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 2023  agosto 23 Mercoledì calendario

Baby migranti, nel dubbio devono essere considerati maggiorenni. L’autodichiarazione del giovane sull’età non varrà più nulla

Un cupo malumore si alza dal Viminale: «È tutta colpa della legge Zampa». Intendono quella legge che porta il nome della deputata ulivista Sandra Zampa, che nel 2017 riformò tutta la materia dei migranti minorenni non accompagnati: finalmente c’è un’attenzione particolare ai minori, gli si garantiscono diritti, la sistemazione è più curata, non è possibile l’espulsione. Un trattamento civile. E che ovviamente costa caro: si spendono 100 euro al giorno per vitto, alloggio e trattamento dei minori stranieri non accompagnati. Ecco, con la destra al governo e con l’ondata degli arrivi che sta mettendo sotto pressione le strutture del ministero (ma soprattutto le Regioni dove la destra governa e i suoi elettori si aspettavano ben altro), la legge Zampa è destinata a essere stravolta. Un punto in particolare, questo governo vuole rimettere in discussione: l’autodichiarazione del giovane sull’età non varrà più nulla. Saranno gli ufficiali di polizia, con eventuali accertamenti tecnici, a decidere la destinazione di chi sbarca dai barconi. Se il ragazzo o la ragazza è palesemente un adolescente, allora si continua con le garanzie della legge Zampa. Nel dubbio, scatta una presunzione di maggiore età.
Quale sia l’aria che tira, lo fa capire il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, leghista, molto vicino a Salvini ma anche a Piantedosi. Un nuovo decreto Sicurezza dovrebbe arrivare entro settembre. Si prevede una corsia accelerata per le espulsioni degli irregolari con «elevato profilo criminale» e quando siano soggetti violenti. Ci saranno norme sulla sicurezza urbana. Norme penali più pesanti per chi aggredisce uomini e donne delle forze di polizia. Di sicuro ci sarà un capitolo sul fenomeno delle baby gang. Ma soprattutto, ha raccontato al giornale online Affaritaliani.it, «ci potrebbe anche essere un tagliando sulla Legge Zampa sui minori stranieri non accompagnati».
Lo chiamano «tagliando», insomma. Ma significa che la legge sarà letteralmente stravolta. E se ne capisce la logica che c’è dietro: se quei ventunomila minori stranieri che sono attualmente nei centri gestiti dai Comuni diventeranno trentamila o quarantamila, una enorme fetta di potenziali soggetti da espellere sfuggirà ai rigori della stretta annunciata. Quando saranno giovani tunisini o egiziani, l’obiettivo di Piantedosi è rimetterli subito su un aereo e spedirli indietro. Ma se potessero beneficiare dello scudo della legge Zampa, sarebbe impossibile. Senza parlare, poi, del conto economico: al Viminale, uno straniero minore costa 100 euro al giorno, un ventenne ne costa 34. Non c’è bisogno di molte parole per capire quale sia il progetto del vertice ministeriale.
Raccontano: «Diciamocelo: ci sono un sacco di furbi che ne approfittano... Questi giovanotti sbarcano bene istruiti. Appena finiscono davanti a un nostro agente, dicono di essere nati nel 2006. E così sono tutti diciassettenni? Abbiamo persino il caso di quelli che si sbagliano, dicono di essere del 2005, poi quando capiscono che non andrebbero nella corsia privilegiata, allora correggono, mi sono sbagliato, ho detto male, no, sono del 2006. E allora scatta la tagliola della legge Zampa».
La «soluzione» escogitata dal ministero è una sorta di inversione dell’onere della prova: deve dimostrare lui, lo straniero, di essere minore. Altrimenti, salvo casi plateali e incontrovertibili di ragazzini e ragazzine, lo si considererà un maggiorenne. E per lui si apriranno le porte delle tendopoli, della richiesta di asilo, del calderone che tutti ingoia. Pochissimi potranno beneficiare della legge Zampa.
Dicono ancora al Viminale: pure i sindaci del Pd, sotto sotto, concordano con noi che quella legge è nata in un’altra stagione, era solo il 2017, ma nel frattempo sono esplosi i numeri degli arrivi, minori non accompagnati inclusi. A vedere quel che fa Giorgio Gori, sindaco dem di Bergamo, però, i sindaci di centrosinistra la vedono molto diversamente da come la destra li disegna. «L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati – scrive Gori su Twitter – è un compito dello Stato. Lo dice la legge. I Comuni possono svolgere una supplenza temporanea, in caso di indisponibilità di posti nelle strutture statali, e comunque senza costi o oneri a loro carico. Succede invece esattamente il contrario: lo Stato non fa nulla e scarica oneri e costi sui Comuni, rimborsandoli in modo del tutto insufficiente. Per questo, il Comune di Bergamo ha prima diffidato e poi attivato un ricorso al Tar contro il ministero degli Interni, per ottenere il rispetto della legge e la restituzione dei costi impropriamente sostenuti. Sarebbe utile che anche le altre città – governate dalla sinistra come dalla destra, non c’entra il colore politico – facessero la stessa cosa. E che nel frattempo il governo attivasse subito i 4.000 posti Sai aggiuntivi, richiesti dall’Anci e finora negati».
Racconta il sindaco Gori che Bergamo dispone di soli 30 posti, ma deve farsi carico dell’accoglienza di ben 282 minori stranieri. E che il rimborso per i Centri di accoglienza straordinaria, oggi fissato in 60 euro, non è assolutamente sufficiente; andrebbe alzato a 100 o meglio 120 euro al giorno. «Altrimenti i bandi prefettizi continueranno ad andare deserti». —