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 2023  agosto 25 Venerdì calendario

Riaperta la chiesa in cui fu trovato il corpo di Elisa Claps


POTENZA Da tredici anni era chiusa, dopo il ritrovamento, il 17 marzo del 2010, nel sottotetto, dei resti della studentessa Elisa Claps. Ieri, la Chiesa della Santissima Trinità nel centro storico di Potenza è stata riaperta al culto, per volere della Curia vescovile. Tra mille polemiche. La famiglia della giovane studentessa scomparsa a Potenza la mattina del 12 settembre 1993, parla di una «apertura ambigua». Filomena Iemma, mamma di Elisa dice: «Mi aspetto che nessun cittadino di Potenza entri in quella chiesa».
Ieri la famiglia Claps era fuori città. «Forse il vescovo sapeva della nostra lontananza ed ha approfitto della nostra assenza per riaprirla al culto – commenta Gildo Claps, fratello di Elisa —. Hanno agito come dei ladri, in silenzio. D’altronde da trent’anni sono ladri di verità».
La «Santissima Trinità» rimarrà aperta ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20, comunica una nota dell’Arcidiocesi di Potenza-Muro. Che motiva la riapertura in chiave pastorale. «Così come invita Papa Francesco, la chiesa diventa “un luogo per la preghiera silenziosa, l’adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita”».
La città si è divisa sul gesto dell’arcivescovo Salvatore Ligorio. Il sindaco Mario Guarente, dice di aver saputo della riapertura della Trinità «per caso». A distanza di trent’anni la Chiesa è ancora avvolta da quell’alone di misteri, ombre e depistaggi, che hanno coinvolto anche uomini del clero potentino, nella scomparsa di Elisa. A cominciare dal ruolo che avrebbe avuto l’ex parroco della chiesa, don Mimì Sabia. Il suo abito talare, all’epoca, fu sequestrato dalla polizia. Gli inquirenti trovarono nel sottotetto della Chiesa un bottone rosso porpora dai contorni tondeggianti e alcune fibre rifrangenti. Dello stesso tipo di quello che mancava all’abito del sacerdote.
L’assassino della ragazza, Danilo Restivo che la uccise con tredici coltellate per il suo «rifiuto a un approccio sessuale», è stato condannato a trent’anni di carcere. Pena definitiva che sta scontando in Inghilterra poiché condannato per un altro delitto, quello di una sarta inglese, Heather Barnett.
Il fratello Gildo
Il vescovo ha aspettato che noi non fossimo in città. È il loro ennesimo errore, siamo indignati
Da trent’anni la famiglia Claps chiede un atto di «giustizia» da parte della curia potentina. «Volevamo che si assumessero le loro responsabilità – ammette Gildo —. Pretendiamo scuse pubbliche alla famiglia e alla comunità». Troppe le incongruenze che hanno segnato la vicenda della morte di Elisa. La disponibilità della famiglia Claps a un confronto sereno con il clero potentino non è mai venuto meno. Nelle ultime settimane un nuovo approccio, per cercare un’intesa sui tempi e le modalità della riapertura della chiesa della Santissima Trinità. Un gesto di grande disponibilità da parte di mamma Filomena, dopo la lettera che il Santo Padre le ha inviato l’11 luglio scorso.
«Ho saputo della buona intenzione che la Chiesa della Santissima Trinità custodisca la memoria di Elisa, evitando che si svolgano al suo interno celebrazioni di carattere festoso; mi pare bene che sia un luogo di adorazione e di riconciliazione, dove si domandi a Dio di lenire le ferite e di riversare consolazione nei cuori» ha scritto il Pontefice.
Parole che auspicavano al dialogo. «Invece hanno voluto agire nell’ipocrisia» spiega Gildo. E s’interroga: «Cosa sarà di questa chiesa, avrà l’aspetto di un ufficio anagrafe? L’apertura in sordina è l’ennesimo errore della Curia che ha indignato tutti. Moltissima gente mi scrive assicurandomi la disponibilità per qualsiasi manifestazione venga promossa contro questa indegna apertura».
Intanto la storia di Elisa Claps sta per diventare una fiction che sarà trasmessa su Rai 1 per la regia di Marco Pontecorvo. Mentre il 12 settembre a Potenza, a trent’anni dalla comparsa, sarà presentato il libro-diario sulla sua vita «Io sono Elisa Claps».