Corriere della Sera, 25 agosto 2023
Intervista al generale Figliuolo
Il generale Figliuolo detta l’agenda per gli interventi nell’Emilia-Romagna alluvionata. «Risarciremo tutti, bisogna ripartire velocemente» garantisce il commissario. E su Bonaccini: c’è dialogo.
Roma Generale Francesco Paolo Figliuolo, come sta andando, davvero, la ricostruzione?
«Sarà una ripartenza veloce, ma sempre nel rispetto dei principi della buona amministrazione. La presidente Giorgia Meloni si è immediatamente recata sui luoghi colpiti. Le risorse che il governo ha stanziato sono importanti, 4,5 miliardi di euro, di cui circa 2,8 miliardi al momento a disposizione della struttura commissariale».
Quanti ne sono arrivati?
«Sulla contabilità speciale del commissario i primi 876 milioni di euro da destinare alla messa in sicurezza del territorio. Con queste risorse si darà luogo al pagamento immediato dei lavori già effettuati e in corso».
E poi?
«Seguiranno a breve gli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità e finalizzati alla messa in sicurezza del territorio, per la tutela della pubblica e privata incolumità. Parliamo di circa 448 milioni di euro per il 2023».
Quali sono state le difficoltà di avvio?
«Non ci sono state difficoltà, disponevo già di una squadra pronta e con grande esperienza. Ci siamo messi subito al lavoro, già da giugno, prima della formalizzazione della mia nomina a Commissario straordinario il 10 luglio. All’inizio abbiamo dovuto recepire le esigenze degli amministratori locali e della popolazione, per fare una stima dei danni e dare un ordine di priorità agli interventi da eseguire prima di poter procedere con i ristori. È un lavoro complesso, che deve seguire passaggi logici».
Cosa l’ha più colpita?
«La vastità dei fenomeni estremi senza precedenti e totalmente fuori scala. Ho visto il ponte della Motta, sul fiume Idice, spazzato via dalla furia dell’acqua, così come alcuni territori devastati da movimenti franosi strutturali che hanno fatto letteralmente “colare” a valle intere porzioni di versanti montani o collinari, anche in luoghi ricoperti da alberi e vegetazione. E ha suscitato in me una certa emozione incontrare persone che, pur vivendo situazioni di grave disagio, hanno manifestato le loro esigenze e preoccupazioni sempre con assoluta compostezza e dignità».
Come sono stati ripartiti i fondi? Quanti quelli per sanare il territorio?
«Per gli interventi di somma urgenza – spese che i Comuni e altri enti attuatori hanno già sostenuto o stanno sostenendo per mettere in sicurezza il territorio – la richiesta complessiva per il 2023 è di 289 milioni di euro, che la struttura rimborserà già a partire dai prossimi giorni. Ulteriori 123 milioni sono per i lavori che termineranno nel 2024 e per i quali il commissario dispone già dei fondi. Per gli interventi di ricostruzione urgenti finalizzati alla messa in sicurezza del territorio parliamo invece di finanziamenti per circa 1 miliardo e 133 milioni euro, di cui 448 milioni da impegnare nel 2023 e 684 milioni nel 2024. Queste risorse sono destinate agli interventi da realizzare in Emilia-Romagna, per un importo di poco più di 1 miliardo e nelle regioni Toscana e Marche per, rispettivamente, 56 e 55 milioni».
Ci sono cittadini che lamentano di essere isolati. In quanto tempo potranno tornare alla vita normale?
«I tempi dipendono dalla portata del danno che hanno subito alcuni territori e dalla stabilità delle frane, che in alcune località sono ancora in movimento. Non è quindi un problema di risorse o di volontà. In certi territori ci vorrà più tempo, è giusto saperlo».
Alcuni amministratori l’accusano di essere sparito questa estate. È vero?
«Già prima della mia nomina a commissario sono stato diverse volte in Emilia-Romagna e ho fatto riunioni nelle Marche e in Toscana. Dal 10 luglio, giorno della mia nomina formale, personalmente e a livello tecnico, sono state svolte molte attività, incontri e riunioni: 6 con i sub-commissari, gli enti attuatori, gli amministratori locali e le parti sociali; 3 riunioni con la Protezione civile; 5 convenzioni con Università e autorità distrettuale bacino del Po; 5 ordinanze, apertura contabilità speciale e richiesta trasferimento fondi solo per citare le più importanti».
Dicono che non ha mai convocato la cabina di regia.
«Convocherò formalmente la cabina di coordinamento all’atto della presentazione dei cinque piani speciali. Peraltro la norma prevede che si riunisca a cadenza almeno semestrale. È anche vero che mi confronto e sento continuamente tutti i suoi componenti, dal capo dipartimento di Casa Italia della presidenza del Consiglio, al capo dipartimento della Protezione civile, ai presidenti delle Regioni e delle Province, ai sindaci metropolitani e ai rappresentanti Anci e Upi»
Con Bonaccini vi coordinate o ci sono frizioni?
«Con lui, come con i presidenti Giani e Acquaroli, c’è un rapporto istituzionale e professionale ben solido, che risale alla mia esperienza da commissario alla campagna vaccinale e al contrasto alla pandemia. C’è un quotidiano confronto costruttivo».
Come procederà ora?
«Su due direttrici, ricostruzione privata e pubblica. Sulla prima voglio ricordare quanto già ribadito dal presidente del Consiglio: la prospettiva del governo è il totale risarcimento dei danni subiti. Per procedere in questa direzione abbiamo necessità di acquisire stime precise e dettagliate che consentano una corretta quantificazione dei danni e, quindi, dell’adeguato fabbisogno finanziario che il commissario deve richiedere al governo e che quest’ultimo deve stanziare».
La ricostruzione pubblica?
«Inizieremo la stesura di 5 piani speciali per la ricostruzione (opere pubbliche, beni culturali, interventi sui dissesti idrogeologici, infrastrutture ambientali e stradali). Lavoreremo in sinergia con il territorio, ma anche con le Università e con l’Autorità di bacino distrettuale del Po e altri enti istituzionali, sulla base di accordi di collaborazione già siglati in luglio e agosto».
Perché non è andato alla riunione di Bologna?
«Era una riunione tecnica alla quale ha partecipato il direttore operativo della struttura e personale tecnico della Regione, delle province dei soggetti attuatori e degli enti interessati».
Ha ricevuto l’elenco dei Comuni colpiti?
«Era già stato stilato e allegato al decreto. Solo la Regione Marche ha chiesto formalmente un ampliamento di quelli in elenco, mentre Emilia-Romagna e Toscana stanno inviando i loro elenchi».
Salvini ha ammesso ritardi. A cosa sono dovuti?
«Per destinare le risorse è necessaria un’attività di pianificazione. La ricostruzione deve essere veloce, bisogna ripartire presto e bene».
Quando sarà operativa la contabilità?
«La contabilità speciale è già operativa e l’ordinanza per iniziare a erogare le risorse per le somme urgenze è stata firmata».
Da che cosa inizierà?
«La priorità è pagare i lavori già svolti in somma urgenza, questo perché tra i soggetti attuatori vi sono Comuni, specie i piccoli, che più di altri hanno bisogno di essere ristorati per le spese sostenute».
È iniziata la valutazione del danno?
«Sono in via di finalizzazione le ordinanze per le perizie asseverate con le quali forniremo a famiglie e imprese semplici indicazioni e tutti gli strumenti utili, come perizie e schede tecniche, per quantificare danni e chiedere ristori».
Il piano di interventi?
«Ci focalizzeremo per avere prima possibile tutti i dati e gli elementi utili al fine di procedere al rimborso dei danni per famiglie e imprese. Intanto tutti i cantieri aperti per i lavori in somma urgenza vanno portati a termine. A seguire, dedicarsi ai lavori urgenti e poi pensare alle progettualità di lungo periodo, i cosiddetti piani speciali».