Corriere della Sera, 26 agosto 2023
La simbiosi tra Giorgia e Arianna Meloni
«A testa alta, insieme, da sempre e per sempre». (Questa è Giorgia). «Ti accompagnerò sul monte Fato, a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo». (E questa è Arianna). E poi: «Quando avevi bisogno di riposare, di piangere, di rilassarti o di un consiglio, io c’ero». «Lei è la più grande, la più bella, la più coraggiosa». «Siamo sempre state dinamite insieme. Non c’è segreto che non le confessi, non c’è consiglio che non le chieda». «Oh, se solo sapessero!». «Non le dirò mai grazie abbastanza per l’amore che mi ha regalato…».
Non è poi così necessario sapere chi abbia coniato l’una o l’altra frase, perché, lo confermano tutte e due le sorelle, sono simbiotiche. Di quella simbiosi che in biologia, ma anche in politica, è detta mutualistica, quando l’associazione è vantaggiosa per ambedue i simbionti. E consente di rintuzzare i colpi dell’alterna fortuna, di combattere spalla contro spalla, di partire all’assalto, quando serve, senza timore alcuno che il fianco resti scoperto. Con più di qualche successo se una è presidente del Consiglio, pur con la furia degli avversari e più di un mal di pancia degli alleati. E poi c’è Arianna. Arianna che strapparla dall’ombra è impresa da titani. Arianna che ha raccontato al Foglio, in una lunga quanto rara intervista: «Sono un’ansiosa, non mi piace apparire. Avevo 19 anni quando andai in tv da Michele Santoro a Il rosso e il nero. Feci una domanda a Fausto Bertinotti: che angoscia, mai più!». Eppure, tanto timida non deve essere, almeno nel corpo a corpo, se Giorgia ha deciso di affidarle la responsabilità della segreteria politica di Fratelli d’Italia, costringendo più di un dirigente a ricorrere al Maalox. In un partito poi, ma anche gli altri non scherzano, abituato a volte a confronti interni brutali. Insomma, non si sta in cima solo per luce riflessa e a dispetto dei santi.
Le due Meloni. Arianna, classe 1975, è di due anni più grande. È anche più alta di sette centimetri, forse 1,67 contro 1,60. Giochi di bimbe sulla bellezza, con canzoni tormentone inventate all’istante che cominciavano con «Arianna è bella, Giorgia è una cozza». Arianna che le racconta le favole per farla addormentare, ma soprattutto per consolarla quando alle elementari la chiamavano cicciona. Giorgia e Arianna che hanno lo stesso timbro di voce, che le rende intercambiabili al telefono, chissà se solo per fare degli scherzi. Giorgia che le si chiude la vena se solo provano ad attaccare la sorella. Arianna che le si chiude la vena se solo sfiorano la sorella con una critica. Arianna che lascia il liceo per lavorare. Giorgia che quando, tempo dopo, la sorella si presenta agli esami di maturità al Mamiani, si intrufola dribblando le bidelle per arrivare ai quadri e le urla: promossa! Arianna che si scambia il primo bacio con Francesco Lollobrigida, che poi diventerà suo marito, e subito corre dalla sorella: «Giorgia, non puoi capire!».
Ci vorrebbe il Pentothal per sapere come è andata veramente l’ultraraccontata vicenda di loro due che danno fuoco alla casa da bambine. Arianna dice che è stata Giorgia ad accendere la candela. Giorgia ricorda che era la più piccola e chiede chi le ha messo in mano il fiammifero. Contrasto solo apparente, ci fosse stata un’intercettazione ambientale le avrebbe scoperte nel mettersi d’accordo sull’accusarsi a vicenda, puntando sul «nel dubbio assolvi». E infatti pare che la madre abbia detto: «Non indago oltre, sennò vi ammazzo tutte e due».
Giorgia aveva un anno, e quindi Arianna ne aveva tre, quando il padre lasciò la famiglia per trasferirsi alle Canarie. Da allora, nel decennio successivo, lo hanno visto per una, massimo due settimane all’anno. Finché una lite con la nuova compagna del padre, che prese le sue parti, portò Giorgia a dire che basta, non voleva più frequentarlo. E così fu: «Quando è morto non sono riuscita davvero a provare un’emozione, è come se fosse stato uno sconosciuto», ha raccontato. Arianna invece ha continuato a vederlo, perché lei al contrario di me è ecumenica e più brava a perdonare, sostiene affettuosa la sorella.
Anche la chimica le accomuna, sono tutte e due a corto di serotonina, che porta buon umore, riduce l’ansia e l’aggressività e allevia il mal di testa, e tutte e due sopperiscono con degli integratori. E poi ancora i libri di Tolkien, quelli di Stephen King e Alexandre Dumas con Il conte di Montecristo. Con il Fronte della Gioventù contro i «Terminator» della Garbatella, la nascita delle figlie e i pranzi della domenica, conditi, ma loro negano, con le scelte politiche e con le candidature, compresa quella di Enrico Michetti a sindaco di Roma. Arianna che prende il cappuccino senza lattosio e il caffè doppio, tutte e due che fumano un po’ troppo, i libri scritti dalla mamma, nel primo la protagonista si chiamava proprio Arianna...
Mille racconti, forse, qua e là, un (bel) po’ romanzati, sicuramente empatici. A partire dal libro Io sono Giorgia hanno avuto un ruolo non da poco nella campagna elettorale. Insomma, un tandem magico indistruttibile, che pare non temere il rischio che correndo avanti da sole la solitudine aumenti.