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 2023  agosto 25 Venerdì calendario

Biografia di Elsa Maxwell

"Ho puntato tutte le mie carte sul cervello, il solo organo del corpo umano che ci permette di vendicarci del prossimo": è più o meno questa la bussola che ha permesso ad Elsa Maxwell (Keokuk, 1883 – New York, 1963) di navigare gli anni d’oro dell’alta società del Novecento, divenendone una protagonista assoluta. Dopo aver iniziato una carriera da pianista, Maxwell conquista la celebrità come giornalista, scrittrice, sceneggiatrice, personalità radiofonica, organizzatrice di eventi per i ricchi e famosi e, ovviamente, come “Regina del gossip”. Autodidatta, Maxwell non frequenta le scuole ma riceve una ricca educazione in casa, dove il suo talento per la scrittura e per la musica viene subito riconosciuto e sostenuto dal padre giornalista, che si occupa soprattutto di arte e spettacolo. Tra le prime esperienze, Maxwell suona il pianoforte in una piccola sala cinematografica.
Un episodio occorso durante la sua adolescenza la segnerà particolarmente; infatti, quando da ragazzina viene esclusa da una festa di compleanno di una sua ricchissima amichetta, probabilmente perché considerata appartenente a una classe inferiore, Maxwell decide di trovare altri modi per accedere all’alta società e si ingegna nel creare giochi e intrattenimenti da proporre alle feste dei ricchi: ha solo dodici anni ma sta già plasmando un proprio ruolo, e posto, nel mondo.
WOOD//GETTY IMAGESPubblicità – Continua a leggere di seguitoDa allora è una vertiginosa, implacabile ascesa, guidata dalla fame di esperienze e contatti che la caratterizzerà tutta la vita: spostatasi a Parigi, negli anni Venti domina la scena mondana da un cabaret chiamato “L’Acacia”, dove passa tutto il bel mondo parigino. Nel 1923, il governo italiano le chiede di contribuire a promuovere Venezia e la spiaggia del Lido come centro turistico internazionale. Accettando l’impresa, Maxwell per prima cosa cerca di risolvere il conflitto che per anni aveva diviso in due fazioni l’alta società veneziana: il diverbio tra la Principessa di San Faustino e la Contessa Morosini. Rilanciato il Lido, è la volta di Montecarlo, che Maxwell contribuisce a promuovere come meta di vacanze preferita dall’alta aristocrazia europea organizzandovi feste e balli a tema. Tutti accorrono agli eventi da lei organizzati: teste coronate, campioni d’industria, divi di Hollywood, artisti di ogni sorta, che Maxwell sa mischiare abilmente, creando nuove alleanze o eccitanti conflittualità, dando il via a nuovi amori o decretandone la fine scandalistica. È Maxwell, in occasione di una delle sue serate, a presentare Rita Hayworth e il Principe Ali Khan, e anche Maria Callas e Aristotele Onassis. È cosa nota che Maxwell sia perdutamente innamorata di Callas, ma non sortendo alcun successo nell’instancabile corteggiamento della soprano, decide infine di consegnarle la felicità (e la conseguente disperazione) presentandola all’insaziabile armatore, che, come ben si sa, lascerà Callas per convolare a nozze con la vedova più famosa dell’epoca, Jacqueline Kennedy.
BEN MARTIN//GETTY IMAGESA questo punto, l’America la proclama come la giornalista più influente dell’epoca, la cui unica competitor è la collega Louella Parsons, titolare di una celebre rubrica sul Los Angeles Examiner e responsabile del tramonto di alcune dive tra gli anni Venti e Cinquanta. Entrambe riverite e temute dal mondo di Hollywood, alimentano una celebre competizione durata tutta la vita, più a beneficio del pubblico che reale: da brave colleghe, dietro le quinte si scambiano informazioni e si spartiscono gossip da commentare. A differenza di Parsons, però, celebre per i suoi cappelli eccentrici e per un’eleganza unica, Maxwell si vede affibbiare appellativi talvolta sprezzanti quali “la Pettegola di Hollywood” o “il Rospo”, o ancora “la Penna al Cianuro”, che la dicono lunga non solo sul suo potere mediatico, ma anche su un certo terrore delle celebrità nei suoi confronti.
Pubblicità – Continua a leggere di seguitoRELATED STORIESLe madri della letteraturaChi è Annie Ernaux, Nobel per la Letteratura 2022Maxwell prova anche a fondare una rivista tutta sua, Elsa Maxwell’s Café Society, ma ne esce solo un numero. Nel 1942 apre i battenti il suo programma radiofonico, Elsa Maxwell’s Party Line, che è un grande successo. Sul versante cinematografico, è co-protagonista del film “Hotel for a Woman” del 1939, per il quale firma anche la sceneggiatura e compone una canzone. Approfittando della posizione privilegiata occupata durante il secondo conflitto mondiale, Maxwell si mette in affari e vende obbligazioni di guerra a beneficio degli Stati Uniti, ottenendo un reddito di centinaia di migliaia di dollari. Il generale De Gaulle le riserva la Legion d’Onore.

JOHN SWOPE//GETTY IMAGES"Party! L’arte del divertimento”, è considerato la Bibbia di Maxwell, in cui l’autrice condivide i segreti del mestiere che l’ha portata a organizzare più di duemila feste nel corso di quarant’anni di carriera, tracciando un arguto ritratto di un’epoca irripetibile. “Ho sposato il mondo” è invece il suo lungo racconto autobiografico, che non solo descrive il suo rocambolesco percorso di vita, ma raccoglie anche le confidenze degli uomini e delle donne più famosi e potenti del suo tempo come Roosevelt, Churchill, Enrico VIII, Cole Porter, Charlie Chaplin e la stessa Maria Callas, dimostrando di avere sempre tenuto a mente l’insegnamento del padre: “Prendi con leggerezza le cose serie e con serietà quelle frivole”. Maxwell muore di insufficienza cardiaca nel novembre del 1963, in un ospedale di Manhattan, ed è sepolta nel cimitero di Ferncliff, a New York.