la Repubblica, 23 agosto 2023
Vannacci capitalizza il consenso
MILANO – Man mano che passano i giorni i pezzi del puzzle Vannacci si mettono assieme e la vicenda assume un contorno politico più chiaro. Ovvero quello di un saggio che si sapeva benissimo potenzialmente discusso ma che poteva (o doveva) servire a tastare un terreno; e il terreno, lo dicono i fatti, c’è tutto. Perlomeno in termini di consenso.
Il vascello sicuro per portare il generale a salutare la divisa è quello della Lega, una candidatura da indipendente alle Europee magari sorretto da quel mondo radicale e di destra – vedi Gianni Alemanno, vedi Francesco Storace – che contesta una linea di governo ritenuta troppo lontana dalle aspirazioni antisistema di quando Fratelli d’Italia stava all’opposizione. Non era neanche un mese fa quando l’ex sindaco di Roma a Orvieto aveva lanciato il “Forum dell’indipendenza italiana”, con 31 altre e diverse associazioni. Una super-destra critica, come detto, con Giorgia Meloni: sulla guerra, su un allineamento eccessivo a Ue e Nato, sull’incapacità di contenere i flussi migratori, su scelte economiche troppo liberiste. In questi giorni, specie dopo la decisione dell’Esercito e del ministro della Difesa Guido Crosetto di rimuovere Roberto Vannacci dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze, nelle chat d’area sovranista e sui social si è vista una rumorosa solidarietà al generale; gente che si diceva delusa soprattutto da FdI, vittima del fantomatico “politicamente corretto”. Dati non ufficiali né certificabili da nessuno se non dalla stessa Amazon parlano di oltre 20 mila copie del saggio vendute – il numero l’hanno diramato gli organizzatori della sua prima presentazione pubblica, il 9 settembre a Marina di Pietrasanta, ma poi partirà una specie di tour —, sarebbe un numero di prima grandezza per il mercato editoriale italiano. E poi: la creazione del gruppo Facebook “io sto con il generale Vannacci”, centinaia di foto profilo con l’immagine del suo libro, ilGiornale d’Italia (diretto da Storace fino al 2018) che offre il pdf
del volume, laVerità sulle barricate in difesa del militare. Domanda che in parecchi a questo punto si fanno? Tutto casuale oppure studiato? «Più passano i giorni e più viene fuori che in diversi tra i paracadutisti sapevano che Vannacci stava lavorando a un libro – racconta un ufficiale – e che alcuni hanno anche collaborato con lui alla stesura di alcuni capitoli». Di sicuro c’è che dopo l’autopubblicazione avvenuta il 10 agosto scorso c’erano state due segnalazioni (positive) dell’uscita del saggio: su Analisi Difesa,a firma del direttore Gianandrea Gaiani, già consulente per la materia di Matteo Salvini al tempi del governo gialloverde; e di Marco Bertolini sul sito dei congedati della Folgore, generale in pensione, ex candidato di FdI e anche lui (come Alemanno e come la Lega, specie a inizio conflitto) molto critico sulla gestione della guerra in Ucraina.
Di sicuro il generale, dopo che il caso è scoppiato, si è mosso con una certa sicurezza: interviste a tutto spiano, piena rivendicazione di quanto scritto, nuove apparizionepubbliche in via di programmazione. Tutto rigorosamente senza richiedere autorizzazioni, non usuale per un graduato di altissimo livello. Quasi fosse con un piede già fuori dall’Esercito, impegnato in una battaglia di principio che farebbe presagire nuove sfide. Del resto il libro, al di là delle frasi più discusse su omosessualità, migranti e donne, ha dei capitoli che sembrano quasi un programma politico. In primis quello sull’ambiente, dove il generale dedica ampio spazio a criticare le direttive dell’Europa «a trazione socialista». E poi: energia, casa, nuove città, patria, sicurezza... Parecchio materiale per essere tutta farina del sacco di un generale che scrive nei ritagli di tempo.