il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2023
Intervista a Joe R. Lansdale
Uno scrittore che indaga sulla scomparsa di un amore del passato, la polizia corrotta della provincia americana e un uomo spaventoso, il Cowboy, che porta uno scimpanzè al guinzaglio, seminando violenza. Lo scrittore statunitense Joe Lansdale ancora una volta sorprende e stupisce i suoi lettori con il suo nuovo libro, La setta delle ciambelle (Einaudi pp.328 18 tr. Luca Briasco), un crime in arrivo sugli scaffali il 29 agosto, che racconta di una bizzarra setta, il Popolo dei Dischi Volanti che profetizza l’arrivo degli alieni e fa business vendendo ottime ciambelle mentre attende l’Apocalisse dell’umanità.
Autore eclettico, bestsellerista capace di spaziare in libertà fra i generi, l’ideatore della serie di successo dedicata a Hap & Leonard (già approdata in tv e disponibile su PrimeVideo), Lansdale firma un libro pulp, ironico e decisamente contemporaneo parlando di fake news, violenza e Donald Trump: «Amo l’America, un paese con pregi e difetti ma sul tema delle armi sono un moderato. Trump si ricandiderà, è una vergogna. Spero che lo fermino».
Mr. Lansdale, cosa l’ha spinta a parlare di sette e cospirazioni?
«La setta delle ciambelle è nata dalla follia di quest’ultimi anni, dalle cospirazioni e dal modo in cui le persone si lasciano ammaliare dalle bufale. Ho scritto un romanzo poliziesco con suspense e black humour ma la fiamma che lo alimenta è la tendenza a prendere alcuni fatti come oro colato, senza farsi alcuna domanda, senza mettere in discussione cose futili come le sette».
Dagli anni ’70 ad oggi sembrano non passare mai di moda. Le sette la affascinano, la spaventano o la fanno sorridere?
«Per lo più mi lasciano perplesso. Penso che molte persone non siano semplicemente in grado di esercitare il pensiero critico. Gli dicono di credere in qualcosa e loro lo fanno, senza dubitare, senza riflettere. Va bene tenere la mente aperta alle nuove idee ma che bisogno c’è di diventare felicemente stupidi? Quando la gente crede a cose assurde, finisce per fare cose assurde, per cui sì, lo ammetto, le sette e questo cieco atteggiamento di fiducia, mi fanno un po’ paura».
La più celebre è Scientology. Come si spiega il fascino che esercita, nonostante i documentari e i libri inchiesta con le rivelazioni degli ex-adepti?
«Il punto è che le persone vogliono credere di avere uno scopo più grande al di là di questa vita. Si tratta di una visione egocentrica che li vede in qualche modo importanti, se non se non ora, magari più tardi, quando saranno in viaggio verso un paradiso fantascientifico o soprannaturale. Credo che abbiano difficoltà che la vita è adesso, prendere o lasciare».
Soldi e religione vanno sempre a braccetto. Un grande classico?
«Sembra proprio di sì. Almeno per coloro che predicano e controllano grandi chiese. Tutto ciò ha poco a che fare con il Discorso della Montagna e più con le stock option».
Ambientato in una cittadina di provincia, racconta una polizia superficiale e razzista. Nonostante le bodycam, i casi di violenza persistono. Perché?
«Non credo affatto che tutta la polizia americana sia corrotta».
In America ha preso piede e il Defund the Police, la richiesta di tagliare i fondi alla polizia dopo la morte di George Floyd. Cosa ne pensa?
«Un’idea stupida. La prossima volta che si troveranno in una situazione difficile, queste persone dovrebbero chiamare il water department e vediamo cosa accadrà. Ma ciò non significa che gli agenti in divisa possano fare come gli pare, devono essere responsabili più di tutti. Il problema è che molti poliziotti sono stati assunti direttamente da una scuola per clown. Anzi, a pensarci bene, questo è un insulto ai clown».
Un altro tema bollente che affronta ne La setta delle ciambelle è quello del possesso delle armi e del Secondo emendamento. Cambiano i presidenti ma ci sono sempre più armi in giro?
«Su questo ho un atteggiamento moderato ma credo nella necessità di severi controlli sul passato di chi vorrebbe possedere un’arma, sull’importanza di dover registrare ogni arma e sono certo che nessuno abbia bisogno di fucili di tipo militare. Prendetevi un fucile da caccia o una pistola in casa, se sentite il bisogno di protezione, fra l’altro la Beretta costruita in Italia, è un’ottima opzione».
In America sta uscendo la sua nuova raccolta di short stories crime, Things Get Ugly (Le cose si mettono male). Può essere anche una lettura della situazione americana?
«Amo questo Paese e mi sento fortunato a viverci. Posso vedere i suoi difetti e i suoi punti di forza. Non credo ci sia politica in questa raccolta di storie crime, invece, c’è uno sguardo sui lati bui della natura umana e si tratta d’una materia universale, senza paese d’appartenza».
Donald Trump si consegnerà alla polizia. Come andrà a finire?
«Gli hanno fatto l’impeachment, ma è stato assolto, quindi come Clinton non è stato tirato giù ma gli è stato dato un lasciapassare. Non ha i voti necessari ma vuole ricandidarsi e dovrebbe essere il candidato repubblicano, con nostra grande vergogna».
Cosa si augura?
«Spero che le nuove accuse lo fermino. Ma ci sono alcuni dietro le quinte altrettanto cattivi, o potenzialmente peggiori di lui. Staremo a vedere».
Impossibile non chiederglielo: Joe, lei crede agli extraterrestri?
«Penso che la vita al di fuori della Terra sia possibile ma dubito che gli alieni siano già venuti a farci visita».
Perché?
«I ben informati dicono che si dedicano a sezionare le mucche, ad allargare le chiappe della gente con cucchiai da insalata o altre stravaganze simili. Ecco, tutto sommato credo sia altamente improbabile che gli alieni siano stati in mezzo a noi».