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 2023  agosto 24 Giovedì calendario

Il dollaro resta Re. Nonostante i Brics

Dagli Anni Settanta a oggi, più di un economista ha previsto la fine del dollaro come valuta internazionale dominante. Fatto sta che il biglietto verde è ancora qui, meno amato che in passato ma sempre centrale negli affari del mondo. Negli ultimi tempi, però, si sono moltiplicati sia gli allarmi di chi dice che potrebbe perdere il suo ruolo di moneta senza rivali sia le iniziative per soppiantarlo con qualcosa di diverso. Il vertice dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che terminerà oggi ne ha discusso ma ha evitato di dare peso all’idea di creare una valuta dei cinque Paesi da opporre al dollaro. Sarebbe «infattibile», ha semplicemente detto l’economista inventore, nel 2001, dell’acronimo Brics, Jim O’Neill. La possibilità di creare una valuta Brics per gli scambi commerciali è a suo parere «ridicola», ha commentato sul Financial Times. Servirebbe una banca centrale che la sostiene. E quale sarebbe? Un’idea «quasi imbarazzante», ha tagliato corto Lord O’Neill, secondo il quale, tra l’altro, i Brics «non hanno mai realizzato nulla sin dal loro primo meeting», nel 2010. Negli ultimi tempi, però, la «questione dollaro» ha preso una dimensione che va oltre la finanza, è entrata nel territorio della geopolitica. Dopo l’invasione dell’Ucraina, gli Stati Uniti hanno congelato quasi la metà dei 640 miliardi di dollari delle riserve valutarie russe. E hanno limitato l’uso dei dollari di proprietà di Afghanistan, Venezuela, Iran. Ciò solleva anche in altri Paesi insicurezza sull’opportunità di esporsi troppo alla valuta americana, nel timore che venga sempre più usata per fare pressioni politiche. Il problema è che alternative al momento non si vedono. È vero che le riserve mondiali detenute in dollari sono scese tra il 1999 e il 2022 dal 70 al 59% di quelle totali, secondo il Fondo Monetario Internazionale. Ma è ancora più vero che l’88% di tutti i cambi di valuta mondiali ha coinvolto il dollaro (dato dell’aprile 2002, secondo la Banca per i Regolamenti Internazionali). E che, tra il 1999 e il 2019, gli scambi commerciali sono stati fatturati nella valuta Usa per il 96% dei casi nelle Americhe, per il 74% nell’Asia-Pacifico, per il 79% nel resto del mondo (stime della Fed). Molti vorrebbero togliere la corona a Re Dollaro ma il suo trono è ancora piuttosto saldo. Fino a quando non sarà la politica a farlo davvero vacillare.