugi al collasso mentre le adozioni sono praticamente ferme: l’umano, dopo aver riconquistato la libertà, non solo abbandona il suo compagno peloso (con la “cessione di proprietà” o per strada), ma neanche pensa ad aprire le porte di casa sua a nuove amicizie canine.
Gli abbandoni e le mancate sterilizzazioni alimentano il randagismo che oggi è un fenomeno fuori controllo: il recente rapporto di Legambiente “Animali in città 2023” parla di milioni di “animali fantasma” che vagano sul territorio senza che nessuno ne tenga traccia: secondo lo studio, infatti, mancano all’appello dell’anagrafe canina almeno due milioni di quattrozampe, di cui 1, 5 milioni localizzati in cinque regioni dal Lazio in giù. A rendere ancora più triste la situazione è il crescente numero di animali di razza che finiscono nei rifugi: l’abbandono non solo non si ferma di fronte al tradimento della fiducia dell’animale, ma neanche dopo aver fatto un investimento economico importante.
Oggi, più che mai, serve che chi decide di prendersi un cane lo faccia con la consapevolezza che è un’esperienza unica, profonda, ma anche un impegno che non può avere una data di scadenza. —