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 2023  agosto 25 Venerdì calendario

Giulia, la blogger trentenne che ripercorre il viaggio fatto da Luigi Masetti, l’anarchico su due ruote, nel 1893

Il libro che le ha cambiato la vita, Giulia Baroncini, 33 anni, ex receptionist di un hotel a Venezia, lo lesse due anni fa. Ecco il titolo: «L’anarchico delle due ruote, Luigi Masetti: il primo cicloviaggiatore italiano». È la biografia di uno studente universitario – un 26enne poliglotta – che nel 1893 concluse un viaggio di circa 8.000 chilometri partendo dall’Italia, toccando Svizzera, Germania, Francia, Inghilterra e arrivando negli Stati Uniti. Il tutto con un mezzo a pedali pesantissimo, senza moltipliche perché erano ancora da inventare, e vestito con indumenti – stivaloni e giacche in cuoio – che lo facevano assomigliare più a un guerrigliero sudamericano che non a un moderno randonneur.
Compulsato quel libro «almeno sei volte» Giulia, «folgorata», racconta di essersi «rivista in Masetti, ho avvertito tante cose in comune. Luigi era del Polesine, la terra delle mie origini, dei miei genitori, dei miei nonni. Parlava inglese, francese, spagnolo, tedesco. Io pure». Conclusione inevitabile: «Sì, Masetti era come me, ma era nato nel diciannovesimo secolo».
L’avventurosa e intraprendente ciclista – che attraversava una specie di crisi esistenziale – ha così deciso di ribaltare la sua vita esattamente come fece Luigi, pure lui addetto in un albergo e laureato in Lingue. Sfogliando decine di cartine, ha preparato meticolosamente il suo viaggio, ricalcato tale e quale sul percorso concluso 130 anni fa dal padre del cicloturismo italiano. Partita il 5 giugno da San Bellino e toccando la vicina Trecenta – i posti nel Rovigotto da cui vengono i Baroncini e i Masetti – ieri sera la cicloblogger stava pedalando sotto la pioggia lungo una strada verso Pittsburgh, Pennsylvania.
Al telefono, racconta «di non sapere ancora dove montare la tenda, forse in un camping, forse in una delle tante piazzole attrezzate. Seguo l’istinto, come Masetti».
L’itinerario
La ciclista, dopo aver lasciato il lavoro, ha attraversato l’Europa e ora è negli Stati Uniti
A questo punto però occorre spiegare come fece Luigi a far decollare quello che lui stesso definì «il viaggissimo». Squattrinato ma fantasioso, scrisse dunque a Eugenio Torelli Viollier, leggendario fondatore e direttore del Corriere della Sera. Lettera e risposta stanno nella biografia – pubblicata da Ediciclo – scritta da Luigi Rossi, professore di italiano in Germania, dove si trasferì giovanissimo, e morto lo scorso anno.
Masetti chiese: «Se Lei, signor Direttore, mi favorisse 500 lire io potrei mandarle ogni sabato una relazione del mio viaggio». Torelli Viollier (sua è la definizione dell’«anarchico su due ruote») replicò fulmineo: «Ci piacciono le imprese condite d’audacia e di bizzarria. Accettiamo la proposta». Il resto sta nell’archivio online del Corriere che conserva decine di corrispondenze – attualissime – di Masetti che poi divenne una celebrità del pedale.
Il tragitto di Giulia riprende la semplicità del «viaggissimo». Quando al pomeriggio termina la «tappa», la ciclista trova alloggio grazie a quei siti tipo www.warmshowers.org che vedono gente mettere a disposizione gratuita dei viaggiatori una branda, una doccia, un angolo del giardino in cui piazzare la tenda. Incontri che inquadrano gli States: «Peter, di Cleveland, attore in pensione, mi ha sistemato un’amaca in giardino e poi mi ha portato a vedere una partita di baseball». Kirsten, manager che a Chicago si occupa di «green e sostenibilità», «mi ha ospitata nel favoloso appartamento di un grattacielo». Poi New York, vista sostando a casa di Oscar, professore di educazione fisica all’high school. «Mi aprono le case anziani e coppie giovani; alcuni di loro magari prendono la bici accompagnandomi per un po’». Sfilano così l’Ohio e l’Indiana, i laghi Erie e Michigan, i rettilinei infiniti del Midwest. «Per ora sono a metà percorso, a ottobre rientrerò in Europa, Gran Bretagna, Parigi, Costa Azzurra». Una volta in Italia, come Masetti, ci sarà da raccontare il «viaggissimo»: «Luigi scrisse un libro, io penso a un lungo video».